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  • Rassegna stampa estera: Berlusconi, Michelle Obama, Fini....

    Anche questa settimana Silvio Berlusconi è stato al centro dell’attenzione della stampa straniera. Ultimo episodio in ordine di tempo, il mancato abbraccio tra il primo ministro italiano e la first lady americana Michelle Obama al G20 di Pittsburgh.
    Il Daily Telegraph ha raccontato quanto avvenuto nel corso del vertice:
    La signora Obama deve avere deciso che se una donna doveva essere fotografata insieme a Berlusconi giovedì sera, non sarebbe stata lei. Una stretta di mano, impartita con la cautela di chi mette in bocca un topo morto a un coccodrillo, è tutto quello che il premier italiano ha ricevuto da lei, nonostante i suoi migliori sforzi di mettere in moto il suo charme latino



    Mentre Barack Obama ha fatto cenno verso sua moglie per presentarla, Berlusconi ha sollevato le braccia con un palese gesto di gioia. Non è chiaro se stesse semplicemente valutando il suo aspetto o se la stesse incoraggiando a venire verso di lui per un abbraccio ma un Obama dallo sguardo severo voleva chiaramente farlo proseguire oltre, sospingendolo con una serie di pacche sulle spalle che probabilmente non hanno compensato in nessun modo quella che non ha ottenuto dalla First Lady
    Sullo stesso tema, sempre in UK, il popolare Daily Mirror:
    Il noto sciupafemmine si è fatto vedere da solo ma ha immediatamente rivolto le sue attenzioni alla moglie di Barack, Michelle. Alzando le mani in segno di gioia, non è riuscito a mantenere la sua eccitazione quando è apparsa la first-lady, ma tutto quello che ha ricevuto è stata un’occhiata di disapprovazione da suo marito
    Un comportamento, quello della first lady, che non è stato esente da critiche. Quelle ad esempio di Adrian Michaels il quale ha pubblicato sul suo blog sulle pagine del Telegraph un articolo intitolato “Che brutta figura! (in italiano nel testo, ndt) Michelle Obama non avrebbe dovuto evitare le avances di Berlusconi”, nel quale abbondano peraltro le ironie sul primo ministro italiano:
    Dilemma di galateo n° 412: un anziano seduttore, perseguitato da storie di infedeltà, prostituzione e scandalo, che sembra più interessato alla lascivia che alla democrazia, vuole un buon vecchio saluto all’italiana ad un ricevimento di gala. Saresti tenuta ad avvicinarti e a dargli un caloroso abbraccio e due baci sulla guancia. Hai già dato – o stai per dare – un saluto personale equivalente ad altri VIP. Ci sono telecamere dappertutto. Ma te la fai sotto dalla paura. Lui è spesso causa di imbarazzo. E quel che è peggio, tu sei nera e lui ha fatto delle osservazioni molto discusse sull’ “abbronzatura” di tuo marito. Sei la moglie del presidente americano. (..) Michelle Obama si è sottratta alle sue responsabilità di affascinante padrona di casa. (..) Spiacenti Signora O, ma non importa quello che pensa di Berlusconi, non può farla così facile. O stringe la mano a tutti, oppure fa buon viso a cattivo gioco e abbraccia il vecchio. Non può pomiciare con Gordon Brown e dare a Silvio una viscida stretta di mano. Sono cattive maniere
    L’autorevole settimanale Economist ha da parte sua raccontato i crescenti contrasti tra Fini e Berlusconi in un pezzo intitolato “Il sultano e il visir“:
    Poteva sembrare come il primo colpo di un ammutinamento. Ma dal momento in cui il primo serio episodio di contrasti interni al governo di Silvio Berlusconi fin dal suo insediamento nel maggio 2008 si è concluso, è apparso chiaro quanto il primo ministro italiano resti sicuro, nonostante gli scandali sessuali che lo circondano. (..) Nel lungo periodo, non c’è dubbio che Fini aspira ancora alla leadership. Ma nel breve periodo, si dovrà accontentare delle promesse di più collegialità da parte del primo ministro. C’è qualche indizio del fatto che anche il PdL potrebbe congiurare un atteggiamento più vivace nelle prossime settimane. Ma per quanto tempo? Il primo ministro gestisce sempre più quello che Giovanni Sartori, uno scienziato politico, ha definito un “sultanato”. E i sultani hanno generalmente una pazienza limitata nei confronti dei loro Visir, per quanto possano essere eccellenti
    Sullo stesso argomento il New York Times:
    L’estate di scandali sessuali può anche non aver fatto cadere Berlusconi. Ma ha decisamente allentato la sua presa sulla sua coalizione di centrodestra, le cui fazioni stanno spingendo non solo per avere più potere ma anche per la successione – una possibilità ancora piuttosto remota che solo recentemente è emersa nel confronto nazionale. “Sta diventando un situazione stile Macbeth”, ha dichiarato Franco Pavoncello, scienziato politico e presidente della John Cabot University a Roma. Gli alleati di Berlusconi “sentono l’odore del sangue” – ha aggiunto – “ma non hanno abbastanza potere” per rimuoverlo
    In Olanda NRC Handelsblad ha titolato “Scricchiola il trono di Berlusconi “:
    Silvio Berlusconi gode ancora di una larga maggioranza in Parlamento. Controlla i media come mai prima d’ora. Ma il trono del Cavaliere, che domina la politica italiana già da 15 anni mostra delle incrinature. Il suo potere è in calo. (..) Un’estate piena di rivelazioni sugli scandali sessuali è finita in un autunno pieno di alterchi. Il premier ha incrociato le lame con più o meno tutti. La Chiesa, la magistratura, la stampa, l’opposizione ed anche il suo compagno di partito Gianfranco Fini le hanno prese. L’aggressività degli attacchi è eccessiva perfino per i canoni italiani. Si pone la domanda se il premier, con le spalle al muro, avrà reazioni pericolose e magari funeste. Oppure sta lavorando alla sua ennesima risurrezione miracolosa? Il Cavaliere, gli italiani lo sanno bene, dà il meglio di sè quando deve difendersi da posizioni insostenibili per qualunque altra persona. (..) Secondo il sondaggista Nando Pagnoncelli, il 74 per cento degli italiani dice che gli eccessi di Berlusconi non hanno alcun effetto sull’opinione che hanno di lui. Anche Berlusconi ne è convinto: la maggior parte degli italiani vorrebbe essere come me. Si riconoscono in me e nel modo in cui mi comporto. Ma molti italiani che hanno passato le loro vacanze all’estero sono scioccati dal modo in cui l’immagine dell’Italia è stata danneggiata da Berlusconi
    In Spagna El Pais ha parlato dei continui scontri tra il primo ministro italiano e i media:
    In Italia continua a giocarsi la battaglia politica tra Silvio Berlusconi e la stampa. Il primo ministro oggi ha attaccato di nuovo i giornalisti e dopo il consiglio dei ministri ha annunciato che il suo Governo non risponderà a “domande su pettegolezzi”. (..) Le minacce più o meno velate e i messaggi intimidatori contro i media che lo criticano, invece, continuano a riempire i media affini o di proprietà di Berlusconi. Lunedì sera, il programma di Canale 5 Striscia la notizia ha trasmesso un video su Ezio Mauro, direttore de La Repubblica, con un fotomontaggio di pessimo gusto che lo mostrava nudo con due veline di fianco. Oggi, il quotidiano Libero, controllato dal primo ministro, riportava il fotomontaggio sulle sue pagine, e per giustificarlo accusava il quotidiano di centro-sinistra di essere un “superpartito”
    Il Times ha commentato in questo modo la prima puntata di Annozero, coincidente con la prima apparizione in tv di Patrizia D’Addario:
    E’ la prima volta che molti italiani hanno scoperto che il loro primo ministro ha – stando alle accuse – passato la notte con una prostituta. (..) Benchè la sua storia, e altre simili, fossero state ben documentate dai quotidiani nazionali e dalla stampa estera, lo scandalo riguardante il primo ministro ha avuto una scarsa copertura da parte della televisione – la principale fonte di informazioni per molti italiani. Fino al momento in cui il programma è effettivamente andato in onda, molti credevano che sarebbe stato cancellato dai palinsesti. (..) Quest’anno l’Italia è stata l’unico paese occidentale a scivolare nella categoria di paese “parzialmente libero” nell’indice globale di libertà di stampa, occupando la 73esima posizione sui 195 nazioni in tutto il mondo, tra il Benin e Tonga. L’impero mediatico di Berlusconi controlla molti canali televisivi, quotidiani e stazioni radio. (..) Secondo i commentatori il programma potrebbe essere uno spartiacque nell’incoraggiare un’ulteriore esame di Berlusconi da parte della stampa. “In un certo senso, la domanda non è tanto perché ci è voluto così tanto ad arrivare a questo punto, ma piuttosto come si è arrivati a questo punto?”, ha dichiarato il prof. John Walston, esperto di relazioni internazionali all’Università Americana di Roma. A suo avviso si tratta della prima volta che la vita privata di un primo ministro italiano è oggetto di tanta attenzione da parte dei media
    Sullo svedese Dagens Nyheter, la giornalista di origine italiana Cecilia Schwartz ha dedicato un pezzo al discusso documentario del suo connazionale Eirk Gandini, Videocracy:
    Nessuno diventa profeta in patria. L’italo-svedese Erik Gandini invece lo è diventato in entrambe le sue. Il pubblico invade i cinema italiani e svedesi per vedere il suo celebratissimo documentario “Videocracy”. Il film ha avuto un tempismo perfetto uscendo nelle sale proprio quando la terra sotto i piedi dell’impero di Berlusconi trema più forte che mai, dopo tutti gli scandali sessuali e i durissimi attacchi dei media. (..) E c’è qualcosa nella fascinazione degli svedesi per l’Italia che io – da mezza italiana – fatico a sopportare. La volontà di rendere esotico e perciò banalizzare. Molti di quelli che vanno a vedere “Videocracy” vogliono senz’altro capire i meccanismi dietro alla TV-spazzatura italiana, ma altrettanti lo vedono come l’ennesimo capitolo dell’eterna soap sull’Italia. Il paese dei miracoli che non è mai noioso, mai prevedibile, mai politicamente corretto. Nemmeno i suoi lati oscuri mancano di attrattiva: il fascismo, la camorra, il terrorismo, la corruzione e le giungle della prostituzione. Violenza, potere e sesso. Le cose più primordiali. In realtà però è solo triste. Soprattutto per le donne

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  • Belen Rodriguez con Christian De Sica nel nuovo spot Tim

    La show girl argentina Belen Rodriguez è riuscita finalmente nell’intento di lavorare con Christian De Sica. Insieme gireranno a Los Angeles il prossimo spot Tim

    Voleva lavorare con Christian De Sica e alla fine c’è riuscita. E’ un anno fortunato per la bellissima show girl argentina Belen Rodriguez, reduce dalla fine della storia con Fabrizio Corona.

    Se dal punto di vista amoroso le cose non sembrano andare per il verso giusto, la sfera lavorativa sta regalando alla Rodriguez sempre più soddisfazioni.

    Dopo il successo di Sarabanda al fianco del compagno di giochi Teo Mammuccari, Belen è volata a Los Angeles dove presterà il volto alla nuova campagna pubblicitaria della Tim.

    Insieme a lei, l’attore Christian De Sica, già volto storico degli spot pubblicitari per la nota compagnia di telecomunicazioni.

    Manca all'appello, invece, Fiammetta Cicogna, la giovane protagonista delle attuali campagne pubblicitarie Tim.

    La Rodriguez aveva espresso la sua intenzione di lavorare al fianco di De Sica già ai tempi della mancata collaborazione per il prossimo cinepanettone.

    All’epoca, la partecipazione di Belen al film di Natale sembrava essere scontata, eppure all’ultimo momento la show girl aveva visto sfumare il contratto di lavoro con Aurelio De Laurentis.

    A questo punto, se la partecipazione di Belen al nuovo spot dovesse rivelarsi riuscita, per la giovane potrebbero aprirsi le porte per una nuova e sorprendente carriera da attrice.

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  • NO DALMOLIN IERI 13 SETTEMBRE 2009 A VENEZIA: COMUNICATO STAMPA
    Dal comunicato del comitato No Dal Molin: "Un centinaio di donne e uomini di Vicenza hanno contestato questa mattina il leader leghista Umberto Bossi, il cui partito rappresenta lo scarpone romano che calpesta la comunità locale berica con l'imposizione della nuova" base militare statunitense.

    Alcuni striscioni con le scritte Lega serva di Roma e indipendenza dalle basi di guerra sono stati calati dal Ponte di Rialto dove in tarda mattinata è stata convocata una conferenza stampa.

    da youreporter altro video

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  • Messaggio del leader di Al Qaida agli Usa: «Liberatevi di Israele» VIDEO
    A tre giorni dall’ottavo anniversario dell’11 settembre si è rifatto vivo Osama bin Laden. In un messaggio audio il leader di al Qaeda ha avvertito il popolo americano in merito agli stretti legami del suo governo con Israele, «che mi hanno indotto a organizzare gli attentati alle Torri Gemelle».

    Il messaggio è stato diffuso da un sito islamista già in passato utilizzato dalla rete terroristica. «È arrivato per voi il tempo di liberarvi dalla paura e dal terrorismo ideologico dei neo-conservatori e della lobby israeliana che ha voluto le guerre in Iraq e Afghanistan», ha detto bin Laden nel messaggio, intitolato "Dichiarazione al popolo americano". Il supericercato ha spiegato quindi «le ragioni della disputa» con il popolo americano: «Il vostro sostegno a Israele, che occupa la nostra terra in Palestina».

    Nel messaggio Bin Laden dice che non c’è stato un vero cambiamento nella politica Usa: Obama ha mantenuto esponenti dell’amministrazione Bush, come il segretario alla Difesa Robert Gates. «La Casa Bianca è occupata da gruppi di pressione. Anzichè combattere per liberare l’Iraq, come coleva Bush, è la Casa Bianca che dovrebbe essere liberata». «L’amara verità - ha insistito il capo terrorista - è che i neo-conservatori continuano a gettare un’ombra pesante su di voi». Non è la prima volta che Bin Laden ricompare tra settembre e ottobre. L’ultimo messaggio risale al 3 giugno: in quella occasione il leader di al Qaeda apparve in un video.

    LE IENE: BIN LADEN e SADDAM



     

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  • ZEITGEIST the movie VIDEO

    È un documentario diviso in tre parti, apparentemente distinte ma rivolte verso un unico messaggio:

    La prima parte tratta della religione cristiana come fosse un mito, comparando la storia del Cristo con quella di diverse religioni precedenti, in particolare con il mito di Hours. Così facendo propone una lettura astrologica della Bibbia.

    La seconda parte rivisita gli attentati dell'11 settembre in chiave cospirazionista, i possibili artefici dell'attentato, chi possa averne tratto beneficio, e se potevano essere evitati.

    La terza parte traccia un filo conduttore tra i grandi conflitti bellici che hanno coinvolto gli stati uniti, partendo dalla prima guerra mondiale sino alla seconda guerra del golfo, riconducendo il tutto alle logiche affaristiche dei maggiori cartelli bancari statunitensi e al ruolo principale della stessa Federal Reserve.

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  • La fotografia di un giovane marine dilaniato e morente
    La fotografia di un giovane marine dilaniato e morente sul campo di battaglia in Afghanistan ha provocato le proteste del Pentagono. La decisione dell'agenzia Ap di mandare in circuito gli ultimi attimi di vita del caporale Joshua Bernard è stata una «raccapricciante violazione del buon senso e del rispetto delle persone», ha scritto il ministro della difesa Robert Gates alla maggiore agenzia di informazione americana. Gates ha scritto al presidente dell'Ap Thomas Curley dopo aver raccolto la protesta del padre del ragazzo, morto per le ferite riportate il 15 agosto nella provincia di Helmand. «Non sono nemico dei media, ma la vostra mancanza di compassione e di senso comune nel mettere la foto di questo giovane smembrato e mortalmente ferito sulle prime pagine di numerosi giornali è raccapricciante. Non c'è legge o diritto costituzionale che tenga. Qui è in gioco il buon senso e il rispetto delle persone».

    Nell'immagine della fotografa Ap Julie Jacobson, il soldato, sanguinante e morente, è assistito da due commilitoni dopo esser stato colpito da una granata in un boschetto di melograni nei pressi del villaggio di Dahaneh. Julie aveva scattato da lontano, con il teleobbiettivo, sotto il fuoco dei talebani, senza rendersi conto quel che riprendeva. «Poi l'ho visto, a dieci metri da me. Una gamba strappata dall'esplosione, l'altra appesa a un brandello di pelle. Aveva perso conoscenza». Per l'Ap la decisione di mettere l'immagine in circuito è stata difficile: «I nostri giornalisti documentano avvenimenti mondiali ogni giorno e l'Afghanistan non fa eccezione: è nostro dovere mostrare la realtà della guerra per spiacevole e brutale che sia», ha detto Santiago Lyon, il capo del servizio fotografico. L'agenzia ha aspettato che i funerali del giovane marine, 21 anni di New Portland in Maine, fossero stati celebrati il 24 agosto prima di distribuire l'immagine con l'embargo a oggi: l'idea era di dare ai quotidiani abbonati il tempo di riflettere sull'opportunità o meno di pubblicarla. Alcune testate si sono rifiutate di farlo. Immagini di soldati americani morti o mortalmente feriti in combattimento sono rare in parte perché è difficile per un giornalista avere accesso alla linea del fronte, in parte perchè le regole del Pentagono impediscono di mostrare le immagini fintanto che le famiglie non sono state avvertite. Dopo aver imposto per anni il bando, l'amministrazione Obama in aprile ha dato luce verde alla distribuzione di foto delle bare che rientrano in patria dall'Iraq e l'Afghanistan a patto che le famiglie fossero d'accordo: un'inversione di rotta a 180 gradi rispetto a quanto in vigore dagli anni Novanta.

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  • Michael Jackson sepolto al Forest Lawn di Glendale, il cimitero delle star
    Michael Jackson adesso, forse, potrà riposare in pace. Ieri dopo un’intima cerimonia al Forest Lawn di Glendale il re del pop e’ stato sepolto 70 giorni dopo la sua prematura scomparsa.

    Accompagnati da 6 limousine nere della Rolls Royce seguite da altre automobili di lusso, gli ospiti hanno fatto il loro ingresso nel cimitero delle star.

    A portare la bara sono stati i fratelli di Jacko, Tito, Jermaine, Marlon e Randy, che insieme a Michael facevano parte del gruppo ‘Jackson Five’. Secondo il sito Showbiz411, la cerimonia, per le ingenti misure di sicurezza e gli incredibili sfarzi dei funerali, ha raggiunto l’esorbitante cifra di un milione di dollari.

    I tre figli del cantante sono entrati da un ingresso secondario accompagnati dal sottofondo musicale di un pianoforte. I tre bambini, Prince Michael I, Blancket e Paris hanno preso posto accanto ai nonni Katherine e Joe.

    Ed e’ cosi’ che alle 22 circa, attorno ai familiari e agli amici piu’ cari, la cassa d’oro e’ stata seppellita. Fra i 200 invitati c’erano, fra gli altri, l’amica di sempre Liz Taylor, giunta in sedia a rotelle pur di non mancare. C’era Macaulay Culkin, amico di Jackson da quando aveva solo 9 anni, l’ex moglie Lisa Marie Presley e la star del baseball Barry Bonds.

    La lussuosa bara e’ stata posta, in una cappella all’interno del cimitero, davanti ad una vetrata con la riproduzione dell”’Ultima cena”, accanto ad Humprey Bogart, James Stewart, Spencer Tracy e Walt Disney.

    ”La famiglia Jackson vuole ancora una volta ringraziare tutti i fan di Michael in tutto il mondo per il loro generoso sostegno durante questo periodo estremamente difficile”, dice una nota diffusa dalla famiglia.

    Al termine della sepoltura, gli invitati e la famiglia si sono riuniti in un ristorante italiano di Pasadena per un banchetto post funerale.

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  • Insomma, gli anni ci sono e tutti. E anche se Madonna, 51 anni suonati, gioca a fare la "ragazzina", come tocca ad un'icona della musica qual è, qualche acciacco sta venendo avanti. La dimostrazione in un concerto in Bulgaria. Durante l'esecuzione di "Holiday" Miss Ciccone si è accasciata per un attimo su un ballerino. Va bene, ci vuole ben altro per fermare Madonna, ma intanto... ecco la scena!


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  • MICHAEL JACKSON sepolto 70 giorni dopo morte
    Michael Jackson e' stato sepolto nella notte a Los Angeles, 70 giorni dopo la morte, sotto una vetrata dell'Ultima Cena di Leonardo. Il Re del Pop e' stato tumulato nel Gran Mausoleo Holly Terrace del cimitero Forest Lawn Memorial Park di Glendale. Solo i parenti e gli amici piu' stretti erano presenti alle esequie: Macauley Culkin, Liz Taylor in sedia a rotelle, il campione di baseball Barry Bonds, il reverendo Al Sharpton, l'ex moglie Lisa Marie Presley erano tra i 200 invitati.

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  • Michael Jackson ucciso da dose eccessiva di anestetico: grave la posizione del medico Murray
    Sarebbe stata un'overdose di anestetico a uccidere Michael Jackson. Si aggrava quindi la posizione di Conrad Murray, medico personale della popstar, che se inizialmente sembrava completamente estraneo ai fatti, oggi rischia un'accusa di carattere penale.

    Il medico legale che sta indagando sulla morte per arresto cardiaco del re del pop ha infatti riscontrato, a seguito di un'utopsia, dosi letali di Propofol, il potente anestetico che Murray gli somministrava per sconfiggere l'insonnia. Il medico, scrive il Los Angeles Times, ha riferito agli inquirenti di aver seguito questo trattamento per sei settimane, durante le quali venivano somministrati alla pop star 50 grammi di Propofol al giorno, iniettate per endovena. Per evitare l'assuefazione alla sostanza poi, aveva successivamente abbassato la dose a 25 grammi, aggiungendo altri due sedativi.

    Quanto alle indiscrezioni raccolte dall'Associated Press, secondo cui il Coroner della contea di Los Angeles avrebbe deciso di considerare la morte di Jacko un omicidio, non vi sono conferme.

    Nel frattempo continua la Jacko mania. Sono ancora 5 gli album del re del pop presenti nella top ten del nostro Paese. Inoltre, dal 26 novembre al 6 dicembre 2009 arriva in Italia lo strepitoso show sulla carriera di Michael Jackson: " THRILLER - LIVE" . Lo show, concepito e programmato ben prima della scomparsa dell'artista, ha debuttato il 2 gennaio 2009 al Lyric Theatre di Londra dove è tuttora in programmazione. In contemporanea, un'altra compagnia è partita in tour per l'Europa, tra cui l'Italia.

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  • Influenza A, gli Usa avvertono: "Virus, grave minaccia per noi"
    Il virus della nuova influenza pone una "grave minaccia per la salute" negli Stati Uniti: lo afferma in un rapporto il Consiglio Scientifico e Tecnologico della Casa Bianca

    Il rapporto afferma che "l'attuale ceppo pone una grave minaccia alla nazione. Il problema non è che il virus e più letale di altri ceppi influenzali ma che probabilmente infetterà più persone del solito perché è un ceppo nuovo contro cui la gente non ha costruito resistenze immunitarie", ha detto la Casa Bianca.

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  • Michael Jackson, "fu omicidio"
    Sul corpo sono state trovate dosi letale di anestetico. Quello di Michael Jackson, scomparso prematuramente a 50 anni il 25 giugno scorso, è stato omicidio. La notizia è stata anticipata dal "Los Angeles Times", secondo il quale il medico personale del re del pop, Conrad Murray, gli aveva somministrato del Propofol per sconfiggere l'insonnia.

    Il trattamento, spiega il giornale, è stato seguito per sei settimane. E consisteva nella somministrazione di 50 grammi del potente anestetico per endovena. Per evitare che il re del pop si assuefacesse alla sostanza, il medico aveva abbassato la dose a 25 grammi, aggiungendo altri due sedativi.

    Un funzionario delle forze dell'ordine ha riferito all'Associated Press che il magistrato inquirente per le morti sospette è pronto a procedere per omicidio.Presumibilmente sarà aperta un'inchiesta nei confronti del medico che ha assistito "Jacko" nei suoi ultimi momenti di vita

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  • Venezia sempre più hollywoodiana, in arrivo anche 'Re' George LUCAS Sarà il regista e produttore statunitense George Lucas, creatore della rivoluzionaria saga di Star Wars e leader dell’innovazione digitale a Hollywood – per la prima volta presente a Venezia – a consegnare a John Lasseter il Leone d’Oro alla carriera della 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, alla presenza dei registi della Disney-Pixar Brad Bird, Pete Docter, Andrew Stanton e Lee Unkrich.

    La speciale cerimonia di consegna del Leone d’oro alla carriera della 66. Mostra avrà luogo domenica 6 settembre, alle ore 16.30 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia.

    La 66. Mostra si svolgerà dal 2 al 12 settembre 2009, diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.

    La consegna del Leone d’oro a John Lasseter da parte di George Lucas è particolarmente significativa: Lasseter – prima della nascita della Pixar nel 1986 – lavorava nel team dei grafici nella Computer Animation Division della Lucasfilm (la società fondata da Lucas nel 1971).

    Presso la Lucasfilm, Lasseter ha tra l’altro disegnato e animato il cavaliere di vetro di 'Piramide di paura' (Young Sherlock Holmes, 1985), il primo personaggio mai realizzato al computer in un film live-action. Nel 1986 Steve Jobs, già fondatore della Apple, ha rilevato la Computer Animation Division della Lucasfilm, ribattezzandola Pixar, dopo che questa aveva sviluppato un computer ad altissime prestazioni.

    George Lucas, il regista e produttore che ha trasformato il cinema con Star Wars – la saga cinematografica simbolo del cinema postmoderno – e che ha dato avvio alla spettacolare era degli effetti visivi con la sua Industrial Light & Magic Division (fondata nel 1975), sarà per la prima volta presente alla Mostra di Venezia.

    Al Lido sono stati comunque presentati negli anni ’80 in prima europea, con grande successo ed entusiasmo di pubblico, due episodi delle avventure della famiglia Skywalker scritti e prodotti da Lucas: 'Star Wars: Episodio V - L’Impero colpisce ancora' (1980) di Irving Kershner, e 'Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi' (1983) di Richard Marquand.

    Il tributo per il Leone d’oro alla carriera a John Lasseter, Brad Bird, Pete Docter, Andrew Stanton e Lee Unkrich sarà articolato alla 66. Mostra in due giornate:

    * domenica 6 settembre in Sala Grande, a precedere la cerimonia di premiazione, sarà proiettato alle ore 14.30 in prima mondiale, nella nuova versione 3D, 'Toy Story' (1995) scritto e diretto da John Lasseter, il primo lungometraggio d’animazione completamente realizzato al computer e il primo lungometraggio prodotto dalla Pixar Animation Studios. Nel corso della cerimonia saranno inoltre presentati 10’ in prima mondiale del nuovo film Disney 'The Princess and the Frog' di Ron Clemens e John Muster, atteso ritorno della Disney all’animazione tradizionale disegnata a mano, oltre ad alcune sequenze in prima mondiale di 'Toy Story 3' scritto e diretto da Lee Unkrich. Infine, al termine della cerimonia, sarà proiettato, sempre in prima mondiale e nella nuova versione 3D, 'Toy Story 2' (1999) di John Lasseter. Alla Sala Perla è prevista una retrospettiva con le proiezioni di 'Alla ricerca di Nemo' (Finding Nemo, 2003) di Andrew Stanton e 'Gli Incredibili' (The Incredibles, 2004) di Brad Bird, oltre alla prima italiana di 'Up' di Pete Docter. In occasione di queste proiezioni, saranno organizzate dalla Disney attività e giochi per bambini e ragazzi all’esterno del Palazzo del Cinema.

    * lunedì 7 settembre, in Sala Perla, John Lasseter, Brad Bird, Pete Docter, Andrew Stanton e Lee Unkrich terranno in due sessioni la Disney-Pixar Animation Master Class. Nella prima sessione – dalle ore 11 alle ore 13 – dedicato ai processi di realizzazione dei film Pixar, i registi racconteranno i vari aspetti legati alla creazione delle loro storie raccontate nei film Pixar. Nella seconda sessione - dalle ore 15 alle ore 16 - i registi parteciperanno a una “panel discussion” riservata a giovani animatori italiani ed europei, studenti di cinema e specialisti del settore, in cui racconteranno i loro percorsi personali, le loro particolari influenze e la loro visione sul cinema d’animazione, rispondendo alle domande dei professionisti accreditati al seminario.

    * Studenti di cinema d’animazione, professionisti del settore e giornalisti – accreditati alla Mostra – che intendono partecipare, previa iscrizione, alla Disney-Pixar Animation Master Class e alla “panel discussion”, possono inviare la richiesta all’indirizzo email disneypixar.event@labiennale.org (studenti e professionisti) oppure disneypixar.press@labiennale.org (stampa).

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  • «Ascoltato» il boato del «Big Bang» Si comincia a sentire il primo «tuono» dell'universo. Un nuovo importante passo avanti per catturare le tracce del Big Bang, ossia del momento in cui l'universo ha improvvisamente cominciato a espandersi, sotto forma di onde gravitazionali è stato raggiunto grazie ad un'antenna «grande come mezzo pianeta» e a una forte collaborazione internazionale, nella quale l'Italia ha un ruolo importante. La scoperta, pubblicata sulla rivista «Nature», è il risultato della collaborazione internazionale Ligo-Virgo, alla quale l'Italia partecipa con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

    LO STUDIO - Lo studio ha osservato per la prima volta il profilo delle onde gravitazionali generate dal primo minuto di vita dell'universo. Previste da Albert Einstein, le onde gravitazionali sono l'eco delle esplosioni gigantesche e violente che avvengono nell'universo, come il Big Bang che ha dato origine a stelle e galassie, o come l'esplosione delle stelle giunte alla fine del ciclo vitale (supernovae) o lo scontro tra buchi neri. Gli studiosi italiani che hanno partecipato al progetto sono stati coordinati per l'Italia da Francesco Fidecaro, dell'università di Pisa e dell'Infn ed hanno utilizzato una rete di quattro interferometri che insieme formano una gigantesca antenna che si estende dagli Stati Uniti all'Europa. Ne fanno parte l'interferometro italiano Virgo, che si trova a Cascina (Pisa) e gli interferometri del programma statunitense Ligo (Stato di Washington e in Louisiana) e l'interferometro tedesco di Hannover.

    «ECO PRIMORDIALE» - Alla nascita dell’Universo si sono generati due grandi tipi di eco: quella dovuta al calore residuo della grande esplosione (la radiazione a microonde del fondo cosmico) e quella creata dal flusso di onde gravitazionali (increspature nel tessuto dello spazio tempo). Di queste due eco solo quella delle onde gravitazionali porta fino a noi le informazioni sul tempo immediatamente successivo al Big Bang. L’Universo primordiale infatti era trasparente solo per le onde gravitazionali, mentre per tutte le altre particelle non lo era. E’ per questo che l’eco della radiazione a microonde del fondo cosmico ci permette di «osservare» il cosmo solo, per così dire, circa 400 mila anni dopo l’esplosione iniziale. L’eco delle onde gravitazionali, il cosiddetto stochastic background o rumore di fondo stocastico, si presenta come la sovrapposizione di diverse onde come quelle sulla superficie di uno stagno ma di differenti altezze e direzioni. L’intensità di questo background ha una relazione diretta con i parametri che governano il comportamento dell’Universo durante il primo minuto dopo il Big Bang.

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  • La corsa delle Borse è finita. Ora chi salverà i governi dai debiti?
    Il rally è finito. Lo avevamo detto e non solo perché dopo tante sedute al rialzo ci si concede di rifiatare con le prese di beneficio. È finito perché è finito l'effetto del mega-stimolo monetario messo in atto dai governi per cercare di rivitalizzare i mercati e l'economia. Due trilioni di dollari sembravano tutto il denaro del mondo ma non lo erano.

    Ieri mattina il tonfo dello Shanghai Composite al -5,8%, peggior risultato dal 18 novembre scorso, aveva suonato la sveglia su quanto stava per accadere. Nonostante gli oracoli di Francoforte avessero giorni fa annunciato trionfalmente che Germania e Francia era tornate a crescere, sia il Cac40 che il Dax perdevano terreno, come Londra e Milano. A trascinare in basso, tanto per cambiare, titoli bancari (meno male che erano sani, al primo giorno di ritracciamento sono crollati) e commodities, indicatore quest'ultimo che la ripresa è lunghi dall'essere dietro la porta.

    Quando poi la Fed, dopo l'avvio in nero di Wall Street, annuncia il prolungamento del programma statale di protezione degli assets, Talf, per altri sei mesi, ecco che come dicevo la scorsa settimana la bomba del debito comincia a innescarsi. Lo dicevamo venerdì: quando i governi avranno salvato il salvabile, chi salverà i governi? Ovvero, per quanto si stampi moneta e la si inietti artificialmente nel sistema - "il Tamiflu della crisi" viene definito nella City - quanto potrà durare questa politica? Certo, ha garantito un rally di ripresa ma non ha fatto nulla per far ripartire i fondamentali dell'economia, nonostante la Bce e gli annunci che il Giappone è ormai fuori dalla recessione.

    David Karlsboel, capo analista alla Saxo Bank, ha parlato chiaro ieri: «Non ci saranno scossoni violenti a novembre come temevamo ma abbiamo detto agli investitori di prepararsi a 6-12 mesi di seria crisi sui mercati. La volatilità è destinata a crescere parecchio e per chi si aspettava un mercato del Toro potrebbero esserci brutte sorprese».

    E il fatto che la Cina sia stato il mercato che ha performato peggio ieri in tutto il mondo manda un altro duplice segnale: la bolla del real estate creata dai prestiti facili voluti dal governo è ormai pronta a esplodere e questo, di converso, elimina molte delle speranze di chi credeva che il motore asiatico fosse quello in cui riporre fiducia per la ripresa globale. Qualcuno nelle scorse settimane mi invitava a guardare ai positivi segnali marco che arrivavano dall'America: lo invito ora a guardare al segnale che arriva dalla Fed.

    Se si blocca la Cina o - almeno - questa cambia politica strategica sulle riserve e sulle valute, il rischio di un'asta di bond Usa a vuoto potrebbe non essere così peregrina: e tutti sanno che senza l'enorme mercato del debito Usa la Cina non sa dove scaricare riserve ma se queste si contraggono e si taglia, non ci saranno più diluvi di trilioni per garantire il debito Usa. Ieri Pechino ha reso noto che comprerà altri due miliardi di dollari di mutui Usa garantiti dal programma statale (guarda caso, proprio poco prima che la Fed svelasse la novità) ma ormai siamo al rattoppo quotidiano di una situazione che sta andando fuori controllo nuovamente.

    E infatti, nonostante le notizie che arrivavano dal Giappone, la sterlina è crollata a un minimo di quattro settimane per le brutte novità date dalla Fed: l'America è messa male e i piani messi finora in campo, fossero quello dell'amministrazione Bush o quello attuale reiterato ieri, non stanno offrendo risposte. In compenso il numero di default su carta di credito di Bank of America e Capital One Financial ha toccato il record massimo a luglio, un 10% netto di aumento rispetto a giugno. Si compra a credito ma non si hanno soldi per ripagare: una trappola già vista da quelle parti ai tempi dei subprime.

    Il tempo però passa e i rischi aumentano. Una brutta spirale a cui si sta aggiungendo quella deflattiva globale, visto che i timori iper-inflattivi di molti sono risultati errati e dalle economie reali arrivano segnali opposti. In compenso, come annunciato venerdì, l'ok di Ubs a rivelare al governo Usa i nominativi dei cittadini americani con conti segreti, ha portato un immediato risultato a Fiat. La quale, infatti, sbarca nel mercato cinese e avvia con la Chrysler la produzione della 500 a Toluca, in Messico, come annunciava ieri il Wall Street Journal.

    Secondo il quotidiano finanziario, la Fiat dopo due tentativi falliti è finalmente riuscita a costituire una joint venture per operare in Cina, uno dei pochi mercati in grande espansione anche in questo momento di profonda crisi economica. Ron Bloom, alla guida della task force, ha sottolineato, secondo quanto riportava sempre il Wall Street Journal, che non è nelle intenzioni del governo entrare nei dettagli della gestione di ogni compagnia: «Se la decisione riguarda un nuovo piano o una nuova macchina, sarà la nuova Chrysler, e non il governo degli Stati Uniti, a prenderla».

    Crediamoci. E infatti, guarda caso, ostacoli potrebbero arrivare dal sindacato statunitense, poiché una fonte ufficiale del sindacati auto (Uaw), che preferiva rimanere anonima, ha dichiarato che il sindacato non è stato informato del nuovo piano di produzione della 500. Questo perché le decisioni, in casa Chrysler, non sono prese da molto in alto...

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  • Lasciano l’Italia per nepotismo e scoprono gene per lo sviluppo Nel 2000 hanno lasciato l’Italia per gli Stati Uniti, in polemica con il sistema nepotista dell’università, che non permetteva loro di sviluppare adeguatamente le loro ricerche sui tumori al cervello dei bambini. Negli Stati Uniti hanno trovato i mezzi, lo spazio, il sostegno di due prestigiose università, prima la Albert Einstein e dopo la Columbia. E adesso Antonio Iavarone e Anna Lasorella annunciano la scoperta del gene che svolge un ruolo chiave nello sviluppo delle cellule staminali e che è coinvolto anche nel più aggressivo fra i tumori del cervello. Sono gli stessi ricercatori a parlare della loro scoperta in un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista Developmental Cell.”Adesso - spiega Iavarone - abbiamo trovato una proteina capace di distruggere alcune delle proteine-chiave utilizzate per ottenere le Ips e di far ripartire quindi la trasformazione delle cellule staminali in cellule adulte”. La proteina si chiama Huwe1 e la sua scoperta potrebbe in futuro portare anche a nuove terapie contro i tumori cerebrali.
    “La molecola - spiegano i ricercatori - si è rivelata indispensabile per la corretta programmazione delle cellule staminali del cervello perché grazie ad essa si formano i neuroni durante lo sviluppo dell’embrione di topo. Ma abbiamo anche scoperto che la stessa proteina viene eliminata durante lo sviluppo del più maligno tumore del cervello che colpisce bambini e adulti, il glioblastoma multiforme”.
    Durante la formazione del cervello dell’embrione, spiegano i due ricercatori italiani nell’articolo che presenta la loro scoperta, “le cellule staminali che risiedono nel sistema nervoso si dividono ad una velocità molto alta prima di trasformarsi, dando origine alle cellule nervose mature, i neuroni. Perché questo processo avvenga in maniera corretta, le proteine che mantengono le cellule nello stato staminale ed immaturo devono essere eliminate”.
    Cosa accade invece nel caso di tumori al cervello? Secondo la scoperta di Anna Lasorella, “nel topo, in assenza di Huwe1, le cellule staminali si moltiplicano in modo incontrollato per cui la formazione dei neuroni è compromessa e lo sviluppo del cervello procede in modo anomalo”. A questo punto, il dottor Iavarone ha ipotizzato che “l’attività di Huwe1 possa essere deficitaria nelle cellule dei tumori nel cervello dell’uomo”, ipotesi che ha trovato ampio riscontro. “La perdita di Huwe1 potrebbe essere una importante tappa nello sviluppo dei tumori cerebrali più maligni, i glioblastomi multiformi, ed una modalità mirata di terapia per questo tipo di tumori potrebbe derivare se riuscissimo ad aumentare la funzione di Huwe1 nelle cellule tumorali”, concludono i due ricercatori.
    Combattere il tumore al cervello è l’obiettivo che Antonio Iavarone e Anna Lasorella, marito e moglie da molti anni, si sono posti dai primi anni di studio all’Università. “Siamo entrambi pediatri, io sono di Benevento e mia moglie di Bari, e ci siamo conosciuti al Policlinico Gemelli, all’inizio degli anni ‘90: lavoravamo tutt’e due al reparto di Oncologia pediatrica. Grazie alle nostre ricerche avevamo ottenuto un grande finanziamento da parte della Banca d’Italia. Ma a un certo punto ci siamo resi conto che non potevamo fare il nostro lavoro in Italia, e così ci siamo spostati in America, a New York, prima alla Albert Einstein, nel 2000, e poi alla Columbia nel 2002″.
    Iavarone non torna volentieri sulle ragioni che hanno spinto lui e la moglie a emigrare negli Stati Uniti. Ma Repubblica si è occupata con molta attenzione della loro vicenda, raccontata in un articolo del 5 ottobre 2000 da Elena Dusi, e ripresa successivamente da Curzio Maltese. “Da noi la bravura non paga”, s’intitolava l’articolo che per la prima volta parlava della vicenda. “Il primario di oncologia, il professor Renato Mastrangelo, ha cominciato a renderci la vita impossibile - raccontava nel 2000 a Elena Dusi Iavarone - Ci imponeva di inserire il nome del figlio nelle nostre pubblicazioni scientifiche. Ci impediva di scegliere i collaboratori. Non lasciava spazio alla nostra autonomia di ricerca. Per alcuni anni abbiamo piegato la testa. Poi, un giorno, all’inizio del ‘99, abbiamo denunciato tutto”.
    E a quel punto, anche sulla scia di una denuncia per diffamazione effettuata dal professor Mastrangelo (”Abbiamo vinto la causa”, dice Iavarone) ai due coniugi ricercatori non è rimasta che la via del volontario esilio. Che si è rivelata molto proficua, dal momento che lavorare negli Stati Uniti ha permesso loro di sviluppare nel migliore dei modi le loro intuizioni, dando una speranza a chi contrae questa terribile malattia.
    L’unico commento che si riesce a strappare sulla vicenda che li ha allontanati dall’Italia (dove torneranno comunque a settembre, per presentare la loro scoperta), è che “il nostro caso è stato paradigmatico per quanto riguarda le caratteristiche, ma non è certo un caso isolato”. “Però non mi chieda altro - conclude Iavarone - altrimenti ci dicono che facciamo sempre polemica. E invece noi adesso vogliamo parlare solo della nostra scoperta, che ci fa essere molto speranzosi per gli sviluppi futuri delle cure”.

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  • Tutte le star di “Eclipse” insieme per un Sushi Party + video trailer Tutti insieme dopo un’altra settimana di duro lavoro, il cast al completo del quarto capitolo della Saga di Twilight, “Eclipse” era venerdì notte al Miko Sushi di Vancouver.
    Tutti erano li, inclusi Robert Pattinson e Kristen Stewart, insieme con Ashley Greene, Taylor Lautner, Kellan Lutz, Nikki Reed, Peter Facinelli, Elizabeth Reaser, Jackson Rathbone, insieme ai nuovi membri del cast Xavier Samuel e Bryce Dallas Howard.

    Secondo le ultime notizie, Bryce Dallas Howard sostituirà Rachelle Lefevre e una nuova aggiunta al già nutritissimo cast arriverebbe anche la star di “Maria Full Of Grace”, Catalina Sandino Moreno.

    L’attrice 28enne reciterà nei panni di un vampiro, che per casualità si chiama Maria, che guida un’orda di morti viventi.

    L’attesissimo film sarà al cinema il 30 Giugno 2010.


    In questo video ho parlato generalmente degli eventi che accadono nel libro! spero vi piaccia.....




    Questo è lo stesso trailer di prima con in più delle parti parlate in italiano!

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  • La musica online supererà presto la musica su supporto fisico
    La musica su supporto digitale ha rappresentato la percentuale più elevata di consumazione fino ad oggi. Tuttavia alcune rivelazioni della IFPI mostrano come la musica digitale venduta su Internet dovrebbe pareggiare quella su supporto fisico nel 2016 (2010 negli Stati Uniti).

    Le statistiche sulla musica digitale sono partite nel 2004, quando il settore raggiunse il 2% delle entrate totali. Già nel 2008 la musica digitale raggiunse il 20% con un costante aumento delle quote di mercato. Con questo passo i ricavi di musica digitale dovrebbero pareggiare i supporti fisici nei prossimi anni.

    La Corea del Sud è attualmente l’unico paese dove la tendenza è già invertita: la musica digitale ha già raggiunto il 56% del totale nel 2006 e ha superato i supporti fisici. Contrariamente in Europa la musica digitale non ha ancora raggiunto quote importanti, ed è ferma all’11%.

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  • MICHAEL JACKSON, il medico lasciò solo il re del pop dopo avergli dato un anestetico Il medico personale di Michael Jackson, Conrad Murray, lasciò solo il cantante dopo avergli somministrato un potente anestetico, il profopol. Lo hanno riferito al Los Angeles Times tre persone al corrente delle indagini. Il cardiologo si era assentato per fare alcune telefonate. Al suo ritorno trovò il re del pop che non respirava.

    Murray, sotto indagine per omicidio colposo, si era procurato legalmente in un farmacia di Las Vegas il profopol, un anestetico usato in camera operatoria, e lo somministrava a Jackson come trattamento per l'insonnia.
    Interrogato dalla polizia due giorni dopo la morte di Jackson, Murray aveva ammesso di aver somministrato l'anestetico al cantante all'alba del 25 giugno. Il re del pop era appena tornato a casa da una faticosa prova per il futuro tour di concerti, ma non riusciva a prendere sonno.
    Secondo una fonte, Jackson usava il profopol da una decina di anni come aiuto per dormire. Murray avrebbe detto alla polizia di averglielo somministrato ripetutamente da quando era diventato in maggio il suo medico personale, incarico per il quale riceveva 150mila dollari al mese. Non avendo mai avuto problemi in passato, il medico disse di essersi sentito tranquillo a lasciare Jackson per fare qualche telefonata. Non è chiaro quanto tempo sia rimasto assente dalla stanza del re del pop.
    L'autopsia, scrive il quotidiano, ha riscontrato altre medicine, fra cui un ansiolitico nel corpo di Jackson, oltre a tracce di profopol. Gli altri farmaci potrebbero aver amplificato l'effetto dell'anestetico con effetti sulla respirazione di Jackson. Un altro fattore può essere stato la storia clinica di abusi di farmaci da parte del cantante, e in particolare il lungo uso del profopol.

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BeRuby
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