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  • The Men who stare at Goats: arriva la locandina

    Presentato fuori concorso alla 66° Mostra del Cinema di Venezia, The Men Who Stare at Goats ci regala oggi il primo coloratissimo poster, che potete trovare dopo il salto. Diretto da Grant Heslov, e tratto dal libro Capre di guerra di Jon Ronson, l’esilarante commedia vede protagonisti George Clooney, Ewan McGregor, Jeff Bridges e Kevin Spacey, per un debutto nelle sale americane previsto per il 6 novembre (che diventa il 4 dicembre per i cinema nostrani). Bob Wilton, giornalista timido e impacciato, viene lasciato dalla moglie e si reca in Medio Oriente affamato di rivalsa e in cerca dello scoop della sua vita. Qui scopre un reparto segreto dell’esercito statunitense che si prefigge di utilizzare facoltà paranormali in campo bellico. L’incontro con Lyn Cassidy, da oltre vent’anni membro del reparto e attualmente impegnato in una misteriosa missione, gli aprirà le porte verso una nuova realtà, scoprendo che l’esercito e il modo di combattere sono cambiati, infatti il bizzarro reparto, fondato nel 1983, si prefigge di utilizzare poteri psichici per poter leggere i pensieri del nemico, passare attraverso solide mura e perfino uccidere una capra semplicemente fissandola.

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  • VENEZIA I LOVE YOU - Cheng Du , I Love you ( 成都﹐我愛你) VIDEO
    E’ il film di chiusura della 66° Mostra del Cinema di Venezia, e racconta due storie d’amore entrambe ambientate nella città di Chengdu. La prima ha luogo in un ipotetico 2029, dove si dipananao le ambivalenti emozioni di una ballerina di samba combattuta tra la riconoscenza, la vendetta e l’amore. La seconda, ambientata nel 1976, narra le vicende di un vecchio maestro di tè che si innamora di una giovane e bella cameriera. Siamo in piena rivoluzione maoista e il vecchio maestro si finge pazzo per i sensi di colpa nati dopo aver denunciato un caro amico al regime. Un film dalle bellissime immagini, che riesce addirittura a mettere in discussione il caro regime comunista in maniera intelligente ed ironica. Girato con sapienza, ci mostra delle bellissime e nitidissime immagine della Cina del presente e del futuro. Il regista ci fa scoprire Chengdu non solo attraverso il tragico terremoto del 12 maggio 2008 ma anche attraverso tutti gli elementi culturali di cui la città è pregna, dal cibo piccante al cambio delle maschere. Ma Fruit Chan non è certo una scoperta di questa edizione del Festival, bensì uno dei registi più celebrati del suo paese ed è stato già stato insignito del Pardo d’oro a Locarno. Fruit Chan è anche uno straordinario innovatore nell’ambito della tradizione, come ben si vede quando il film mostra le moltissime affinità che uniscono le arti marziali ed il rock. Insomma nel suo film si respira una ventata di libertà veramente invidiabile, perfetta conclusione di un Festival che non si dimentica mai di guardare verso oriente.

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  • FABRIZIO CORONA NUDO NEL FILM VIDEOCRACY - VIDEO
    Il re dei paparazzi sorprende anche in veste di attore. Come mostrano le immagini nella photogallery ha dovuto girare alcune scene per un film completamente nudo.

    Fabrizio Corona crea scandalo anche in veste d’attore.

    L’ultimo scoop, che ha fatto parlare di lui, riguarda alcune immagini di un film che ha girato. Il docufilm in questione è Videocracy di Eric Gandini, un film che ha già creato più di una polemica a causa delle innumerevoli critiche fatte al Governo.

    Adesso sono arrivate anche alcune foto che ritraggono Corona nudo mentre si tocca le parti intime. Ormai con Fabrizio Corona non c’è più da stupirsi, qualsiasi cosa fa crea scandalo. Non è la prima volta che si mostra completamente nudo.

    Prima dell’estate, infatti, era stato fotografato mentre faceva sesso all’area aperta con la sua compagna, Belen Rodriguez, a giudicare dalle immagini sembra proprio che ci abbia preso gusto.

    VIDEOCRACY: 

    Un Film Documetario di Erik Gandini.
    In una videocrazia la chiave del potere è l'immagine.
    In Italia soltanto un uomo ha dominato le immagini per più di tre decenni. Prima magnate della TV, poi Presidente, Silvio Berlusconi ha creato un binomio perfetto caratterizzato da politica e intrattenimento televisivo, influenzando come nessun altro il contenuto della tv commerciale in Italia.
    I suoi canali televisivi, noti per l'eccessiva esposizione di ragazze seminude, sono considerati da molti uno specchio dei suoi gusti e della sua personalità.


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  • FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA: Samuel Maoz parla del suo FILM LEBANON
    Vincitore della 66esima Mostra del cinema di Venezia, Lebanon, il film israeliano girato dentro l’ormai arcinoto carro armato ha incuriosito pubblico e critica. Ne abbiamo parlato con il regista Samuel Maoz.

    Come è stato fare un lavoro così personale?
    Samuel Maoz: L'intero film si svolge all'interno del carro armato mentre la guerra è vista solamente attraverso il mirino ed è stata creata dalla mia mente con l'intenzione di usare le memorie del mio soggetto, questo è stato il filtro attraverso il quale ho voluto raccontare la mia storia. Non voglio che il pubblico comprenda solamente il sentimento, ma voglio che lo provi, perché in questo caso ho avuto bisogno di creare questa situazione in cui metto il pubblico all'interno del carro armato per farlo identificare completamente con il personaggio: vedi quello che vedono, sai quello che sanno, perché l'idea è che si vuole uno spettatore oggettivo che guarda di fronte a sè e che lo provi.


    È sicuro che le sue memorie non l'abbiano ingannata?
    Samuel Maoz: Parlando degli eventi per esempio, alcune cose sono accadute, altre no. Non c'è un sentimento personale nel contesto documentaristico ma ci si trova nell'esperienza emozionale. Il timone degli eventi è di provvedere o di stabilire attorno alla storia centrale quella dei quattro personaggi principali, si tratta di una memoria emozionale.
    Lebanon è un sentimento personale contro la guerra con un orribile dilemma personale sulla volontà di sopravvivere di fronte alla propria morte, una situazione in cui il conflitto tra i propri istinti primari di sopravvivenza dove la morale umana distrugge la tua anima e ti spinge a combattere per la tua vita e non hai tempo per pensare se è giusto o sbagliato.


    Avete tradotto nella versione ebraica le parole degli ostaggi?
    Samuel Maoz: Si tratta di un grande dilemma e non abbiamo ancora preso una decisione a riguardo perché come ho detto voglio che il pubblico sia dentro il carroarmato e che sappia solamente quello che sa il personaggio, dall'altra parte questa è l'unica volta in cui questa informazione possa essere data al pubblico.
    Il nostro dilemma è di tradurre quello che dicono gli ostaggi in ebraico e il film uscirà in Israele questo ottobre, quindi abbiamo ancora tempo per decidere.


    È da molto tempo che pensa di fare un film sulla guerra, perché lo ha fatto proprio adesso in questo particolare momento?
    Samuel Maoz: Perché avevo bisogno di distanziarmi da questi sentimenti come regista. La selezione degli eventi, l'ordine di apparizione, rifinire la comprensione e sopratutto la combinazione tra l'iperrealismo, la coscienza e l'inconscio, tutti questi elementi sono prodotti della mia dolorosa memoria che ho usato e sono passato attraverso ad un processo molto articolato che è servito per lasciare far fare al pubblico un viaggio nella coscienza in cui l'ignara anima del bambino è riflessa attraverso la sua anima matura.

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  • NEWS FROM VENICE: 66esima mostra del cinema di Venezia NAKED VIDEO
    Ieri, ultimo giorno della rassegna, sono stati assegnati i premi finali. A vincere il Leone doro come miglior film, è stato lisraeliano Lebanon, film del regista esordiente Samuel Maoz, che racconta la guerra, le violenze, la dura vita di ragazzi mandati allo sbaraglio. Delusione per Baaria di Giuseppe Tornatore, un film sul quale Medusa, la casa distributrice, aveva puntato molto e che invece torna a casa senza premi. Una scelta forte, anche militante probabilmente, quella di premiare il film israeliano da parte della giuria presieduta da Ang Lee.
    Scelta che accomuna anche il secondo premio, il Leone dargento che va al politico Women without men della regista Shinin Neshat, un afferesco dellIran anni 50 e la sua protesta contro il regime. Ma i film più applauditi, che ha messo daccordo critica e pubblico,sonoo senza dubbio la commedia culinaria Soul Kitchen di Fatih Akin, al quale va il Gran Premio della Giuria. Premio, e Mr Nobody di Jaco Van Dormaelm al quale va il premio per il miglior contributo tecnico. Il premio Osella per la sceneggiatura s elo aggiudica, invece, Life during wartime di Todd Solonds.
    LItalia può sorridere solo per la Coppa Volpi assegnata come miglior interpretazione alla russa Ksenia Rappoport per La doppai ora. Scelta tra laltro controversa, dato che sembra più un premio consolatorio per un film che comunque era piaciuto alla giuria.O forse per la stessa Medusa che si era presentata a questa 66esima Mostra con quattro film made in Italy. Un riconoscimento bissato anche da Jasmine Tinca, protagonista del Grande sogno, a cui va il premio Mastroianni per la migliore promessa. La coppa Volpi per la miglior interpretazioen maschile va invece a Colin Firth, che interpreta la parte di un professore gay nel film A single man di Tom Ford. Un premio scontato, vuoi per lottima prova dellattore, vuoi per la tematica al solito foriera di riconoscimenti.
    Sorprendono i mancati riconoscimenti, oltrre che a Baaria, al politico Capitalism: a love story del solito Michael Moore o al religioso Lourdes di Jessica Hausner. Tra gli altri film premiati, nella sezione Orizzonti, da citare il filippino Engkwentro di Pepe Diokno che si aggiudica il premio De Laurentiis per la miglior opera prima , e 1428 di Haibin Du, un documentario sul terremoto del Sichuan che è iniziato proprio alle 14:28 del 12 maggio 2008, che si aggiudica Orizzonti Doc.

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  • Aggiornato l’elenco dei cinema 3D in Italia
    Volete guardare un film in 3D ma non conoscete sale cinematografiche attrezzate per la visione tridimensionale delle nuove pellicole? Nessun problema, basta consultare l’elenco aggiornato dei cinema 3D per trovare la sala più vicina a voi.

    Epoca d’oro per il cinema stereoscopico. La prossima stagione cinematografica promette davvero bene per tutti gli amanti del 3D, diverse pellicole di spicco sono previste (una su tutte: Avatar) o addirittura di prossima uscita nelle sale. Tutti film che possono essere visionati in una tradizionale modalità 2D oppure sfruttando la spettacolarità e l’immersività di una visione 3D.

    E’ stata una faticaccia ma finalmente la lista è stata aggiornata e allo stato attuale può ritenersi corretta e completa (salvo i soliti probabili errori e omissioni). Consultando diverse risorse (cartacee, online, tv) e i siti web dei singoli cinema ho cercato di redigere una lista che spero possa rivelarsi utile per quanti desiderino guardare in 3D il loro prossimo film al cinema.

    L’elenco è diviso per regione e fornisce anche i links ai siti web ufficiali dei singoli cinema (quando presenti), utili per reperire diverse informazioni quali la programmazione, indirizzo, numero di telefono e così via. In alcuni casi è indicato anche il sistema 3D utilizzato: RealD, Dolby 3D o Xpand 3D.

    Trovate il suddetto elenco QUI. Se siete a conoscenza di informazioni utili per completare, correggere o modificare la lista, siete caldamente invitati a fare le vostre segnalazioni nei commenti. Ogni contributo è vivamente apprezzato. Lo scopo è quello di fornire un punto di riferimento a tutti gli appassionati del cinema tridimensionale.

    In un altro articolo di questo blog potete invece trovare un elenco dei principali film 3D del passato e previsti nei prossimi anni.

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  • I film della 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nei Cinema di Roma XV_rassegna_I-Grandi-Festival- Da-Venezia-a-Roma_2009
    Da oggi al 22 settembre arriva nei cinema di Roma, una selezione di titoli della 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. In nove giorni di programmazione, 12 cinema romani propongono in anteprima assoluta, in versione originale con sottotitoli italiani, ben 34 film che arrivano dalla Mostra.

    La XV edizione della rassegna “I Grandi Festival…da Venezia a Roma”, organizzata da ANEC Lazio con il sostegno del Comune di Roma, si inaugura oggi al Cinema Greenwich con Domain (Dominio) di Patric Chiha (18,00) e Levanon (Lebanon) di Samuel Maoz (20,30 - 22,30).
    Al Cinema Intrastevere con Kakraki (Come gli scampi) di Ilya Demichev (18,00) e Good Morning Aman di Claudio Noce con V. Mastandrea, A. Caprioli (20,30 -22,30). Al Cinema Farnese con Francia di Israel Adrián Caetano (18.30), e per “Giornate degli Autori -Venice Days”, Apan – The Ape di Jesper Ganslandt (20,00). Per i prossimi giorni, sul sito di ANEC Lazio trovate il programma della rassegna da scaricare. A conferma del fatto che tutte le Vie portano a Roma, anche quelle del Cinema. Buona Visione!

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  • PLACIDO FURIOSO: non sono un parassita denuncio Brunetta Michele Placido (Ansa)
    Il riferimento fatto venerdì dal ministro Renato Brunetta ai «cineasti parassiti» ha irritato molti. In particolare, quello sull'Italia «placida e leggermente schifosa» ha portato Michele Placido a querelare il ministro per calunnia: «Sono indignato, anzi indignati siamo io e i miei familiari perché ha usato il mio nome», ha commentato da Venezia, dove aveva portato il suo film sul '68, Il grande sogno.

    Dopo una notte di silenzio, il regista ha affidato
    il contrattacco ad una lettera aperta al ministro. Si legge: «Ha sbagliato persona, per questo la denuncio. Questo signore che lei chiama Placido, leggermente schifoso, lavora per il comune di Roma, Teatro Tor Bellamonaca, gratis da cinque anni e gratis ha creato un teatro in Calabria. I miei ultimi tre film di sovvenzioni non ne hanno avute e hanno incassato 14 milioni di euro. Non voglio dilungarmi sulla mia carriera come attore con lavori con Monicelli, Rosi, Tornatore, Albertazzi, Strehler, Ronconi: fannulloni anche loro? In Francia sarei un pezzo della cultura francese, qui sono un pezzo come ha detto lei leggermente schifoso. La denuncio per questo, ma forse vengo ingiuriato perché non ho mai votato per Berlusconi?». E ancora: «Ho sempre cercato di servire lo Stato pensando che cinema e teatro hanno una funzione civile importante. La denuncio perché offende il mio nome, la mia dignità e non distingue come non ha distinto 40 anni di lavoro». Infine, un sibillino post scriptum: «Il mio prossimo film è prodotto dalla Fox e l'anno prossimo mi trasferisco in Francia per un contratto come regista già firmato con la Pathé cine. Le voglio ricordare il titolo del film, Miserere!. E non è una battuta».
    A dare una risposta, dopo il «no comment» di Brunetta, ci ha pensato Sandro Bondi: «Piena solidarietà a Brunetta, denunciato da Placido per aver espresso ciò che pensa la maggioranza degli italiani e ciò che penso anche io». Intanto, contro il suggerimento di «chiudere il rubinetto del Fus», sono intervenuti il presidente e il coordinatore di Centoautori, Stefano Rulli e Andrea Purgatori: «La risposta alla becera propaganda di Brunetta è ricordargli che da anni chiediamo una legge che sganci il cinema dalla politica». Alle critiche si è associato Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Pd: «Le parole di Brunetta entrano in quel sistema intimidatorio che sembra l'unico che il governo conosca. "Via i fondi se non vi comportate bene". Questo è il messaggio».

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  • MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 66: voti e considerazioni finali


    Venezia 66: voti e considerazioni finaliLa Mostra di Venezia ha poco rispetto per il suo pubblico, e in realtà pare averne poco anche per i suoi autori. Potrebbe suonare come una sentenza, una presa di posizione un po’ aprioristica, quasi snobistica. E invece è frutto di una visione continua durata 11 giorni e che conferma purtroppo il fatto che, invece di migliorare, l’organizzazione di un evento di tale portata non rispetta le promesse con i suoi partecipanti.

    Se da una parte la proiezione inizia con un ritardo di 40 minuti e coi sottotitoli sfasati di una ventina di secondi (è il caso del film di Solondz), dall’altra la prima stampa del film di Ferrara non parte nemmeno per una decina di minuti. Tra i ritardi troppo presenti, spunta poi lo spirito maligno dell’aria condizionata, anche quando fuori si scatena l’inferno di freddo e vento. Risultato? Un’orchestra di tosse e starnuti dappertutto, con febbre a paralizzare metà accreditati.

    Mentre salta un panel della Pixar, si continua a ragionare sul perché continuare a non riempire le sale fino alla fine, lasciando fuori gente. Nonostante la riorganizzazione degli spazi per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema, ci avevano promesso una Mostra comunque “più efficiente ed ospitale rispetto alle passate edizioni”, ricordate? Falso: i disagi ci sono tutti, e la ristorazione e i prezzi sono al solito allucinanti. Aggiungiamoci una Sala Perla 2 in fondo inutile e mal costruita (posizione, acustica, temperatura, e la sera tardi diventa una discoteca perché si sente tutto il dj set notturno) e un’intera sezione Controcampo da rivedere (perché i suoi film passano in sale che nessuno vuole più ormai) e siamo a posto.

    Permetteteci questa “piccola” digressione, ma la Mostra è volenti o nolenti anche questo: ribadiamo il concetto che al Lido non si guardano solo film, ma si lavora e si vive per più di 10 giorni. Ma appunto i protagonisti sono i film, e quest’edizione non è stata avara di bei risultati, per niente.

    Il concorso ha offerto una serie di pellicole che hanno convinto, diviso, divertito e fatto parlare di sé, e l’impressione è quella che i selezionatori abbiano azzeccato la descrizione di quel decantato “sismografo” sullo stato del cinema contemporaneo. Bel concorso, con grandi autori, nuove scoperte e bei titoli.

    Solondz è vivissimo, cattivo e indipendente fino al midollo, e il suo film correremmo a rivederlo anche ora; attendetelo pure perché ce l’ha la Archibald. Akin si riconferma autore da seguire, con un’energia invidiabile che ha fatto forse scattare l’applauso più lungo e caloroso. Chéreau ha convinto poco, ma continua a fare il suo cinema sottile e ragionato, sotto sotto davvero emozionante e unico. Due i grandi esclusi dal palmarès finale: Jessica Hausner, una delle sorprese della competizione, e l’arrabbiatissimo e convincente Michael Moore.

    Lebanon, il Leone d’Oro diretto da Maoz, è un film forte, originale ed emozionante, girato benissimo e con momenti da non dimenticare. Si comporta bene Herzog con i suoi due film in gara, ma non troppo per esaltare la critica e la giuria: gli accreditati però sono soddisfatti. Sorprendente l’esordio di Tom Ford, elegantissimo eppure sincero, un po’ patinato ma onestissimo. Fedele al romanzo di partenza, The Road ha diviso proprio per questo motivo: ma è cinema capace di scuotere. Come quello di Brillante Mendoza, che con Lola ha uno sguardo indovinato sull’ambientazione e sui personaggi delle sue due “nonne coraggio”.

    Capitolo delusioni. Maher, immaginiamo con un budget comunque robusto, filma un film statico, mai appassionante, che con il maestro Chahine non c’entra nulla. Tsukamoto rifà se stesso, copia dai precedenti Tetsuo le idee migliori, ripulisce freddamente lo stile e non offre una nuova visione sul tema. Tornatore e Placido non sono all’attesa delle aspettative, il primo impegnato a ricercare il grande kolossal e perdendo la bussola, il secondo non riuscendo a convincere né con la storia né con la Storia, così come accade più o meno a Yonfan. Romero torna indietro, ma c’è chi applaude: chi scrive c’ha messo un po’, e in modo non poco difficile, a metabolizzare il fatto di essere rimasto deluso.

    Qualche titolo sparso nelle altre sezioni. L’esordio come regista di Heslov è intelligente ed esilarante, così come è speciale, “accademico” ma ipnotico l’esperimento di Greenaway, presente in sala per commentare durante la proiezione. Molto bello Valhalla Rising, davvero tosto ma capace anche di prendersi momenti di angosciante silenzio. Robusto Fuqua, non male Soderbergh. Alcuni film da vedere dalle Giornate degli Autori e Settimana della Critica: Domaine, Celda 211, Metropia e Videocracy.

    Ma il film più bello della Mostra è il suo: Frederick Wiseman firma un altro documentario da non perdere, che varrebbe la pena studiare e custodire come il resto della sua filmografia. Ed è bello constatare che anche i colleghi del Mouse d’Oro l’hanno pensata allo stesso modo: a lui va il Mouse d’Argento come miglior film fuori dalla competizione ufficiale. Un bel risultato, per Wiseman (che batte tutti - lo urliamo! - gli altri film fuori dal concorso) e per il neonato premio della critica on line, che ha premiato Solondz, ovvero la pellicola più bella in gara per il Leone d’Oro, con il premio maggiore.

    Una bella mostra, un bel concorso, alcune belle sorprese. Rovinato in parte da un’organizzazione da rivedere. Perché il prossimo anno sarà uguale a questo, se non peggio, visto che i lavori del Palazzo inizieranno davvero. Quanto sarebbe bello riavere un programma come questo e uno spazio più vivibile, davvero un sogno…




    Di seguito tutti i voti, personalissimi e discutibili, dei film visti quest’anno. Per i film in concorso, accanto tra parentesi c’è il voto finale della giuria del Mouse d’Oro.

    Concorso
    Baarìa - di Giuseppe Tornatore (5,99)

    Voto: 5
    The Road - di John Hillcoat (6,87)

    Voto: 7 abbondante
    Life during wartime - di Todd Solondz (7,95)


    Voto: dall’8 al 9
    Lourdes - di Jessica Hausner (7,41)

    Voto: 8
    Lei wangzi (Prince of Tears) - di Yonfan (4,94)

    Voto: 5
    Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans - di Werner Herzog (7,16)


    Voto: dal 7 all’8
    Tetsuo the Bullett Man - di Shinya Tsukamoto (6,00)

    Voto: dal 5 al 6
    My Son, My Son, What Have Ye Done - di Werner Herzog (7,09)

    Voto: dal 7 all’8




    Yi ngoy (Accident)
    - di Soi Cheang (7,01)

    Voto: 7
    Persécution - di Patrice Chéreau (6,02)

    Voto: 8 abbondante
    Capitalism: A Love Story - di Michael Moore (7,67)

    Voto: 8




    White Material
    - di Claire Denis (5,88)

    Voto: 7
    Ahasin Wetei (Between Two Worlds) - di Vimukthi Jayasundara (5,76)

    Voto: dal 5 al 6
    Questione di punti di vista - di Jacques Rivette (6,91)


    Voto: 7
    Lebanon - di Samuel Maoz (7,48)

    Voto: 8
    Lo spazio bianco - di Francesca Comencini (6,39)

    Voto: dal 6 al 7
    Zanan bedoone mardan (Women Without Men) - di Shirin Neshat (5,71)


    Voto: 6
    Survival of the Dead - di George A. Romero (6,05)

    Voto: 5
    Al Mosafer (The Traveler) - di Ahmed Maher (4,26)

    Voto: 4
    La doppia ora - di Giuseppe Capotondi (7,22)


    Voto: dal 6 al 7
    Soul Kitchen - di Fatih Akin (7,74)

    Voto: 8
    Lola - di Brillante Mendoza (6,42)

    Voto: dal 7 all’8
    Mr. Nobody - di Jaco van Dormael (5,83)


    Voto: 7
    A Single Man  - di Tom Ford (7,62)

    Voto: dal 7 all’8
    Fuori concorso
    REC 2 - di Jaume Balaguerò e Paco Plaza

    Voto: 6

    Valhalla Rising - di Nicolas Winding Refn

    Voto: 8
    The Informant! - di Steven Soderbergh

    Voto: 7
    Brooklyn’s Finest - di Antoine Fuqua


    Voto: 7
    South of the Border - di Oliver Stone

    Voto: dal 6 al 7
    Napoli Napoli Napoli - di Abel Ferrara

    Voto: 6 (ma la parte fiction…!)
    The Men Who Stare at Goats - di Grant Heslov


    Voto: 8
    The Hole - di Joe Dante

    Voto: 6
    Orizzonti
    Francesca - di Bobby Paunescu

    Voto: dal 5 al 6
    Pepperminta - di Pipilotti Rist


    Voto: 2
    Io sono l’amore - di Luca Guadagnino

    Voto: 1
    Repo Chick - di Alex Cox

    Voto: 3
    Korotkoye Zamykaniye (Crush) - di Petr Buslov, Alexei German Jr., Boris Khlebnikov, Kirill Serebrennikov, Ivan Vrypayev


    Voto: 7
    La Danse - Le Ballet de l’Opéra de Paris - di Frederick Wiseman

    Voto: 9
    The Marriage - di Peter Greenaway

    Voto: 8 all’insieme
    Tris di donne & abiti nuziali - di Vincenzo Terracciano


    Voto: 5
    Giornate degli Autori
    Apan (The Ape) - di Jesper Ganslandt

    Voto: dal 6 al 7
    Barking Water - di Sterlin Harjo

    Voto: dal 5 al 6
    Celda 211 - di Daniel Monzón


    Voto: 7
    L’amore e basta - di Stefano Consiglio

    Voto: 6
    Settimana della Critica
    Metropia - di Tarik Saleh

    Voto: 7

    Videocracy - di Erik Gandini (in collaborazione con le Giornate degli Autori)

    Voto: 7
    Domaine - di Patric Chiha

    Voto: 8
    Listicky (Foxes) - di Mira Fornay

    Voto: dal 5 al 6

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  • Venezia 66: Leone d'Oro a Lebanon e TUTTI I PREMI DELLA MOSTRA 2009 VIDEO Venezia 66: Leone d'Oro a Lebanon di Samuel Maoz - Tutti i premi del festival
    Vincono la voglia di pace e la voglia di convivenza in una democrazia degna di tal nome. E’ questo il verdetto della Giuria Internazionale della 66. Mostra del Cinema di Venezia. Il Leone d’Oro al bellissimo e forte Lebanon guarda alla memoria dei soldati che sono sopravvissuti alla guerra ma continuano a ricordare immagini terribili, traumi mai sorpassati.

    Il Leone d’Argento a Shirin Neshat per la sua elegantissima regia di Women Without Men dà l’occasione all’artista di poter ribadire ancora la pace e la convivenza con il suo popolo, l’Iran, con un film di urgente attualità. Anche il Premio della Giuria al folle e divertentissimo Soul Kitchen di Fatih Akin alla fine porta in senso lato un messaggio che si può riportare alla convivenza e alla felicità: solo volendo e credendoci si possono ottenere risultati impensati.
    Colin Firth vince meritatamente la Coppa Volpi per la sua misurata e commovente interpretazione nella sorpresa A single man di Tom Ford; faranno discutere invece - possiamo immaginare - la Coppa Volpi a Ksenia Rappoport (in realtà davvero brava) per La doppia ora e il Premio Mastroianni a Jasmine Trinca per Il Grande Sogno, che rivelazione fu forse ancora con La stanza del figlio e La meglio gioventù.

    Meritatissima l’Osella alla sceneggiatura per lo splendido Life during wartime, che sarebbe stato bello ipoteticamente poter vedere nel podio, personalmente. Altrettanto meritata l’Osella per la scenografia (finalmente non alla fotografia: un po’ di originalità) del discusso Mr. Nobody.
    Commovente il doppio premio (Orizzonti e Leone del futuro come miglior opera prima) a Pepe Diokno per il suo Engkwentro: purtroppo non ho visto il suo film, ma la convinzione dei componenti delle giurie che l’hanno premiato era tanta quanto la sua felicità ed incredulità. Si conclude così la Mostra del Cinema del 2009: tra poco un lungo post riassuntivo con voti e commenti.

    Leone d’Oro: Levanon (Lebanon) di Samuel Maoz

    Leone d’Argento (regia): Zanan Bedoone Mardan (Women Without Men) di Shirin Neshat

    Premio della Giuria: Soul Kitchen di Fatih Akin

    Coppa Volpi (femminile): Ksenia Rappoport (La doppia ora)

    Coppa Volpi (maschile): Colin Firth (A single man)

    Premio Mastroianni (rivelazione): Jasmine Trinca (Il Grande Sogno)

    Premio Osella (sceneggiatura): Life During Wartime di Todd Solondz

    Premio Osella (scenografia): Mr. Nobody di Jaco Van Dormael

    Leone Corto Cortissimo: Eersgeborene (Firstborn) di Etienne Kallos

    Leone Corto Cortissimo - Menzione Speciale: Felicità di Salomé Aleksi

    Orizzonti: Engkwentro di Pepe Diokno

    Orizzonti Doc: 1428 di Du Habin

    Orizzonti Doc - Menzione speciale: The Man’s Woman and Other Stories di Amit Dutta

    Leone del futuro: Engkwentro di Pepe Diokno

    Premio Controcampo italiano: Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli

    Premio Controcampo italiano - Menzione Speciale: Negli occhi di Francesco Del Grosso e Daniele Anzellotti

    Premio Persol 3-D: The Hole di Joe Dante






    COMMENTI:

    tanto si sa già che il leone d’oro è di lebanon

    E regia Solondz, sì, si sa tutto. Ma abbiamone la certezza in diretta, su.

    sono contenta per la coppa volpi a colin firth

    colin firth è un attore che non mi ha mai intusiasmato molto…sono curioso di vederlo in questo film,,deve avere trovato il ruolo giusto!

    tutti premi già previsti, che noia
    quanti mesi dovremo aspettare per poter vedere da noi il leone d’oro???
    Non è vero. Dei tre premi principali i rumor hanno azzeccato il Leone d’Oro (impresa facilissima: appena visto il film il 90% aveva già previsto che avrebbe vinto il premio) e non gli altri due. Akin è una vera sorpresa.

    Grande Colin!

    Non condivido la coppa volpi a Ksenia Rappoport avrei preferito a Sylvie Testud e la regia a Jayasundara per Between two Worlds o a Tom Ford per A single man

    in effetti non capisco che senso ha dare un premio rivelazione a una che e’ un’attrice piuttosto affermanta da tempo (jasmine trinca)

    faranno una finestra su Rai Cinema che lo puoi vedere sul portale di raitv

    The Hole batte Up e Colarine non me l’aspettavo

    è stata trasmessa su rai 4, provare a verificare sul sito della rai.

    Ma infatti The Hole premiato ha una motivazione secondo me abbastanza chiara che non ribadisco perché è facile intuire. Come 3D non ha davvero nulla di speciale.

    bah, intanto di questa mostra del cinema di Venezia rimarranno solo i pettegolezzi su Clooney e la Canalis, bella pagliacciata… unica nota positiva è il meritatissimo premio alla carriera per l’indistruttibile Stallone ma per il resto… poi la mia è solo un’opinione personale, non ce l’ho mica con nessuno, sto solo esprimendo un parere

    Non dimentichiamoci di SuperJohn Lasseter un premio meritatissimo

    Che schifo.

    E’ una vergogna!è il peggior palmares da quando seguo Venezia! Il film di Shirin Neshat è mediocre, con una sceneggiatura pessima e un estetismo vomitevole, quello di Akin è una commediola carina senza molte pretese, che poteta essere tranquillamente fuori concorso e nessuno avrebbe protestato! Il film di Solondz meritava almeno il leone d’argento, e ci sono almeno altri 10 film che meritavano qualcosa molto piu di Akin e Neshat: Bad liutenant di Herzog, Moore, Lourdes di Jessica Hausner, A single man, Lola e ancora, Persecution, White material, Romero, Accident ecc.. Sono davvero basito, non ho mai visto una cosa del genere, posso capire che si premino film del genere in un festival di film mediocri e deludenti, ma questo festival è stato tutt’altro, a parte gli italiani e Prine of tears e Mr nobody, qualunque altro film al posto di quei due sarebbe andato benissimo!

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  • 66 Mostra del Cinema di Venezia 2009: Leone d'Oro a "Lebanon", delusione per l'Italia

    Poche sorprese, tutto come previsto alla vigilia: il trionfatore della 66esima Mostra del Cinema di Venezia è "Lebanon" dell'israeliano Samuel Maoz, film sulla prima guerra del Libano. Leone d'argento a Shirin Neshat per il suo debutto dietro alla macchina da presa con "Women Without Men" e Premio Speciale della Giuria all'acclamatissima commedia "Soul Kitchen" del regista tedesco di origine turca Fatih Akin, che aveva vinto già la Palma d'oro a Cannes con "Ai confini del Paradiso". A Colin Firth e Ksenia Rappoport la Coppa Volpi per le migliori interpretazioni maschile e femminile. Niente da fare per l'Italia che aveva ben quattro film in concorso. E' rimasto a bocca asciutta "Baarìa" di Giuseppe Tornatore, da molti dato tra i favoriti e nessun riconoscimento nemmeno a "Lo spazio bianco" di Francesca Comencini, che aveva conquistato i critici. Delusione per Margherita Buy che puntava alla Coppa Volpi come miglior interprete. Il film "La doppia ora" di Giuseppe Capotondi porta però a casa il premio per la miglior attrice: ancora una conferma per Ksenia Rappoport, l'attrice russa che vive da molti anni in Italia, già vincitrice di un David di Donatello per "La sconosciuta" di Giuseppe Tornatore. Come miglior attore ha vinto Colin Firth, professore inglese che cerca di dare un senso alla sua vita dopo la morte del suo compagno in "A Single Man" dello stilista Tom Ford. Visibilmente commosso, l'attore ha detto: "Questo Paese mi ha inondato di regali negli anni, mi ha dato oltre alla cultura, la letteratura, grande cinema, arte, cucina, vini e grappa. Mi ha dato anche una moglie bellissima e due bambini meravigliosi". Tra gli altri premi, l'Osella per la migliore sceneggiatura è andata a Todd Solondz per il film "Life during wartime", e quella per il contributo tecnico a Silvie Oliver per "Mr Nobody" di Jaco van Dormael. L'Italia si può consolare anche con il Premio Marcello Mastroianni vinto da Jasmine Trinca come miglior attrice emergente per 'Il grande sogno' di Michele Placido. Infine, il premio Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima 'Luigi De Laurentiis' è andato al filippino "Engkwentro" di Pepe Diokno, mentre la sezione Controcampo Italiano è stato vinta da uno dei film-sorpresa di questa edizione, "Cosmonauta", opera prima di Susanna Nicchiarelli con Claudia Pandolfi.

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  • Festival di Venezia 2009: Queer Lion a Single Man di Tom Ford
    A Single Man, debutto alla regia dello stilista Tom Ford ha vinto alla mostra del cinema di Venezia il Queer Lion .

    Tom Ford, l’ex direttore creativo di Gucci, ha vinto con il suo debutto alla regia A Single Man, alla mostra del cinema di Venezia, il Queer Lion, il premio attribuito, dal 2007, al “Miglior Film con Tematiche Omosessuali & Queer Culture”.

    La giuria composta da Gustav Hofer, Luca Ragazzi, Peter Marcias, Roberto Schinardi e Mark Smith ha deciso il riconoscimento all’umanità con la seguente motivazione: “per la perfezione formale con cui viene raccontata la storia di un uomo che vive con dignità la perdita del proprio amore e perché ci ricorda l’urgenza di leggi che garantiscano la parità di diritti, affinché gli omosessuali possano vivere i loro amori alla luce del sole”.


    La pellicola, apprezzata anche dalla stmapa, è la storia di George Falconer, interpretato da Colin Firth, un professore inglese di 52 anni che cerca di riprendersi la sua vita dopo la morte del suo compagno Jim. George non riesce più a immaginarsi un futuro, ma una serie di eventi e di incontri lo porteranno a riflettere sulla sua situazione. George ha accanto una cara amica, Charley, una bella donna di 48 anni a sua volta angosciata da dubbi sul futuro. Ma a complicare tutto ci si mette Kenny, un giovane studente di George che si innamora del professore identificandolo come anima gemella.

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  • Festival di Venezia 2009 sabato 12, ieri comunicati i premi speciali, oggi Mr. Nobody e il premio a Stallone


    Impazza il TotoLeone per la giornata di chiusura del Festival di Venezia, e come previsto anche Lola di Brillante Mendoza proiettato ieri, entra tra i favoriti nei pronostici, comunque saldamente in testa Lourdes di Jessica Hausner e Lebanon di Samuel Maoz, anche se l’accoglienza entusiastica per gli outsider Soul Kitchen di Fatih Akin e Capitalism: a love story di Michael Moore potrebbero riservare qualche sorpresa.

    Poche le probabilità che il Leone d’oro vada ad uno dei quattro italiani, comunque l’ottimo La doppia ora di Capotondi potrebbe ambire a qualche premio speciale.

    Ieri assegnati alcuni premi collaterali, premiato The Hole di Joe Dante con il premio Persol 3D, per il lungometraggio che meglio rappresenta l’esplorazione di questa nuova frontiera del linguaggio cinematografico, premio speciale Leoncino d’oro Agiscuola a Michael Moore e al suo documentario sulla crisi economica americana e premio speciale Regione Veneto per la Settimana Internazionale della Critica alla pellicola iraniana Theroun di Nader Takmil Homayoun.

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  • Diane Kruger al FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA
    Oggi al Festival di Venezia c'era Diane Kruger (Troy, Io e Beethoven).
    Un po' defilata e nell'ombra, ci è sembrata quasi intimidita e un po' imbarazzata. Sfilare al Lido dopo artiste italiane del calibro di Patrizia D'Addario, Noemi Letizia, Valeria Marini, Elisabetta Canalis e Alba Parietti non è facile.
    Diane si è addirittura presentata con una ragione: un film in concorso.
    Lei non voleva, ma l'hanno obbligata a presentarsi a Venezia con un film.

    Il film è Mr. Nobody di Jaco Van Dormael. Il regista belga torna 11 anni dopo L'ottavo giorno con questo film che, stando a quello che si legge in rete, dovrebbe piacere a chi ha apprezzato un film come Eternal Sunshine of the Spotless Mind (purtroppo noto in Italia col titolo di "Se mi lasci ti cancello").
    Il film è ambientato nel 2092 quando la razza umana sarà immortale grazie ai progressi della scienza. L'unico mortale rimasto, Jared Leto (Requiem for a Dream), rivive sul letto di morte la sua vita, immaginando scelte e scenari diversi, che ovviamente riguarderanno anche le donne (Sarah Polley, Diane Kruger e Linh-Dan Pham).
    Nel film ha anche una particina l'italiana Chiara Caselli.

    Non ci risulta che abbia ancora una data di uscita italiana. Il trailer...



    VENEZIA - Osservandoli - bellissimi, entrambi - si ha la senzazione di guardare in faccia il cinema che verrà. Perché, anche se non sono certo dei principianti, c'è da scommettere che Jared Leto e Diane Kruger di strada ne faranno ancora. E molta. Lui, soprattutto: perché lei, attrice tedesca divisa tra l'Europa e Hollywood, lo status di star planetaria probabilmente se l'è già guadagnato.

    A portare al Lido questa coppia d'attori è un film molto molto particolare, che ha conquistato - con alcune eccezioni - la platea di giornalisti: si chiama "Mr. Nobody", ed è diretto da Jaco Van Dormael. Tornato dietro la macchina da presa, a undici anni dal suo "L'ottavo giorno". Ma stavolta il regista affronta una pellicola sicuramente più ambiziosa, complessa, visivamente affascinante, piena di colori e di suggestioni emotive. Per una storia difficile da raccontare, e da interpretare: il protagonista ha il nome profetico di Nemo Nobody, e lo vediamo bambino dilaniato dalla necessità di dover scegliere se vivere con la madre o col padre, che si sono separati. Ma poi, nella vita adolescente e adulta, sembra poter vivere tre vite differenti, con tre donne diverse: una è la Kruger, le altre (anche loro qui al Lido) Sarah Polley, la terza Linh-Dan Pham. Esistenze che lui stesso racconta da ultracentenario, in un futuro fantascientifico in cui lui rappresenta l'unico essere umano mortale...

    Una riflessione sulla nascita, sullo spazio e sul tempo, sulla vita e sulla morte, sull'amore e sulle decisioni che siamo costretti a prendere. E che, per la sovrapposizione di piani e il tono onirico, ricorda un po' film come "Se mi lasci ti cancello" di Michael Gondry o "Essere John Malkovich" di Spike Jonze. Come la Kruger - sullo schermo bruna e sempre vestita di rosso, qui al Lido bionda e in abito nero - conferma: "Leggere la sceneggiatura mi ha ricordato moltissimo la pellicola di Gondry: l'ho adorata subito. Tutti possono identificarsi nelle scelte, nei dubbi, nelle paure del futuro che quest'opera esprime. E ho amato tanto il mio personaggio, Anna: i suoi batticuore li ho provati anch'io. E poi è una che non fa mai compromessi, porta le cose fino in fondo. Forse è la donna che io avrei voluto essere. Anche se, alla fine, la mia vita mi va bene così: non bisogna avere rimpianti, ogni esistenza ha un suo significato. Ed è proprio questo che la pellicola insegna".

    Per adesso, comunque, l'attrice sembra concentratissima sulla carriera: dopo aver girato un bel po' di film importanti - come "Inglourious basterds" di Quentin Tarantino - la rivedremo anche in "Run for her life" di Baltasar Kormakur e in "Pieds nus sur le liaces" di Fabienne Barthaud.

    Ma grande attesa c'è anche per lui, Leto. Classico bello e maledetto del cinema a stelle e strisce: il suo volto inquieto è già comparso in "Panic room", "Alexander" e "Lord of war" e in vari titoli indipendenti. Jared poi è anche leader di una band musicale, "30 seconds to Mars". Ma questo in "Mr. Nobody" è sicuramente il suo ruolo più difficile: "Il mio personaggio è nessuno e chiunque allo stesso tempo - spiega lui, in camicia e occhiali scuri - un'illusione, un prodotto dei suoi stessi sogni: è amore, speranza, paura. E' vita e morte. Non ho scelto questa storia: è la storia che ha scelto me. Il film più fottutamente strano che abbia mai dovuto affrontare".

    E di mistero, a proposito del suo film, parla anche il regista: "A me piace un cinema che non offre risposte o consolaazione, ma che si pone delle domande. Non so perché sono arrivato a 'Mr. Nobody'. Mi faccio guidare dalle emozionei e dal lavoro con gli attori". Come Leto e la Kruger, appunto.

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  • VENEZIA NEI CINEMA DI MILANO
    Dal 14 al 21 settembre, nelle sale cinematografiche milanesi saranno proiettate in anteprima 52 pellicole presentate ai Festival di Locarno e Venezia. I film saranno proposti in versione originale, con sottotitoli in italiano. L'iniziativa è promossa dall'Assessorato al Cultura del Comune in collaborazione con Agis Lombardia.

    "Milano è una città che può ispirare grandi film, una città in cui lavorano e vivono produttori e talenti che possono essere coinvolti in una strategia di rilancio – ha detto l'assessore Massimiliano Finazzer Flory –. Per questo, a partire da quest'anno ci porremo l'obiettivo di offrire un sostegno alla produzione del cinema a Milano e alla formazione di chi si avvicina a questo mondo".

    "Ho intenzione di proporre una delibera che elimini o riduca pressochè del tutto la tassa di occupazione del suolo pubblico – ha annunciato l'assessore – e di istituire un fondo a sostegno sia della produzione dei film di giovani talenti, sia a favore di produttori che scelgano di portare Milano dentro la loro produzione cinematografica".

    "Entro fine ottobre – ha concluso – indicheremo venti luoghi di Milano suggestivi per il cinema, per arricchire la fantasia di chi realizza film e organizzeremo un ciclo di incontri per chi vuole avvicinarsi a questa arte. Inviteremo registi e attori che racconteranno cos'è per loro il cinema".

    Questa sera, al festival di Venezia, l'assessore Finazzer Flory interverrà all'anteprima del film "A Single Man" di Tom Ford. A seguire parteciperà a un incontro sulla produzione cinematografica a Milano alla presenza del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e dei rappresentanti di Film Commission.

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  • 66. Mostra di VENEZIA Calendario delle proiezioni 12 settembre 2009
    66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica
    Direttore Marco Müller
    2 > 12 settembre 2009

    12 settembre
    19:00 SALA GRANDE
    CERIMONIA DI PREMIAZIONE - INVITI

    21:00 SALA GRANDE
    FUORI CONCORSO - FILM DI CHIUSURA
    CHENGDU, WO AI NI (CHENGDU, I LOVE YOU) di Fruit Chan, Cui Jian (Cina, 78’, v.o. cinese s/t italiano/inglese) con Tao Guo, Anya Wu, Weiei Tan

    23:00 SALA GRANDE
    FUORI CONCORSO - EVENTI
    RAMBO (DIRECTOR’S CUT) di Sylvester Stallone (Usa, v.o. inglese s/t italiano)


    12:45 PALABIENNALE
    VENEZIA 66
    MR. NOBODY di Jaco van Dormael (Francia,148’, v.o. inglese s/t italiano) con Jared Leto, Diane Kruger, Sarah Polley

    15:30 PALABIENNALE
    ORIZZONTI
    TRIS DI DONNE & ABITI NUZIALI di Vincenzo Terracciano (Italia, 98', v.o. italiano s/t inglese) con Martina Gedeck, Sergio CAstellitto, Flavio Parenti

    18:00 PALABIENNALE
    ORIZZONTI
    1428 di Haibin Du (Cina, 121', v.o. cinese s/t italiano/inglese)

    20:30 PALABIENNALE
    FUORI CONCORSO
    YONAYONA PENGIN di Rintaro (Giappone, 87', v.o. giapponese/francese s/t italiano/inglese)

    a seguire
    FUORI CONCORSO - FILM DI CHIUSURA
    CHENGDU, WO AI NI (CHENGDU, I LOVE YOU) di Fruit Chan, Cui Jian (Cina, 78’, v.o. cinese s/t italiano/inglese) con Tao Guo, Anya Wu, Weiei Tan


    9:00 SALA DARSENA
    FUORI CONCORSO
    DELHI - 6 di Rakeysh Omprakash Mehra (India, 110', v.o. hindi s/t italiano/inglese) con Om Puri, Waheeda Rehman, Abhishek Bachchan, Sonam Kapoor, Rishi Kapoor

    11.45 SALA DARSENA
    FUORI CONCORSO
    DEV. D di Anurag Kashyap (India, 144', v.o. hindi s/t italiano/inglese) con Abhay Deol, Mahie Gill, Kalki Koechlin

    15:00 SALA DARSENA
    CERIMONIA DI PREMIAZIONE ORIZZONTI

    a seguire
    ORIZZONTI
    AADMI KI AURAT AUR ANYA KAHANIYA (THE MAN’S WOMAN AND OTHER STORIES) di Amit Dutta (India, 78', v.o. hindi s/t in inglese/ italiano) con Ashok Kumar, Nitin Goel, Shubham Vardhan, Pushpendra Singh

    17:30 SALA DARSENA
    FUORI CONCORSO
    YONAYONA PENGIN di Rintaro (Giappone, 87', v.o. giapponese/francese s/t italiano/inglese)

    21:00 SALA DARSENA
    PROIEZIONE FILM VINCITORE LEONE D’ORO


    11:30 SALA PERLA
    ORIZZONTI
    ENGKWENTRO di Pepe Diokno (Filippine, 61', v.o. filippino/cubano s/t italiano/inglese) con Felix Roco, Zyrus Desamparado, Daniel Medrana

    14:45 SALA PERLA
    ORIZZONTI EVENTI
    THE MARRIAGE di Peter Greenaway (Italia, Spagna, 40', v.o. inglese, s/t italiano)

    15:30 SALA PERLA
    ORIZZONTI EVENTI
    SEO-WOOL EUI UL-GUL (FACES OF SEOUL) di Gina Kim (Corea, 93’, v.o. inglese/coreano s/t italiano/inglese)

    17:30 SALA PERLA
    ORIZZONTI
    WOMAN ON FIRE LOOKS FOR WATER di Woo Ming Jin (Malesia, Corea del Sud, 97', v.o. cinese, coreano s/t italiano, inglese)

    21:00 SALA PERLA
    ORIZZONTI EVENTI
    THE MOVIE ORGY-ULTIMATE VERSION di Joe Dante (Usa, 280', v.o. inglese, s/t italiano)


    14:30 SALA VOLPI
    RETROSPETTIVA
    LUCIANO (1962) di Gian Vittorio Baldi (Italia, 80', v.o. italiano s/t inglese) con Luciano Morelli, Paolo Carlini, Anna Bragaglia, Ileana Ghione

    17:00 SALA VOLPI
    RETROSPETTIVA
    UNO TRA LA FOLLA (1946) di Ennio Cerlesi, Piero Tellini (Italia, 86', v.o. italiano s/t inglese) con Eduardo De Filippo, Titina De Filippo, Adriana Benetti

    20:00 SALA VOLPI
    CONTROCAMPO ITALIANO
    GIUSEPPE DE SANTIS di Carlo Lizzani (Italia, 60', v.o. italiano s/t inglese)

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  • Giorno 9 a Venezia 2009: Soul Kitchen - Lola - Crush soul-kitchenSoul Kitchen - di Fatih Akin (Concorso)
    C’è poco da fare: Fatih Akin è una vera forza della natura. Il mondo cinefilo lo ha imparato definitivamente ad apprezzare con i bellissimi La sposa turca e Ai confini del paradiso, rispettivamente Orso d’Oro a Berlino e premio della sceneggiatura a Cannes. Per la prima volta a Venezia, il regista di origini turche (ri)dimostra che con la commedia ci sa fare alla grande.
    Infatti non è la prima volta che Akin usa il tono da commedia: basta rivedersi tutta la prima parte de La sposa turca, una commedia bellissima e a tratti esagerata che poi cede il passo ad un doloroso mèlo. Invece Soul Kitchen è tutta una vivace, brillante, divertentissima commedia.
    Una commedia sugli affetti, sulla fatica che bisogna fare per tenere in piedi un progetto, sulle seconde possibilità che difficilmente bisogna negare alle persone. E poi sull’amore, sul cibo, sul sesso, sull’amicizia. Un film vitale sulla vita. Diretto magistralmente, con tante idee registiche da parte di Akin che mantengono interessante la pellicola sempre, fino al bel finale. Da applausi tutto il cast, di cui alcuni componenti ovviamente tornano alcuni attori-feticcio di Akin. Da segnalare il montaggio, soprattutto quello “coreografico” delle ricette culinarie. Da non perdere.

    Lola - di Brillante Mendoza (Concorso - Film sorpresa 2)
    E alla fine è stato confermato il secondo film sorpresa, dopo l’annuncio del primo (My Son My Son What Have Ye Done). Ed è un titolo che c’era nell’aria già da prima dell’inizio del festival. Dopo essere stato per due volte di seguito a Cannes, con Serbis e Kinatay, e dopo aver vinto con quest’ultimo il premio della regia, Mendoza arriva a Venezia con un nuovo film a soli quattro mesi di distanza dalla presentazione cannense di Kinatay.
    Un ragazzo è stato ucciso: la nonna ora vuole pagare tutti i costi del funerale. Intanto, un’altra nonna vuole far uscire di prigione il nipote: si tratta dell’assassino del primo ragazzo. All’inizio separate per forza dagli eventi, ma in realtà accomunate dallo stesso modo di “vivere” la città, le due nonne si troveranno man mano più vicine…
    Per chi odia i ritmi del cinema orientale, Lola è un film da evitare. Peccato per loro, comunque, perché Lola non è privo di interesse. Perché è bello lo sguardo sul paese, soprattutto nei momenti di pioggia e di completo allagamento. Ed è bello il percorso di queste due “nonne-coraggio”, dal forte valore morale. Non per tutti, anche se meno cupo dei film precedenti, ma non da sottovalutare.

    crush filmKorotkoye Zamykaniye (Crush) - di Petr Buslov, Alexei German Jr., Boris Khlebnikov, Kirill Serebrennikov, Ivan Vrypayev (Orizzonti)
    Cinque registi russi decidono di girare contemporaneamente dei corti sul tema dell’amore. Le regole sono quelle di non superare un certo minutaggio e di non venire a sapere cosa stanno facendo gli altri. In sostanza, a parte proprio la lunghezza dei corti, massima libertà.
    Si passa dal dramma al comico, passando per il grottesco. Protagonisti dei cinque corti un giornalista, una ragazza, un calzolaio, una “mascotte” e un internato in un ospedale psichiatrico. Tutte le loro storie, la maggior parte accomunate da protagonisti in qualche modo “generosi”, trattate con stili davvero diversi.
    Ad esempio, c’è da ricordare il corto con protagonista la mascotte, ovvero un ragazzo travestito da aragosta che va in giro a fare promozione per un ristorante: una vera follia grottesca, anche parecchio violentina, ma in modo gustoso e divertente. Molto toccante l’episodio del calzolaio, quasi tutto muto, e bello il corto che chiude l’opera, diretto da German Jr., l’altr’anno in concorso con Paper Soldier, Leone d’argento e Osella per la fotografia.

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