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Inzaghi da leggenda Il Milan sbanca Marsiglia
MARSIGLIA (Francia), 15 settembre 2009 - La musica della Champions League accende tutte le lampadine del Milan che si toglie la maschera del campionato e indossa il suo smoking preferito. I rossoneri, dopo un anno di letargo, tornano nell'Europa che conta e vincono a Marsiglia 2-1. Partita combattuta e giocata all'insegna del gruppo; illuminata da Seedorf e decisa da quell'incredibile sparviero dell'area di rigore che è Filippo Inzaghi, autore di una doppietta; in mezzo la rete del momentaneo pareggio di Heinze. Superpippo risponde alla chiamata di Leonardo con una prestazione gigantesca e porta a 68 il suo record personale di gol segnati nelle coppe continentali. Uno in meno del tedesco Gerd Muller, ma una tacca in più in Champions dove le reti ora sono 48, di cui 41 in rossonero.
seedorf trequartista — Ostile e complicato, il Marsiglia con il suo gioco di fascia e la predisposizione al pressing alto, è l'avversario peggiore per il MIlan di oggi. Didier Deschamps, che conosce dei rossoneri vita, morte e miracoli, detta regole precise per fermare il rombo rossonero, dove Leonardo si esalta con una scelta coraggiosa: Seedorf trequartista alle spalle di Pato e Inzaghi, con Pirlo in mezzo al centrocampo e Ronaldinho in panchina. Mossa dovuta e azzeccata; da utilizzare anche in campionato.
highlander inzaghi — L'Om parte a razzo. Come di consueto. Fa rugggire i motori di Kaboré e Taiwo sulle fasce e si affida alla classe dell'argentino Lucho Gonzalez recuperato a tempo pieno da Deschamps. Il Milan tentenna un po'. Ma dura poco. I rossoneri si compattano e inaugurano 45 minuti efficaci e costruttivi. Seedorf è il faro: dirige il gioco, lo amministra e invita a nozze. La difesa chiude gli spazi, concede di tanto in tanto qualcosa, ma Storari fa buona guardia. Il centrocampo, inoltre, copre bene e fa ripartire la squadra. In attacco Pato e Inzaghi non danno riferimenti ai difensori avversari e creano spesso il panico. Unico neo, i problemi sulla fascia sinistra, dove Zambrotta fatica su Kaboré. Ma nel palleggio e nel possesso palla il Milan fa la differenza, e non è un caso che grazie a queste doti Seedorf al 28', dopo due tocchi d'alta scuola metta davanti a Mandanda dove Inzaghi attende e spinge in rete. "Spina nel fianco" segna da posizione dubbia, ma esibisce ancora una volta il suo immenso opportunismo. Il gol stronca le velleità marsigliesi ed esalta la saggezza rossonera, limitata al possesso palla e alla ripartenza. C'è da registrare solo una bella deviazione di Storari sul fendente dal limite di Cheyrou.
partenza falsa — Si riparte con l'OM ferocemente in attacco. Prima prende le misure con un rasoterra di Lucho Gonzalez che sfiora il palo, poi agguanta il pareggio al 4' quando Heinze impatta violentemente di testa, facendo passare la palla fra le gambe di Storari. La partenza sbagliata del Milan amplifica la voglia di vincere dei marsigliesi che uniscono le forze, approfittando della mancanza di lucidità dei rossoneri.
ma c'e' pippo — Potrebbe essere il momento giusto per domare l'esperienza rossonera, ma l'OM manca di cinismo. Gattuso sostituisce Ambrosini che non ne ha più, proprio nel momento in cui il Milan spezza il ritmo dei francesi e alza il suo baricentro. E' Seedorf a illuminare e a far rialzare la testa ai compagni. Che meraviglia il cross di esterno destro in mezzo all'area piccola, dove Inzaghi in scivolata infila il 2-1. Inutile l'assedio anemico dell'OM: il Milan resiste e conquista i primi tre punti del girone.
Commenti folcloristici di Mauro Suma Milan Channel video telecronaca Marsiglia - Milan espressioni e delirio video imperdibile!! Da vedere assolutamente!!Video ripreso tramite una telecamera nascosta durante la sua radiocronaca per milan channel
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OLIMPIQUE MARSIGLIA - MILAN ORE 20.45 CHAMPIONS LEAGUE
Per la prima di Champions a Marsiglia Leonardo ha tutti a disposizione meno Abbiati, Borriello e Di Gennaro. Ronaldinho sembra destinato alla panchina; Seedorf dovrebbe giostrare dietro le due punte (Huntelaar o Inzaghi accanto a Pato?)
Marsiglia, stadio Velodrome, ore 20.45
OLYMPIQUE MARSIGLIA (4-4-2) Mandanda; Kaborè, Diawara, Heinze, Taiwo; Cissè, Lucho, Mbia, Cheyrou; Niang, Brandao (a disp Andrade, Bonnart, Hilton, Abriel, Valbuena, Ben Arfa, Morientes). All. Deschamps
MILAN (4-3-1-2) Storari; Oddo Nesta Thiago Silva Zambrotta; Flamini Pirlo Ambrosini; Seedorf; Pato Inzaghi (a disp. Dida, Kaladze, Jankulovski, Onyewu, Gattuso, Ronaldinho, Huntelaar). All. Leonardo
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Livorno - Milan 0-0 Highlights 12-09-09 Serie A 3°Giornata VIDEO
Livorno e Milan hanno pareggiato 0-0 al 'Picchi' di Livorno nel primo anticipo della terza giornata del campionato di Serie A. Per effetto del risultato odierno il Milan, reduce dalla pesante sconfitta nel derby dello scorso 30 agosto con l'Inter, sale a quota quattro punti in classifica, mentre il Livorno sale a quota due e rimanda l'appuntamento con la prima vittoria in campionato.
Il Milan di Leonardo continua a non convincere. A Livorno pareggia 0-0 senza mai mostrare, con chiarezza, la possibilità di avere ragione di un avversario che fino a quando la condizione atletica lo sostiene dispone dei rossoneri come vuole
Il Milan è tutto in una traversa di Pirlo (punizione 15' st) e soprattutto nelle mani di Storari che annulla le bocche di fuoco amaranto. Il primo tempo del Milan è inguardabile, quello della ripresa è un pò meglio, grazie agli innesti di Pirlo e Inzaghi, ma la squadra di Leonardo è ancora lontanissima dalla possibilità di essere protagonista. Ronaldinho continua a stentare nella posizione di trequartista, mentre Candreva, nella stessa posizione, ma sull' altro fronte, dimostra di avere un grande futuro. Alla fine il Milan si prende un punto d'oro, un punto che permetterà al presidente Silvio Berlusconi di sopportare meglio cori offensivi e striscioni ironici che i 'comunistì livornesi gli hanno riservato. Il dinamismo del Livorno mette in difficoltà il Milan nella fase iniziale di gara. Con Mozart schierato davanti alla difesa a soffocare Ronaldinho, con Candreva a ridosso delle punte a far bella mostra di sè, e con le incursioni sulle fasce di Raimondi a destra e Moro a sinistra, La squadra della R2 Russo-Ruotolo, occupa tutte le zone di campo. La tattica e l' ardore degli amaranto costringono gli uomini di Leonardo a girare spesso a vuoto. E se da una parte è Miglionico a mordere le caviglie di Huntelaar, per la prima volta titolare in serie A, dall' altra è Ambrosini a dover usare le maniere dure per interrompere alcune buone trame di gioco degli avversari. Il risultato è che il Livorno, nei primi 20 minuti è pericoloso in tre occasioni e sempre la difesa mostra scricchioli. Prima (6') perde l' incursione di Raimondi che va al tiro costringendo Storari all' angolo, poi la coppia centrale Nesta-Thiago Silva fa la figura della bella statuina sulle elevazioni di Lucarelli che per due volte, con colpi di testa, sfiora il gol. Le tre palle gol e i 4 angoli conquistati in poco tempo fotografano la pressione amaranto a cui il Milan non trova come opporsi. Leonardo e Tassotti si sbracciano, ma le loro sono urla che cadono nel vuoto. Il Milan appare una piccola squadra e continua a patire, tanto che Storari è costretto ad esaltarsi su una doppia conclusione di Mozart (punizione 35') e Candreva che dopo lo impegna su calcio piazzato. La squadra di Leonardo è come stordita e non dipende dai cori e dagli striscioni contro il suo presidente Silvio Berlusconi, ma dalla veemenza del Livorno. Solo in una occasione i rossoneri riescono a dare prova di vitalità. Lo fanno al 37', quando Seedorf riesce a portare al tiro Pato con De Lucia che devia in angolo. I patemi, per il Milan, continuano anche ad inizio ripresa, quando a spaventare è ancora Lucarelli. Così Leonardo prova a correggere la squadra con Inzaghi e Pirlo che subentrano a Huntelaar e Ronaldinho, due che non si erano proprio visti. Si vedono, invece, i frutti dei cambi, complice anche il calo del Livorno. E Pirlo al 15', su punizione, centra la traversa. Ora il Milan è più vivo e riesce a sfruttare anche gli errori degli amaranto: sbaglia Filippini (21'), subentrato ad un esausto Mozart, e Seedorf innesca il contropiede che Inzaghi non riesce a finalizzare. Entrano Bergvold per Moro, Abate per Flamini, Marchini per Tavano. Il Milan va a fiammate, il Livorno arretra, ma tiene e riesce anche a finire all'attacco. La ditta R2, da stasera, ha qualche problema in meno, Leonardo qualche pensiero in più.
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LEONARDO AFFERMA DI ESSERE IL SOLO ALLENATORE DEL MILAN
Lo hanno accusato di inesperienza sin dal primo giorno di ritiro ed ora che il suo Milan si trova a doversi riprendere dal pesante ko nel derby, Leonardo finisce sul banco degli imputati, tanto che ieri la stampa estera parlava già di esonero. Lui prosegue per la sua strada e prepara la sfida contro il Livorno, rispondendo così alle critiche che gli vengono mosse:
"E’ la critica più scontata del mondo, è un dato di fatto. Si poteva scrivere che non ho esperienza anche se avessimo vinto 5-0. Sapevo che guidare il Milan non sarebbe stata una passeggiata, ma io vivo per le emozioni e, se sono forti, ben vengano".
E ben vengano anche le frecciate che gli rivolge il patron Berlusconi, deluso dalla sconfitta con l’Inter e non sempre d’accordo con le scelte dell’allenatore:
"Le dichiarazioni del presidente non mi mettono mai in imbarazzo: abbiamo patti chiari e lui non ha problemi nel dire certe cose ai giornali, perché prima le ha dette a me. E’ vero mi ha detto delle cose riguardo gli attaccanti e io gli ho esposto le mie considerazioni. Il presidente è una risorsa, io ascolto tutti ma poi prendo le mie decisioni in base a ciò che vedo durante la settimana".
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MILAN - INTER DERBY ALLA 2° GIORNATA IN DIRETTA STREAMING
Non ci dovrebbero essere grosse sorprese di formazione. Il Milan dovrebbe giocare con Storari tra i pali, linea difensiva composta da Zambrotta, Nesta, Thiago Silva e Jankulovski. Davanti alla difesa Pirlo, coperto da due "mastini" Gattuso e Flamini. In avanti giostrerà il trio che ha fatto bene a Sinea, ovvero: Ronaldinho, Pato e Borriello, preferito all'olandese Huntelaar. Il neo acquisto rossonero giocherà la sua prima partita ufficiale con il Milan, partendo da un derby, già molto importante, almeno per il morale. L'Inter cambierà faccia rispetto alla partita con il Bari. In porta ci sarà Julio Cesar, mentre Maicon, da destra, Lucio, Samuel e Chivu dovrebbero essere i quattro difensori in linea. A centrocampo le novità di Josè Mourinho: Muntari potrebbe sedere in panchina, mentre Santon potrebbe essere schierato a sorpresa al posto dell'ex Udinese. Zanetti davanti alla difesa, Stankovic trequartista, mentre Motta e Santon saranno i due centrali. Se il portoghese non dovesse schierare il giovane laterale, sarebbe pronto Patrick Vieira. In avanti, ovviamente, Eto'o e Milito, con Balotelli che partirà dalla panchina.
MILAN (4-3-3): Storari; Zambrotta, Nesta, Silva, Jankulovski; Pirlo Gattuso Flamini; Ronaldinho, Pato, Borriello. Allenatore: Leonardo.
INTER (4-4-2 rombo): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Santon (Vieira), Motta, Stankovic; Eto'o, Milito. Allenatore: Mourinho.
TIFOSO MILAN :
Una squadra dotata di grande tecnica, che si produce in un palleggio elegante, che cerca di arrivare al gol con il gioco, che nelle giornate di grazia dei suoi fuoriclasse è bellissima e irresistibile. Ma anche una squadra troppo spesso lenta e stucchevole, che si perde in un estenuante possesso palla, che soffre contro le formazioni chiuse, aggressive, tutto pressing e ripartenze, che stenta a sfondare con le spallate in area di rigore quando il gioco non ha fluidità. In sostanza, una squadra non adatta al campionato italiano, nelle ultime cinque edizioni – al netto di Calciopoli e del Guido Rossi Football Team – finito nelle mani tozze e nerborute della Juventus di Capello (due volte) e dell’Inter di Mancini e di Mourinho (tre volte), e mai in quelle lunghe, affusolate ed eleganti del Milan del talento e della classe.
Di chi stiamo parlando? Se la domanda l’avessimo posta solo pochi mesi fa, la risposta sarebbe stata facile facile: del Milan, ovviamente. Meno scontata la soluzione del rebus a voler porre lo stesso quesito oggi, con Inter-Lazio, Siena-Milan e Inter-Bari alle spalle.
A questo punto ci vuole il classico “aiutino”: chiudete gli occhi, e provate a pensare a Milan-Bologna dello scorso anno e, in rapida sequenza, a Inter-Lazio di questa stagione. I punti di contatto non sono soltanto nell’1-2 del punteggio finale, ma anche e soprattutto nel modo in cui il risultato è maturato. Parliamo infatti, indiscutibilmente, di due sconfitte immeritate, che – nell’illusione agostana dei tifosi meno accorti – “lasciano ben sperare per il futuro, perché se giochiamo così e se creiamo tante occasioni, alla lunga vinceremo”. E invece è vero proprio il ragionamento opposto: “se non vinciamo nemmeno giocando così, cosa dobbiamo fare per vincere?”.
Ma il parallelo non finisce qui. Prendete Inter-Bari e uno a caso fra i tanti pareggi stentati del Milan dello scorso anno contro le “piccole”, di quelle partite in cui il Milan giocava col pilota automatico con irritante sufficienza: “tanto il gol prima o poi lo facciamo, siamo troppo più forti di loro”, pensavamo. E tocchettavamo, ci sbilanciavamo, perdevamo palla sulla pressione degli avversari e al più il gol lo subivamo…
Da ultimo, per individuare un efficace termine di paragone con Siena-Milan di sabato scorso, potremmo attingere a piene mani al vasto catalogo di partite addentate con i canini dall’Inter macchina da guerra dello scorso campionato. Ma evocare vittorie dell’Inter è esercizio nel quale, per carità di patria, preferiremmo non produrci…
Il delirante sentiero che stiamo percorrendo a cosa dovrebbe portare dunque, forse a dire che l’Inter di quest’anno senza quello straordinario solista di Ibrahimovic, tutta permeata del talento di Milito ed Eto’o, sia inesorabilmente destinata a naufragare al largo come il Milan della scorsa stagione? E che il Milan che ha perso la classe inarrivabile, in campo e fuori, di Kakà, surrogandola con la corsa e la “garra” che sta iniettando Leonardo – erano anni che non si vedevano i nostri difensori strattonare gli avversari nelle mischie in area sui calci piazzati, roba da non credere! – vincerà senz’altro lo scudetto? Il sole di fine agosto è ancora forte, ma non è sufficiente a giustificare un’insolazione così acuta.
Si può però registrare – senza necessariamente proiettarci troppo avanti nel futuro – che in questi primi vagiti della nuova stagione è in corso un evidente mutamento di pelle delle due milanesi, imposto dalle partenze illustri di Kakà e Ibrahimovic. Il che non vuol dire che si siano invertiti i ruoli ma che, dal punto di vista dell’impostazione e della “filosofia” di gioco, Milan e Inter non sono più agli antipodi, ma si stanno avvicinando gradualmente l’una all’altra, e saranno costrette a sfidarsi su terreni nuovi, non congeniali a nessuna delle due per tradizione e per abitudine.
A cominciare da sabato, quando dovremo essere bravi a non farci irretire dal loro palleggio, ad avere pazienza e soprattutto a non scoprirci. Tenendo la linea difensiva molto alta rischiamo di pagare i movimenti di Milito se ci rubano palla a centrocampo mentre siamo sbilanciati in avanti. Occhio al loro canale centrale: senza Cambiasso e con Lucio che tende spesso a salire palla al piede, se dovessero funzionare i meccanismi del pressing di Siena e l’asse Ronaldinho-Pato non dovesse fallire la prova del nove, potremmo davvero mettere la partita su binari a noi favorevoli. Questa volta non ci saranno due armadi come Ibrahimovic e Adriano a far saltare il tavolo, e Mourinho dovrà inventare qualcosa di nuovo rispetto alla scorsa stagione.
Il mercato, insomma, si è divertito a sparigliare le carte, e da questo rimescolamento la logica vorrebbe che sia penalizzato chi, con lo status quo consolidatosi negli anni, era abituato a vincere. A meno che non torni di moda il “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa con il suo ineffabile motto: “Cambiare tutto perché nulla cambi”.
Il destino della stagione, però, non è tutto nell’endiadi Milan Inter. C’è il rischio che mentre noi stiamo qui a lambiccarci il cervello avvitandoci su noi stessi, qualcun altro possa scoprire che, alla fine, il mazziere ha le sembianze di un piccolo brasiliano col nome di un argentino che, anni fa, le carte le distribuiva molto bene. A quel punto dovremmo rassegnarci all’idea che, senza tanti sofismi, il Milan e l’Inter si sono indebolite e la Juventus si è rafforzata. A volte – ma, per fortuna, non sempre – il calcio rischia di essere sin troppo facile…
P.S.: In coda, una segnalazione utile per tutti i “veri milanisti”: sabato 29, con collocazione inconsueta nel giorno del derby, su Milan Channel andrà in onda una puntata speciale di “Milanello Oggi”, con un gioco per i vecchi e nuovi abbonati al canale. In palio le maglie di Nesta (per gli abbonati storici, almeno dal 31 agosto 2002) e di Flamini (per coloro che sono abbonati almeno dal 1 maggio 2008 e per quanti si abbonano in quest’ultima settimana). Un bel modo per vivere l’attesa di Milan-Inter e un’occasione da non perdere, per chi ancora non è abbonato, per entrare a far parte della famiglia di Milan Channel.
Post di Vittorio
TIFOSO INTER :
TRIDENTE, PRIMA O POI. Non avrei dubbi a giocare con il rombo se Cambiasso fosse disponibile e Muntari non fosse provato dal Ramadan (ormai ho aderito anche io alla convinzione nazional popolare che i musulmani praticanti non possono giocare bene per un mese, senza che per questo rinuncino allo stipendio). Così non è e non potendo puntare su dinamismo e intensità penso a colpire i punti deboli delle avversarie: le fasce difensive. Con Eto'o centrale e Milito e Balotelli larghi. Dal primo minuto o dal sessantesimo.
SANTON INTERNO E MUNTARI TREQUARTISTA? HA UN SENSO SOLO OGGI. Ben sapendo che Mourinho non inizierà mai a giocare con il tridente da me ipotizzato, si cerca una via alternativa che ristabilisca le qualità antiche di questa squadra: difesa,recupero palla e transizione. Per questo l'ipotesi Santon sul centro destra (binario con Maicon) e Muntari (sì, quello che non si allena bene perchè non può re-idratarsi e poi forse gioca come trequartista...)vertice alto del rombo su Pirlo ha un senso sulla carta. E' una scelta di non gioco che manda temporaneamente in soffitta tutti i discorsi sulla nuova filosofia, ma al derby vale tutto.
LASCIATE LIBERO MAICON. Il 424 di domenica ha costretto il Maicon non irresistibile di questi tempi a starsene blindato dietro. Limitare il Colosso non è saggio, anche perchè la fase difensiva non è il suo forte. Ecco quindi che il binario con Santon può essere un segnale che va nella direzione opposta a quella della ripresa di Inter-Bari. L'aria del derby farà bene al brasiliano e tornerà a far male. Anche perchè alternative di gioco ne vedo poche
NON LASCIARE SOLI ETO'O-MILITO. Confido nei lanci di Stankovic e nella visione di gioco di Motta per impedire che le nostre due punte giochino 90 minuti spalle alla porta. Con il Bari si è visto che così anche Ranocchia-Bonucci, non Nesta-Silva, possono limitarli. Ok il contropiede e la immediata verticalizzazione, ma proviamo a ribattere colpo su colpo. Diversamente dovranno fare tutto da soli. O meglio: Milito dovrà creare gli spazi per Eto'o.
BALOTELLI-SNEIJDER: SFRUTTIAMO LA PANCHINA. Più leggo le formazioni più sospiro al pensiero che nella ripresa possano entrare Mario e Wesley: l'attaccante più imprevedibile e l'unico che salta l'uomo, l'unico centrocampista che segna dalla distanza e calcia bene le punizioni.
E' un derby che passa attraverso la lingua portoghese quello che fra poche ore andrà in scena a San Siro. Tra bossanova e fado, forse come non mai, visto che i due 'conducator' della panchina rossonerazzurra avranno in comune la lingua, oltre che della pelota, anche della favella. Leonardo e Mourinho, così diversi e così interessanti, così 'belli' da vedere e da gustare. Ognuno a modo suo. Sarebbe bello prenderseli sotto braccio e farci una passeggiata, sia questa su di una spiaggia brasiliana o tra le viuzze di Lisbona. Se Leonardo ti conquista subito con il suo sguardo da copertina, sono sicuro che anche Mourinho, con il suo cupo cipiglio, sotto sotto riesce a trovare un sorriso ancora più apprezzato perché quasi 'strappato' da quella maschera 'busterkeatoniana' che si applica ogni volta prima della conferenza stampa.
E' lui comunque il più interessante del derby: non sai mai dove piazzarà l'affondo, non sai mai quale corda andrà a toccare. In questo è un vero fuoriclasse, capace di dribblare il più insidioso taccuino. Un Cristiano Ronaldo della parola, questo è certo. E anche stavolta non si è lasciato pregare: chi andava a pensare che, in pieno clima derby, con il Milan a cui pensare fra poche ore, lui ti va a tirare fuori Cobolli Gigli e la sfida tra Milan e Juventus all'ultima giornata? Un fuoriclasse. L'arrivo di Sneijder gli risolve tutti i problemi? Ma scherzate? E' appena arrivato, questa è la vera sfortuna, l'Inter di quest'anno è fortemente penalizzata dal non averlo potuto fare arrivare prima per il precampionato con il resto della squadra. "Diafolo di un Mourinhen", avrebbe sottolineato Bonvi nelle sue storiche 'Sturmtruppen'. E poi l'affondo sui giornalisti sul caso Muntari: un altro show di rara intensità e ilarità. E, possiamo dirlo, meritato per tutti coloro che avevano in effetti storpiato il significato delle parole di 'Mou' su un caso talmente delicato. Tanto che l'imbarazzo era quasi palese nelle domande successive della stampa anche più rinomata.
A Leonardo va invece la palma della gentilezza e del savoir-faire, ma questo era forse più scontato. Ascoltare Leo' è come parlare con un amico con cui confrontarsi ora su questo ora su quell'argomento. Il brasiliano è certamente più sottile nei modi, ma qualche frecciata, forse anche 'non voluta', riesce a farla partire nei confronti degli avversari, che 'omaggia' del titolo di squadra fisica, automaticamente togliendo loro quello di formazione talentuosa, che invece assegna al Milan. Il che proprio non è un trattamento con i guanti, sebbene sia servito con il sorriso. Sottile anche quando chiede al Milan di giocare male per riuscire a vincere in Italia, sottolineando come i rossoneri si siano invece imposti in Europa grazie al bel gioco. Il che, con grande senso dell'oratoria, implica l'assunto che i nerazzurri, che in Europa non alzano un trofeo 'che conta' da quasi mezzo secolo, giochino male al contrario del 'bel gioco' spesso innalzato a simbolo della grande epopea milanista. Un tocco di fioretto che nessuno dei presenti si è peritato di evidenziare, forse per evitare che al neotecnico venisse subito affibbiata la patente di 'anti-Mourinho' anche nella polemica. Un ruolo che il Leonardo visto in scena in questi giorni non sembra richiedere ma nemmeno pare avere paura di sostenere. Il derby, signori, è cominciato.
PER VEDERE IN DIRETTA IL DERBY DALLE 20.00 COLLEGATEVI AD UNO DEI CANALI DI WWW.JUSTIN.TV QUI
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Ronaldinho: «Alle bugie rispondo coi gol»
Assist, passaggi illuminanti, un tentativo di gol in rovesciata. Dopo la bella partita di Siena, il popolo milanista si chiede: Ronaldinho è tornato?
«Rispetto all’anno scorso sono un uomo felice. Gioco 90 minuti, ho la fiducia di tutti e mi sento bene. Se c’è allegria, anche il rendimento in campo ne risente».
Allora aveva ragione Berlusconi a puntare su di lei?
«Spero proprio di sì».
Il presidente le ha chiesto di diventare il trascinatore del Milan. È onorato o spaventato da questa responsabilità?
«Sono felicissimo. Questo allenatore mi dà fiducia, il presidente mi dà fiducia, la squadra crede in me. Questo è il momento più bello da quando sono al Milan».
È quale è stato invece il momento più imbarazzante? Salire sul tavolino per giurare davanti alla squadra di comportarsi da professionista?
«Non è vero, non è mai successo ».
Come non è vero? E il famoso patto del tavolino?
«Vede? Questa è l’ennesima falsità che gira sul mio conto. Io a differenza di altri non parlo mai delle cose del Milan. Quello che succede nello spogliatoio non deve uscire: nella mia carriera non sono mai andato in giro a raccontare i fatti della squadra.Ma io non mi arrabbio più. Ho deciso di rispondere solo sul campo».
Tra 48 ore avrà una bella occasione: il derby. È sbagliato pensare che la sua prima sfida con l’Inter fu il momento più esaltante della passata stagione?
«Quella notte rappresentò per me un momento marcante, decisivo. Segnavo il mio primo gol con la maglia del Milan, in un derby».
Che ricorda in particolare?
«Tutto: la partita, la felicità dopo il gol, la festa che mi fece la squadra».
Era il 28 settembre: dopo di allora sembrava che il suo cammino fosse in discesa. E invece cosa accadde?
«Mi capitarono diversi infortuni, l’allenatore mi lasciò fuori mandando in campo altri giocatori. Io mi dovevo abituare a un nuovo calcio e a un nuovo paese. Ora sono unuomo diverso: innanzitutto capisco l’italiano. All’inizio incontrai difficoltà perché non comprendevo niente di quello che mi dicevano. Ora ho tutte le istruzioni per l’uso per affrontare il campionato italiano».
È un caso che dopo lo sfogo di Kaká del novembre scorso, quando disse che lei a sinistra lo limitava un po’, Ronaldinho sia stato utilizzato con il contagocce?
«La formazione la faceva Ancelotti... ».
Però, a essere maliziosi, dopo di allora lei è stato impiegato sempre meno...
«L’allenatore ritenne che fosse meglio per la squadra che giocassero altri uomini».
Il luogo comune che l’ha ferita di più?
«Su di me circolano una serie infinita di falsità, ma sono preparato».
La puntualità non è il suo forte: anche oggi non si può dire che sia arrivato all’intervista in perfetto orario...
«Non è colpa mia, avevo altri impegni. Vede? È un luogo comune».
Barcellona la faceva vivere di più?
«No, è proprio come Milano. Abitavo a Castelldefels, un piccolo paese sul mare: se andavo a mangiare in città, il giorno dopo lo sapevano tutti. Come qui: vivo in una piccola cittadina vicino a Milanello ma quando ceno a Milano il giorno dopo tutti chiacchierano. Ecco perché preferisco vivere lontano dal centro: si può fare tutto e nessuno parla».
A Milano è arrivato il suo ex compagno blaugrana Eto’o. Vi siete già sentiti?
«No, mi sento sempre con Maicon ma parliamo di tutto tranne che di calcio».
In Catalogna si diceva che Samuel fosse geloso della sua leadership nel Barça.
«Ma no, è un amico. Non abbiamo mai avuto problemi. Ovunque è così: le cose malas, cattive, si vendono di più».
Vuole mandargli un messaggio prima del derby?
«Samuel, in bocca al lupo per tutte le partite con l’Inter a partire dalla terza di campionato... ».
La convivenza con fuoriclasse come Messi prima o Kaká poi l’ha frenata?
«Io non ho mai avuto problemi a giocare con i campioni. Ho giocato con Ronaldo, con Romario... Avere a fianco i fuoriclasse semplifica la vita, non la complica».
Il Barcellona è la squadra più forte d’Europa?
«Adesso sì, tutti vogliono batterla».
Il Milan dove può arrivare in Champions?
«Fino in fondo. Può diventare campione grazie agli uomini d’esperienza che ci sono qui».
Che cosa non le piace del calcio italiano?
«All’inizio mi dovevo abituare a una tattica diversa ma poi quando cominciano le partite il calcio è calcio ovunque».
Il presidente Berlusconi la vuole vedere in campo in posizione avanzata.
«Nella mia carriera ho sempre fatto il trequartista. Ora è giusto che io venga schierato dove vuole l’allenatore: di certo, più sono vicino alla porta avversaria e meglio è».
L’anno prossimo si giocheranno i Mondiali. Quanto le manca la Seleção?
«Tantissimo. Io voglio andare in Sudafrica e diventare campione del mondo. La convocazione di Dunga rappresenterà uno stimolo in più».
Quale obiettivo si è posto a inizio stagione?
«Sono venuto al Milan per vincere. Penso che sia arrivato il momento di farlo».
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ANTICIPO SERIE A Siena - Milan 1-2: una doppietta di Pato regala i primi tre punti ai rossoneri
Vittoria sofferta e preziosa per il Milan, che all’esordio sul terreno del Siena, piega 2-1 i toscani di Giampaolo, protagonisti di una discreta prestazione.
Gli uomini di Leonardo scacciano così per il momento le critiche piovute sulla squadra nel corso del precampionato, conquistando il primo successo della stagione, grazie a due reti del brasiliano Pato e portandosi momentaneamente da soli in vetta alla graduatoria, in attesa delle rivali che scenderanno in campo domani. Il tecnico brasiliano, che deve rinunciare al nuovo acquisto Huntelaar, squalificato, schiera Borriello al fianco del giovane brasiliano nel reparto offensivo, con Ronaldinho alle loro spalle.
Il primo tempo è equilibrato e i rossoneri passano alla mezz’ora con il Papero, servito sul filo del fuorigioco da un millimetrico assist dell’ex blaugrana. La reazione della squadra di casa è però immediata e dopo soli cinque minuti, Ghezzal mette in rete dopo una respinta di Storari su tiro di Jarolim. Ad inizio ripresa la rete decisiva, messa a segno ancora dal numero sette, dopo un’altra bella apertura di Ronaldinho, che Flamini trasforma in un assist sul quale il bomber milaniesta non deve fare altro che spingere in rete. Dopo il vantaggio, il Milan sfiora il colpo del ko in almeno due occasioni sempre con Dinho, poi nel finale, Storari deve salvare il risultato su un colpo di testa di Ficagna.
Per i milanesi vittoria meritata, nonostante qualche amnesia nel reparto difensivo (nel quale comunque il brasiliano Thiago Silva si dimostra all’altezza della situazione) in particolare per quanto riguarda le fasce laterali. Bene anche l’estremo difensore Storari, al quale si può rimproverare soltanto qualche uscita un po’ avventurosa, e soprattutto il trio d’attacco. Meno brillante invece il centrocampo, nel quale il migliore è Flamini, mentre Pirlo e Gattuso appaiono piuttosto fuori condizione.
Tabellino
SIENA - MILAN 1-2
SIENA (4-3-3): Curci; Rossettini, Ficagna, Brandao, Del Grosso; Vergassola, Codrea, Fini; Jarolim, Ghezzal, Maccarone. A disposizione: Pegolo, M.Rossi, Terzi, Genevier, Parravicini, Paolucci, Reginaldo. All.: Giampaolo.
MILAN (4-3-1-2): Storari; Zambrotta, Thiago Silva, Nesta, Jankulovski; Gattuso, Pirlo, Flamini; Ronaldinho; Borriello, Pato. A disposizione: Roma, Onyewu, Antonini, Abate, Seedorf, Ambrosini, F.Inzaghi. All.: Leonardo
MARCATORI: 29′ e 48′ Pato (M), 34′ Ghezzal (S)
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Trofeo Tim 2009: il classico d'estate poco amichevole
Stasera al via la classica sfida di mezza estate del Trofeo Tim, in campo le tre favorite per il prossimo campionato di calcio: Inter, Juve e Milan.
All'Adriatico di Pescara scendono in campo Inter, Juventus e Milan, pronte a darsi battaglia per aggiudicarsi il banco di prova estivo del Trofeo Tim. Squadre a ranghi ridotti con molte assenze di rilievo come Eto’o, Lucio, Maicon, Zanetti, Del Piero, Camoranesi, Trezeguet, Diego, Sisso ko, Pirlo, Ambrosini, Zambrotta e Seedorf; presenti assicurati invece Milito, Balotelli, Iaquinta, Buffon, Ronaldinho, Pato e Huntelaar, Roma. I bianconeri di Ferrara non hanno mai vinto la competizione sin dalla sua prima edizione.
PROGRAMMA
Ore 20.30: Inter-Juventus
ore 21.30: Mila-perdente gara1
ore 22:30: Milan-vincente gara1
ALBO D'ORO
2001 (a Trieste) MILAN;
2002 (a Trieste) INTER
2003 (a Ancona) INTER
2004 (a Milano) INTER
2005 (a Trieste) INTER
2006 (a Milano) MILAN
2007 (a Milano) INTER
Amichevoli, ma non troppo. Il classico appuntamento estivo del trofeo Tim riserva ogni anno nuovi spunti per non etichettare le sfide tra Juve Milan e Inter come fiacche partitelle estive. La formazione nero azzurra di Mourinho deve subito riaffermare la propria leadership, vacillante dopo la sconfitta cinese in Supercoppa italiana contro la Lazio, mentre la Juve cercherà di confermare lo status di "sfidante ufficiale" al titolo di campioni d'Italia. Il Milan ha altre motivazioni: quast'anno i pronostici sono impietosi contro la formazione rossonera, reduce da una pre-stagione pressoché fallimentare. il tecnico Leonado, sostituto di Ancellotti sulla panchina milanese non ha ancora convinto tecnici e tifosi e non ci sarebbe niente di meglio che sbaragliare a sorpresa le acerrime nemiche per riacquistare credito nel borsino estivo che come ogni anno decreta, con fin troppo anticipo, promossi e bocciati del nostro campionato
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Milan, un interesse morboso per la sconfitta dell'Inter in Supercoppa...
La finale di supercoppa tra inter e lazio, vinta dalla lazio per 2 a 1 grazie ai gol di Matuzalem conun pò di fortuna, in seguito arriva il goal con un bellissimo pallonetto di Rocchi. Per l'inter segna Eto'o ed è il suo primo e anche bel gol in maglia nerazzurra.I critici di tutto e tutti non mi sono mai piaciuti, a maggior ragione quelli che sparano su chi (più o meno) fa il proprio mestiere. Spesso è facile trinciare giudizi, regalare frasi altisonanti, poi un'altra cosa è trovarsi nella situazione specifica. Allora mettiamola così: parlerò da tifoso. Il ko dell'Inter in Supercoppa penso che autorizzerà molte persone che non tifano per la squadra nerazzurra (un esempio a caso: milanisti e juventini), domani, a ricoprire di giusti sfottò i rivali di sempre. Ci sta, anzi, è il sale del calcio, come si suol dire. Ci sta meno, secondo me, che una squadra che oggi nemmeno giocava un impegno ufficiale, sottolinei sul proprio sito ufficiale, pur senza citare mai i 'rivali', di essere rimasta quella che, in Italia, ha ancora in bacheca il più alto numero di 'supercoppe'.
Parlo del Milan, e del suo, direi inspiegabile, gongolio per il ko dei rivali. Certamente non ammesso chiaramente, ma percepibile da una notizia di cui si poteva fare tranquillamente a meno.
Sarebbe curioso scoprire se, in caso di vittoria dell'Inter, la lena produttiva sarebbe stata la stessa. La notizia 'L'Inter ha raggiunto il Milan nella classifica delle vittorie in Supercoppa' avrebbe trovato dignità sul sito rossonero? Impossibile saperlo, ma io ho una mia idea.
Non mi spingo oltre, ognuno tragga le proprie conclusioni, ma credo comunque che siano altri i palcoscenici dove il Milan debba dimostrare la propria superiorità cittadina. A cominciare dal prossimo derby, visto che l'ultimo (sia di campionato che estivo) è andato appannaggio dei nerazzurri.
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