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Rassegna stampa estera: Berlusconi, Michelle Obama, Fini....
Anche questa settimana Silvio Berlusconi è stato al centro dell’attenzione della stampa straniera. Ultimo episodio in ordine di tempo, il mancato abbraccio tra il primo ministro italiano e la first lady americana Michelle Obama al G20 di Pittsburgh.
Il Daily Telegraph ha raccontato quanto avvenuto nel corso del vertice:
La signora Obama deve avere deciso che se una donna doveva essere fotografata insieme a Berlusconi giovedì sera, non sarebbe stata lei. Una stretta di mano, impartita con la cautela di chi mette in bocca un topo morto a un coccodrillo, è tutto quello che il premier italiano ha ricevuto da lei, nonostante i suoi migliori sforzi di mettere in moto il suo charme latino
Mentre Barack Obama ha fatto cenno verso sua moglie per presentarla, Berlusconi ha sollevato le braccia con un palese gesto di gioia. Non è chiaro se stesse semplicemente valutando il suo aspetto o se la stesse incoraggiando a venire verso di lui per un abbraccio ma un Obama dallo sguardo severo voleva chiaramente farlo proseguire oltre, sospingendolo con una serie di pacche sulle spalle che probabilmente non hanno compensato in nessun modo quella che non ha ottenuto dalla First Lady
Sullo stesso tema, sempre in UK, il popolare Daily Mirror:
Il noto sciupafemmine si è fatto vedere da solo ma ha immediatamente rivolto le sue attenzioni alla moglie di Barack, Michelle. Alzando le mani in segno di gioia, non è riuscito a mantenere la sua eccitazione quando è apparsa la first-lady, ma tutto quello che ha ricevuto è stata un’occhiata di disapprovazione da suo marito
Un comportamento, quello della first lady, che non è stato esente da critiche. Quelle ad esempio di Adrian Michaels il quale ha pubblicato sul suo blog sulle pagine del Telegraph un articolo intitolato “Che brutta figura! (in italiano nel testo, ndt) Michelle Obama non avrebbe dovuto evitare le avances di Berlusconi”, nel quale abbondano peraltro le ironie sul primo ministro italiano:
Dilemma di galateo n° 412: un anziano seduttore, perseguitato da storie di infedeltà, prostituzione e scandalo, che sembra più interessato alla lascivia che alla democrazia, vuole un buon vecchio saluto all’italiana ad un ricevimento di gala. Saresti tenuta ad avvicinarti e a dargli un caloroso abbraccio e due baci sulla guancia. Hai già dato – o stai per dare – un saluto personale equivalente ad altri VIP. Ci sono telecamere dappertutto. Ma te la fai sotto dalla paura. Lui è spesso causa di imbarazzo. E quel che è peggio, tu sei nera e lui ha fatto delle osservazioni molto discusse sull’ “abbronzatura” di tuo marito. Sei la moglie del presidente americano. (..) Michelle Obama si è sottratta alle sue responsabilità di affascinante padrona di casa. (..) Spiacenti Signora O, ma non importa quello che pensa di Berlusconi, non può farla così facile. O stringe la mano a tutti, oppure fa buon viso a cattivo gioco e abbraccia il vecchio. Non può pomiciare con Gordon Brown e dare a Silvio una viscida stretta di mano. Sono cattive maniere
L’autorevole settimanale Economist ha da parte sua raccontato i crescenti contrasti tra Fini e Berlusconi in un pezzo intitolato “Il sultano e il visir“:
Poteva sembrare come il primo colpo di un ammutinamento. Ma dal momento in cui il primo serio episodio di contrasti interni al governo di Silvio Berlusconi fin dal suo insediamento nel maggio 2008 si è concluso, è apparso chiaro quanto il primo ministro italiano resti sicuro, nonostante gli scandali sessuali che lo circondano. (..) Nel lungo periodo, non c’è dubbio che Fini aspira ancora alla leadership. Ma nel breve periodo, si dovrà accontentare delle promesse di più collegialità da parte del primo ministro. C’è qualche indizio del fatto che anche il PdL potrebbe congiurare un atteggiamento più vivace nelle prossime settimane. Ma per quanto tempo? Il primo ministro gestisce sempre più quello che Giovanni Sartori, uno scienziato politico, ha definito un “sultanato”. E i sultani hanno generalmente una pazienza limitata nei confronti dei loro Visir, per quanto possano essere eccellenti
Sullo stesso argomento il New York Times:
L’estate di scandali sessuali può anche non aver fatto cadere Berlusconi. Ma ha decisamente allentato la sua presa sulla sua coalizione di centrodestra, le cui fazioni stanno spingendo non solo per avere più potere ma anche per la successione – una possibilità ancora piuttosto remota che solo recentemente è emersa nel confronto nazionale. “Sta diventando un situazione stile Macbeth”, ha dichiarato Franco Pavoncello, scienziato politico e presidente della John Cabot University a Roma. Gli alleati di Berlusconi “sentono l’odore del sangue” – ha aggiunto – “ma non hanno abbastanza potere” per rimuoverlo
In Olanda NRC Handelsblad ha titolato “Scricchiola il trono di Berlusconi “:
Silvio Berlusconi gode ancora di una larga maggioranza in Parlamento. Controlla i media come mai prima d’ora. Ma il trono del Cavaliere, che domina la politica italiana già da 15 anni mostra delle incrinature. Il suo potere è in calo. (..) Un’estate piena di rivelazioni sugli scandali sessuali è finita in un autunno pieno di alterchi. Il premier ha incrociato le lame con più o meno tutti. La Chiesa, la magistratura, la stampa, l’opposizione ed anche il suo compagno di partito Gianfranco Fini le hanno prese. L’aggressività degli attacchi è eccessiva perfino per i canoni italiani. Si pone la domanda se il premier, con le spalle al muro, avrà reazioni pericolose e magari funeste. Oppure sta lavorando alla sua ennesima risurrezione miracolosa? Il Cavaliere, gli italiani lo sanno bene, dà il meglio di sè quando deve difendersi da posizioni insostenibili per qualunque altra persona. (..) Secondo il sondaggista Nando Pagnoncelli, il 74 per cento degli italiani dice che gli eccessi di Berlusconi non hanno alcun effetto sull’opinione che hanno di lui. Anche Berlusconi ne è convinto: la maggior parte degli italiani vorrebbe essere come me. Si riconoscono in me e nel modo in cui mi comporto. Ma molti italiani che hanno passato le loro vacanze all’estero sono scioccati dal modo in cui l’immagine dell’Italia è stata danneggiata da Berlusconi
In Spagna El Pais ha parlato dei continui scontri tra il primo ministro italiano e i media:
In Italia continua a giocarsi la battaglia politica tra Silvio Berlusconi e la stampa. Il primo ministro oggi ha attaccato di nuovo i giornalisti e dopo il consiglio dei ministri ha annunciato che il suo Governo non risponderà a “domande su pettegolezzi”. (..) Le minacce più o meno velate e i messaggi intimidatori contro i media che lo criticano, invece, continuano a riempire i media affini o di proprietà di Berlusconi. Lunedì sera, il programma di Canale 5 Striscia la notizia ha trasmesso un video su Ezio Mauro, direttore de La Repubblica, con un fotomontaggio di pessimo gusto che lo mostrava nudo con due veline di fianco. Oggi, il quotidiano Libero, controllato dal primo ministro, riportava il fotomontaggio sulle sue pagine, e per giustificarlo accusava il quotidiano di centro-sinistra di essere un “superpartito”
Il Times ha commentato in questo modo la prima puntata di Annozero, coincidente con la prima apparizione in tv di Patrizia D’Addario:
E’ la prima volta che molti italiani hanno scoperto che il loro primo ministro ha – stando alle accuse – passato la notte con una prostituta. (..) Benchè la sua storia, e altre simili, fossero state ben documentate dai quotidiani nazionali e dalla stampa estera, lo scandalo riguardante il primo ministro ha avuto una scarsa copertura da parte della televisione – la principale fonte di informazioni per molti italiani. Fino al momento in cui il programma è effettivamente andato in onda, molti credevano che sarebbe stato cancellato dai palinsesti. (..) Quest’anno l’Italia è stata l’unico paese occidentale a scivolare nella categoria di paese “parzialmente libero” nell’indice globale di libertà di stampa, occupando la 73esima posizione sui 195 nazioni in tutto il mondo, tra il Benin e Tonga. L’impero mediatico di Berlusconi controlla molti canali televisivi, quotidiani e stazioni radio. (..) Secondo i commentatori il programma potrebbe essere uno spartiacque nell’incoraggiare un’ulteriore esame di Berlusconi da parte della stampa. “In un certo senso, la domanda non è tanto perché ci è voluto così tanto ad arrivare a questo punto, ma piuttosto come si è arrivati a questo punto?”, ha dichiarato il prof. John Walston, esperto di relazioni internazionali all’Università Americana di Roma. A suo avviso si tratta della prima volta che la vita privata di un primo ministro italiano è oggetto di tanta attenzione da parte dei media
Sullo svedese Dagens Nyheter, la giornalista di origine italiana Cecilia Schwartz ha dedicato un pezzo al discusso documentario del suo connazionale Eirk Gandini, Videocracy:
Nessuno diventa profeta in patria. L’italo-svedese Erik Gandini invece lo è diventato in entrambe le sue. Il pubblico invade i cinema italiani e svedesi per vedere il suo celebratissimo documentario “Videocracy”. Il film ha avuto un tempismo perfetto uscendo nelle sale proprio quando la terra sotto i piedi dell’impero di Berlusconi trema più forte che mai, dopo tutti gli scandali sessuali e i durissimi attacchi dei media. (..) E c’è qualcosa nella fascinazione degli svedesi per l’Italia che io – da mezza italiana – fatico a sopportare. La volontà di rendere esotico e perciò banalizzare. Molti di quelli che vanno a vedere “Videocracy” vogliono senz’altro capire i meccanismi dietro alla TV-spazzatura italiana, ma altrettanti lo vedono come l’ennesimo capitolo dell’eterna soap sull’Italia. Il paese dei miracoli che non è mai noioso, mai prevedibile, mai politicamente corretto. Nemmeno i suoi lati oscuri mancano di attrattiva: il fascismo, la camorra, il terrorismo, la corruzione e le giungle della prostituzione. Violenza, potere e sesso. Le cose più primordiali. In realtà però è solo triste. Soprattutto per le donne
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UNA GENERAZIONE "STRITOLATA"
«youth crunch», L'ITALIA SI TROVA IN CONDIZIONI PARTICOLARMENTE GRAVIVentenni senza lavoro e senza studio
I rischi di una generazione "stritolata"Nel primo trimestre 2009 il numero di disoccupati Ue al di sotto dei 24 anni ha raggiunto i cinque milioni
di MAURIZIO FERRERA
Qualche mese fa la Confederazione europea delle associazioni giovanili ha lanciato l’allarme: il credit crunch rischia di trasformarsi in uno youth crunch , ossia in una vera e propria morsa «stritola-giovani». Gli ultimi dati Eurostat e Ocse sulle forze di lavoro segnalano che lo scenario si sta purtroppo avverando. Nel primo trimestre 2009 il numero di disoccupati Ue al di sotto dei 24 anni ha raggiunto i cinque milioni. In termini percentuali, la disoccupazione giovanile è non solo più del doppio rispetto a quella totale (18,3% di contro all’8,3%), ma sta crescendo molto più velocemente. Come sottolinea il rapporto Ocse sull’occupazione 2009 la crisi sta ricreando quel solco generazionale nell’accesso al lavoro che le economie europee avevano cominciato faticosamente a colmare a partire dal 2005.
L’Italia si trova in condizioni particolarmente gravi. La disoccupazione fra gli under 24 ha superato il 25% negli ultimi mesi: 5 punti in più dell’anno scorso, mezzo milione di ragazze e ragazzi. Nella classifica europea siamo superati solo da Spagna e Lettonia. Conosciamo la principale causa del fenomeno: i giovani accedono al mercato del lavoro essenzialmente tramite contratti «a-tipici» e questi sono stati i primi ad essere falcidiati dalla crisi. Come ben spiega una recente ricerca di Berton, Richiardi e Sacchi ( Flex-insecurity, Il Mulino) nel nostro paese la flessibilità ha generato una «precarietà» di lavoro e di vita che si concentra fra le categorie socialmente e anagraficamente più deboli. Anche negli altri Paesi molti giovani all’inizio devono arrangiarsi con dei «lavoretti». Ma si tratta di una fase relativamente breve, tutelata da trasferimenti pubblici in caso di disoccupazione e spesso accompagnata da percorsi di consolidamento formativo e addestramento professionale. Nel nostro Paese la transizione scuola-lavoro è molto più difficile e accidentata. Se non riescono a saltare il fossato che li separa dai segmenti buoni e «garantiti» del mercato occupazionale, i giovani italiani restano a lungo intrappolati nel limbo dell’insicurezza, con intervalli senza lavoro e senza reddito che ora tendono a diventare più lunghi e frequenti. Quando il contratto non viene rinnovato, l’unico ammortizzatore affidabile resta la famiglia.
Oltre alla disoccupazione in senso stretto, la crisi rischia però di aggravare una sindrome ancora più preoccupante del nostro mondo giovanile: l’inattività «improduttiva». In Italia è molto alto il numero di under 24 (compresi numerosi teenager) che non fanno nulla: non studiano, non hanno un lavoro e non lo cercano attivamente (e dunque non sono, tecnicamente, disoccupati), non partecipano ad alcun programma formativo. È vero che i giovani cosiddetti «Neet» ( not in education, employment or training ) sono in crescita in tutta Europa. Ma secondo le stime della Commissione europea l’Italia è il paese con la percentuale più alta: circa il 22% nel gruppo di età 20-24, un livello superato solo da Romania e Bulgaria. Da noi chi entra nella condizione di Neet tende inoltre a restarvi più a lungo (anche anni): per scoraggiamento, assenza di alternative, semplice inerzia. Quali prospettive si aprono ad un paese che non offre opportunità, stimoli e incentivi ai propri giovani?
Come siamo arrivati al punto che un italiano su cinque fra i 20 e i 24 anni si è ridotto a «non far nulla», a non essere coinvolto e impegnato in quelle attività da cui dipende il percorso della vita adulta? E, soprattutto, come uscire da questa situazione? Fra i tanti dibattiti d’autunno, sarebbe auspicabile fare un po’ di spazio anche a queste domande. Si sostiene spesso che le caratteristiche del nostro sistema bancario e finanziario ci abbiano protetto dagli effetti più devastanti del credit crunch. Senza azioni concrete e ambiziose a favore dei giovani, siamo però destinati a registrare lo youth crunch più intenso d’Europa. Un primato disastroso: vorrebbe dire che abbiamo davvero «stritolato» una generazione di italiani e, con essa, le nostre prospettive di benessere e sviluppo per i prossimi decenni.
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Nuova influenza: informazioni e numeri, una guida per il web
Il virus in rete - Monitorare la nuova influenza da casa. Seduti davanti ad un pc e con una connessione internet. Sono due i principali siti internazionali che si possono usare per non perdere di vista il virus e seguirne la diffusione:
L`Organizzazione mondiale della Sanità - L`Oms conta 193 Stati membri e rappresenta la più autorevole fonte per avere informazioni sulla velocità di diffusione del virus e sui rimedi da prendere per evitare il contagio. Dal mese scorso, però, non emette più bollettini quotidiani e si pronuncia solo in determinate occasioni, con annunci mirati. I focus realizzati dall`Oms e dedicati al virus H1N1 si trovano al sito http://www.who.int/.
L`Istituto europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie - L`Ecdc è l`unico che, ad oggi, continua ad emettere quotidianamente bollettini di aggiornamento sui malati e sulle vittime causate dalla Nuova influenza. Alle 9 di mattina e alle 5 del pomeriggio, l`Istituto europeo fa il punto sui contagi registrati nelle ultime 24 ore e sul numero dei malati in Europa e nel mondo. Il sito dell`Ecdc, rinnovato da poco, si può consultare all`indirizzo http://ecdc.europa.eu/, dove una sezione dedicata raccoglie tutto il materiale disponibile sul virus H1N1.
VIAGGIARE E LAVORARE IN EUROPA
Gran Bretagna - Grafica essenziale e molte informazioni per le aziende e i lavoratori.
Germania - Video e approfondimenti sul sito del Governo federale tedesco.
Francia - "Stop al virus dell`influenza": è la campagna delle autorità sanitarie francesi.
Spagna - Contenuti multimediali e materiale da stampare per le scuole sui siti spagnoli.
IN ITALIA
Il numero verde 1500 - Il ritorno dalle vacanze è un momento delicato per l`espansione del virus. Il ministero della Salute ha attivato il numero gratuito 1500 per fornire informazioni sulle misure di prevenzione e profilassi. Rispondo professionisti sanitari formati per aiutare a riconoscere i sintomi e identificare i possibili rischi. Da quando è attivo ha già ricevuto oltre 35 mila chiamate.
Le guide anti-influenza - Il ministero della Salute (www.ministerosalute.it) raccoglie i vademecum con i consigli per chi torna da Paesi in cui si sono registrati i focolai. Non sono previste restrizioni ai viaggi internazionali, ma è attiva la vigilanza negli aeroporti. L`ordinanza del 4 maggio, valida fino al 31 luglio, prevedeva che gli studenti rientrati da un viaggio in Messico non fossero ammessi alla frequenza scolastica per almeno 7 giorni dall`arrivo. Una settimana è anche il periodo di osservazione consigliato a tutti i turisti per monitorare il proprio stato di salute.
Come lavarsi le mani - "Applicare sapone a sufficienza sino a ricoprire la superficie delle mani". È la prima regola del dossier sulla misura anti-influenza più efficace che si può reperire sul sito del ministero. La guida consiglia di dedicare tra i 40 e i 60 secondi all`operazione. Alla fine, si spiega, bisogna "asciugare le mani con una salvietta monouso" da usare anche per chiudere il rubinetto, per poi essere buttata via.
Istituto Superiore di Sanità - Dal sito dell`Istituto superiore di Sanità (Iss) è possibile prendere informazioni sui vaccini e sulle metodologie di produzione dei farmaci antipandemici. Una sezione dedicata fa una panoramica sui diversi tipi di vaccini contro il ceppo influenzale H5N1, da cui si sta ricavando il vaccino contro la Nuova influenza. Il sito è consultabile all`indirizzo http://www.iss.it
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Mercato: i club che hanno speso di più
Lo scorso anno la palma del club più spendaccione d’Europa era andata al Manchester City, con i suoi 101 milioni e rotti spesi nel mercato estivo. Un trofeo di paglia, visto che la squadra degli sceicchi non è riuscita a raggiungere gli obiettivi che si era prefissa, restando ancora una volta ai margini del calcio che conta. Meglio andò al Barcellona, seconda la scorsa estate in quanto a soldi spesi, ma prima in patria e in Europa con una marea di trofei conquistati.
E quest’anno quali sono i club che hanno maggiormente investito in fase di acquisti? Inutile dire che il Real si accaparra la prima posizione, seguito a ruota proprio dalla seconda squadra di Manchester. La prima delle italiane è l’Inter, solo quarta in questa speciale classifica stilata dal sito portoghese Futbol Finance. Ma eccovi il dettaglio delle prime venti posizioni con tanto di milioni spesi:
1. Real Madrid / Spagna – 257.400.000 €
2. Manchester City / Inghilterra – 139.300.000 €
3. Barcellona / Spagna – 113.500.000 €
4. Inter / Italia – 90.500.000 €
5. Bayern Monaco / Germania – 74.700.000 €
6. Lione / Francia – 72.500.000 €
7. Genoa / Italia – 69.300.000 €
8. Juventus / Italia – 55.300.000 €
9. Napoli / Italia – 49.700.000 €
10. Aston Villa / Inghilterra – 46.900.000 €
11. Liverpool / Inghilterra – 43.500.000 €
12. Sunderland / Inghilterra – 42.300.000 €
13. Marsiglia / Francia – 40.900.000 €
14. Manchester United / Inghilterra – 36.900.000 €
15. Tottenham Hotspurs / Inghilterra – 34.400.000 €
16. Bordeaux / Francia – 30.000.000 €
17. Amburgo / Germania – 28.900.000 €
18. Chelsea / Inghilterra – 28.500.000 €
19. Fenerbahce – Turchia – 28.000.000 €
20. Siviglia / Spagna – 27.000.000 €
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Cresce la disoccupazione in Europa
Cresce la disoccupazione in Europa. Il tasso dei senza lavoro nell’Eurozona a luglio è salito al 9,5%, dal 9,4% di giugno. E’ il dato diffuso da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. Nel luglio 2008 il tasso era pari al 7,5%. Eurostat sottolinea che il dato attuale è il piu’ elevato dal maggio 1999.
Per l’Ue a 27 stati membri i tasso del luglio 2009 è pari al 9,0%, il più alto dal maggio 2005, contro l’8,9% di giugno e il 7,0% del luglio 2008. Eurostat stima per luglio scorso a 21,794 milioni il numero complessivo di disoccupati dell’Unione Europea nel suo complesso, di cui 15,09 milioni nell’eurozona. Rispetto a giugno, vi è stato un incremento di 225.000 unità, di cui 167.000 nell’eurozona. Rispetto al luglio 2008, l’aumento dei senzalavoro è stato pari a 5,11 milioni, di cui 3,264 milioni nell’eurozona.
In Italia intanto frena la crescita delle retribuzioni. A luglio – fa sapere l’Istat – l’incremento dell’indice orario ha registrato un +0,2% rispetto al mese precedente e un +2,1% rispetto a luglio 2008. L’aumento registrato nel periodo gennaio-luglio 2009, in confronto al corrispondente periodo dell’anno precedente, è del 3,2 per cento. L’Istituto di statistica sottolinea che alla fine di luglio 2009 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore relativamente alla sola parte economica riguardano l’86,9 per cento degli occupati dipendenti rilevati per il periodo di riferimento degli indici (dicembre 2005); a essi corrisponde una quota dell’85,1 per cento del monte retributivo osservato.
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Il calendario della Champions League 2009/2010
Questo il calendario del Gruppo A di Champions League: 15 settembre: Juventus-Bordeaux. Maccabi Haifa-Bayern Monaco. 30 settembre: Bayern Monaco-Juventus. Bordeaux-Maccabi Haifa. 21 ottobre: Bordeaux-Bayern Monaco. Juventus-Maccabi Haifa. 3 novembre: Bayern Monaco-Bordeaux. Maccabi Haifa-Juventus. 25 novembre: Bordeaux-Juventus. Bayern Monaco-Maccabi Haifa. 8 dicembre: Juventus-Bayern Monaco. Maccabi Haifa-Bordeaux.
Questo il calendario del Gruppo B di Champions League: 15 settembre: Wolfsburg-Cska Mosca. Besiktas-Manchester United. 30 settembre: Manchester United-Wolfsburg. Cska Mosca-Besiktas. 21 ottobre: Cska Mosca-Manchester United. Wolfsburg-Besiktas. 3 novembre: Manchester United-Cska Mosca. Besiktas-Wolfsburg. 25 novembre: Cska Mosca-Wolfsburg. Manchester United-Besiktas. 8 dicembre: Wolfsburg-Manchester United. Besiktas-Cska Mosca.
Questo il calendario del Gruppo C di Champions League: 15 settembre: Zurigo-Real Madrid. Marsiglia-Milan. 30 settembre: Milan-Zurigo. Real Madrid-Marsiglia. 21 ottobre: Real Madrid-Milan. Zurigo-Marsiglia. 3 novembre: Milan-Real Madrid. Marsiglia-Zurigo. 25 novembre: Real Madrid-Zurigo. Milan-Marsiglia. 8 dicembre: Zurigo-Milan. Marsiglia-Real Madrid.
Questo il calendario del Gruppo D di Champions League: 15 settembre: Chelsea-Porto. Atletico Madrid-Apoel Nicosia. 30 settembre: Apoel Nicosia-Chelsea. Porto-Atletico Madrid. 21 ottobre: Porto-Apoel Nicosia. Chelsea-Atletico Madrid. 3 novembre: Apoel Nicosia-Porto. Atletico Madrid-Chelsea. 25 novembre: Porto-Chelsea. Apoel Nicosia-Atletico Madrid. 8 dicembre: Chelsea-Apoel Nicosia. Atletico Madrid-Porto.
Questo il calendario del Gruppo E di Champions League: 16 settembre: Liverpool-Debreceni. Lione-Fiorentina. 29 settembre: Fiorentina-Liverpool. Debreceni-Lione. 20 ottobre: Debreceni-Fiorentina. Liverpool-Lione. 4 novembre: Fiorentina-Debreceni. Lione-Liverpool. 24 novembre: Debreceni-Liverpool. Fiorentina-Lione. 9 dicembre: Liverpool-Fiorentina. Lione-Debreceni.
Questo il calendario del Gruppo F di Champions League: 16 settembre: Inter-Barcellona. Dinamo Kiev-Rubin Kazan. 29 settembre: Rubin Kazan-Inter. Barcellona-Dinamo Kiev. 20 ottobre: Barcellona-Rubin Kazan. Inter-Dinamo Kiev. 4 novembre: Rubin Kazan-Barcellona. Dinamo Kiev-Inter. 24 novembre: Barcellona-Inter. Rubin Kazan-Dinamo Kiev. 9 dicembre: Inter-Rubin Kazan. Dinamo Kiev-Barcellona.
Questo il calendario del Gruppo G di Champions League: 16 settembre: Stoccarda-Rangers Glasgow. Siviglia-Unirea Urziceni. 29 settembre: Unirea Urziceni-Stoccarda. Rangers Glasgow-Siviglia. 20 ottobre: Rangers Glasgow-Unirea Urziceni. Stoccarda-Siviglia. 4 novembre: Unirea Urziceni-Rangers Glasgow. Siviglia-Stoccarda. 24 novembre: Rangers Glasgow-Stoccarda. Unirea Urziceni-Siviglia. 9 dicembre: Stoccarda-Unirea Urziceni. Siviglia-Rangers Glasgow.
Questo il calendario del Gruppo H di Champions League: 16 settembre: Olympiacos-AZ Alkmaar. Standard Liegi-Arsenal. 29 settembre: Arsenal-Olympiacos. AZ Alkmaar-Standard Liegi. 20 ottobre: AZ Alkmaar-Arsenal. Olympiacos-Standard Liegi. 4 novembre: Arsenal-AZ Alkmaar. Standard Liegi-Olympiacos. 24 novembre: AZ Alkmaar-Olympiacos. Arsenal-Standard Liegi. 9 dicembre: Olympiacos-Arsenal. Standard Liegi-AZ Alkmaar.
VIDEO SORTEGGIO :
VIDEO VIRTUALE-COMICO del SORTEGGIO di CHAMPIONS LEAGUE
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Champions: il Milan trova il Real Inter col Barça, Juve col Bayern
Effettuato a Montecarlo il sorteggio degli otto gironi. Il Milan, unica italiana in prima fascia, ritrova l'ex Kakà. L'Inter contro Ibrahimovic. La Juventus trova i tedeschi. Liverpool e Lione per la Fiorentina
C'è la mano del fato, un bizzarro contrappasso, nel sorteggio di Champions League avvenuto oggi a Montecarlo: l'Inter campione d'Italia finisce nel girone del Barcellona e si ritrova di fronte il transfuga Ibrahimovic. Il Milan, invece, sarà alle prese con la sua ex stella Kakà, essendo nello stesso girone del Real Madrid. A loro volta i blaugrana giocheranno contro il loro ex finito in nerazzurro, il camerunese Etòo. Il sorteggio incrociato tra le milanesi e le spagnole era una eventualità che molti in Italia temevano (e altri speravano). La fiorentina, alla sua terza partecipazione in Champions League, trova gli inglesi del Liverpool e i francesi del Lione.
GLI OTTO GIRONI. Questi i gironi della prima fase della Champions League 2009-2010, secondo quanto stabilito dal sorteggio Uefa a Monaco.
Gruppo A: Bayern Monaco (Ger), Juventus (Ita), Bordeaux (Fra). Maccabi Haifa (Isr)
Gruppo B: Manchester United (Ing), Cska Mosca (Rus), Besiktas (Tur), Wolfsburg (Ger).
Gruppo C: Milan (Ita), Real Madrid (Spa), Olympique Marsiglia (Fra), Zurigo (Svi)
Gruppo D: Chelsea (Ing), Porto (Por), Atletico Madrid (Spa), Apoel Nicosia (Cip)
Gruppo E: Liverpool (Ing), Olympique Lione (Fra), Fiorentina (Ita), Debrecen (Ung)
Gruppo F: Barcellona (Spa), Inter (Ita), Dinamo Kiev (Ucr), Rubin Kazan (Rus)
Gruppo G: Siviglia (Spa), Rangers (Sco), Stoccarda (Ger), Unirea Urziceni (Rom)
Gruppo H: Arsenal (Ing), Az Alkmaar (Ola), Olimpiacos (Gre), Standard Liegi (Bel). GRN
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ESTATE 2009 : RECORD DI AVVISTAMENTI UFO
E’ un’estate da record per gli Ufo: sono quasi 1300 gli avvistamenti di Oggetti Volanti Non Identificati registrati dal primo maggio ad oggi. A comunicarlo è il Centro Italiano Studi Ufologici, un’associazione culturale senza scopo di lucro che da anni raccoglie e analizza le segnalazioni non identificate nel nostro Paese. G
li avvistamenti, a partire dai primi di maggio, sono andati via via crescendo nel corso dell’estate per raggiungere numeri eccezionali nel corso del mese di agosto. Così Giuseppe Stilo, che sta curando per il Cisu una prima schedatura delle informazioni raccolte. “Da maggio una gran quantità di persone si è mobilitata in modo spontaneo per render note le proprie osservazioni, soprattutto attraverso Internet, con l’uso di ogni mezzo disponibile, quali social network, forum, blog, siti di associazioni ufologiche e spazi di comunicazione di ogni tipo”.
Le descrizioni dei testimoni parlano soprattutto di luci in cielo in movimento lento, spesso di colore arancione-rossastro, ma non mancano racconti di luci dagli spostamenti rapidi e dalle traiettorie anomale. Che cosa si nasconde dietro questa “ondata” di avvistamenti?
“La maggior parte delle segnalazioni – sostiene Gian Paolo Grassino, presidente del Cisu – è causata da avvistamenti delle cosiddette ‘lanterne cinesi’, ossia piccole mongolfiere, acquistabili su Internet, che vengono lanciate in occasione di feste o semplicemente per divertimento e che si presentano come dei corpi luminosi che si muovono lentamente in cielo spinti dal vento”. “Si tratta – continua Grassino – di un evento nuovo per l’Italia ma già ben noto in altri Paesi europei come la Germania e la Gran Bretagna, dove sono già diffuse da almeno un paio d’anni”.
Il Cisu ha inoltre registrato dei picchi di segnalazioni in coincidenza del passaggio di bolidi particolarmente luminosi (come, ad esempio, il 12 giugno) e numerose osservazioni di corpi astronomici, quali il pianeta Giove, assai luminoso in questo periodo. Rimangono poi molti altri casi privi ancora di una spiegazione sui quali si sta concentrando l’attenzione dei ricercatori. Il Centro Italiano Studi Ufologici lancia un appello a quanti hanno avuto modo di osservare fenomeni che ritengono di non essere stati in grado di identificare a comunicarlo attraverso il suo sito Internet (www.cisu.org) o lasciando un messaggio al numero telefonico 011.30.78.63.
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Michael Jackson ucciso da dose eccessiva di anestetico: grave la posizione del medico Murray
Sarebbe stata un'overdose di anestetico a uccidere Michael Jackson. Si aggrava quindi la posizione di Conrad Murray, medico personale della popstar, che se inizialmente sembrava completamente estraneo ai fatti, oggi rischia un'accusa di carattere penale.
Il medico legale che sta indagando sulla morte per arresto cardiaco del re del pop ha infatti riscontrato, a seguito di un'utopsia, dosi letali di Propofol, il potente anestetico che Murray gli somministrava per sconfiggere l'insonnia. Il medico, scrive il Los Angeles Times, ha riferito agli inquirenti di aver seguito questo trattamento per sei settimane, durante le quali venivano somministrati alla pop star 50 grammi di Propofol al giorno, iniettate per endovena. Per evitare l'assuefazione alla sostanza poi, aveva successivamente abbassato la dose a 25 grammi, aggiungendo altri due sedativi.
Quanto alle indiscrezioni raccolte dall'Associated Press, secondo cui il Coroner della contea di Los Angeles avrebbe deciso di considerare la morte di Jacko un omicidio, non vi sono conferme.
Nel frattempo continua la Jacko mania. Sono ancora 5 gli album del re del pop presenti nella top ten del nostro Paese. Inoltre, dal 26 novembre al 6 dicembre 2009 arriva in Italia lo strepitoso show sulla carriera di Michael Jackson: " THRILLER - LIVE" . Lo show, concepito e programmato ben prima della scomparsa dell'artista, ha debuttato il 2 gennaio 2009 al Lyric Theatre di Londra dove è tuttora in programmazione. In contemporanea, un'altra compagnia è partita in tour per l'Europa, tra cui l'Italia.
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G8, la sentenza della Corte Europea " Carlo Giuliani ucciso per legittima difesa"
Mario Placanica, il carabiniere che nel luglio del 2001 uccise Carlo Giuliani durante il G8 di Genova, ha agito per legittima difesa. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo in una sentenza resa pubblica oggi. I giudici di Strasburgo hanno respinto quasi tutti gli elementi del ricorso della famiglia di Giuliani contro lo Stato italiano, dichiarando la non violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo in tre casi su quattro.
La Corte ha quindi accettato la versione delle autorità italiane su come si sono svolti i fatti. Secondo la sentenza, infatti, il militare che sparò a Giuliani non è ricorso a un uso eccessivo della forza, ma ha risposto a quello che ha percepito come un reale e imminente pericolo per la sua vita e quella dei suoi colleghi. "Il carabiniere", si legge nella sentenza, "si stava confrontando con un gruppo di manifestanti che stava portando avanti un violento attacco al veicolo su cui si trovava". Il militare ha sparato "solo quando l'attacco è proseguito" e quando "ha percepito un rischio reale e imminente per la sua vita e quella dei suoi colleghi" I giudici hanno anche ritenuto che, a differenza di quanto sostenuto dalla famiglia Giuliani, il governo italiano abbia cooperato sufficientemente con la Corte, consentendo di condurre un appropriato esame del caso. Nessuna violazione, dunque, dell'articolo 38 della convenzione che impone agli Stati contraenti di fornire tutte le informazioni richieste dai giudici di Strasburgo. La Corte ha dato invece ragione ai familiari di Carlo Giuliani riconoscendo come l'Italia avrebbe dovuto svolgere un'inchiesta per stabilire se il fatto potesse essere ascrivibile a una cattiva pianificazione e gestione delle operazioni di ordine pubblico. Secondo i giudici, quando uno Stato ospita un evento come il G8, considerato ad alto livello di rischio, è necessario prendere ogni misura di sicurezza necessaria anche per salvaguardare i diritti di chi protesta e la libertà di espressione: l'italia nel pianificare e preparare le misure di pubblica sicurezza, avrebbe "minimizzato" i rischi. Anche se la Corte non riconosce alcun legame diretto e immediato tra i 'difetti' nella preparazione delle operazioni e la morte di Carlo Giuliani. Per questo i giudici hanno stabilito che lo Stato dovrà risarcire 40.000 euro ai genitori di Carlo Giuliani.
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La corsa delle Borse è finita. Ora chi salverà i governi dai debiti?
Il rally è finito. Lo avevamo detto e non solo perché dopo tante sedute al rialzo ci si concede di rifiatare con le prese di beneficio. È finito perché è finito l'effetto del mega-stimolo monetario messo in atto dai governi per cercare di rivitalizzare i mercati e l'economia. Due trilioni di dollari sembravano tutto il denaro del mondo ma non lo erano.
Ieri mattina il tonfo dello Shanghai Composite al -5,8%, peggior risultato dal 18 novembre scorso, aveva suonato la sveglia su quanto stava per accadere. Nonostante gli oracoli di Francoforte avessero giorni fa annunciato trionfalmente che Germania e Francia era tornate a crescere, sia il Cac40 che il Dax perdevano terreno, come Londra e Milano. A trascinare in basso, tanto per cambiare, titoli bancari (meno male che erano sani, al primo giorno di ritracciamento sono crollati) e commodities, indicatore quest'ultimo che la ripresa è lunghi dall'essere dietro la porta.
Quando poi la Fed, dopo l'avvio in nero di Wall Street, annuncia il prolungamento del programma statale di protezione degli assets, Talf, per altri sei mesi, ecco che come dicevo la scorsa settimana la bomba del debito comincia a innescarsi. Lo dicevamo venerdì: quando i governi avranno salvato il salvabile, chi salverà i governi? Ovvero, per quanto si stampi moneta e la si inietti artificialmente nel sistema - "il Tamiflu della crisi" viene definito nella City - quanto potrà durare questa politica? Certo, ha garantito un rally di ripresa ma non ha fatto nulla per far ripartire i fondamentali dell'economia, nonostante la Bce e gli annunci che il Giappone è ormai fuori dalla recessione.
David Karlsboel, capo analista alla Saxo Bank, ha parlato chiaro ieri: «Non ci saranno scossoni violenti a novembre come temevamo ma abbiamo detto agli investitori di prepararsi a 6-12 mesi di seria crisi sui mercati. La volatilità è destinata a crescere parecchio e per chi si aspettava un mercato del Toro potrebbero esserci brutte sorprese».
E il fatto che la Cina sia stato il mercato che ha performato peggio ieri in tutto il mondo manda un altro duplice segnale: la bolla del real estate creata dai prestiti facili voluti dal governo è ormai pronta a esplodere e questo, di converso, elimina molte delle speranze di chi credeva che il motore asiatico fosse quello in cui riporre fiducia per la ripresa globale. Qualcuno nelle scorse settimane mi invitava a guardare ai positivi segnali marco che arrivavano dall'America: lo invito ora a guardare al segnale che arriva dalla Fed.
Se si blocca la Cina o - almeno - questa cambia politica strategica sulle riserve e sulle valute, il rischio di un'asta di bond Usa a vuoto potrebbe non essere così peregrina: e tutti sanno che senza l'enorme mercato del debito Usa la Cina non sa dove scaricare riserve ma se queste si contraggono e si taglia, non ci saranno più diluvi di trilioni per garantire il debito Usa. Ieri Pechino ha reso noto che comprerà altri due miliardi di dollari di mutui Usa garantiti dal programma statale (guarda caso, proprio poco prima che la Fed svelasse la novità) ma ormai siamo al rattoppo quotidiano di una situazione che sta andando fuori controllo nuovamente.
E infatti, nonostante le notizie che arrivavano dal Giappone, la sterlina è crollata a un minimo di quattro settimane per le brutte novità date dalla Fed: l'America è messa male e i piani messi finora in campo, fossero quello dell'amministrazione Bush o quello attuale reiterato ieri, non stanno offrendo risposte. In compenso il numero di default su carta di credito di Bank of America e Capital One Financial ha toccato il record massimo a luglio, un 10% netto di aumento rispetto a giugno. Si compra a credito ma non si hanno soldi per ripagare: una trappola già vista da quelle parti ai tempi dei subprime.
Il tempo però passa e i rischi aumentano. Una brutta spirale a cui si sta aggiungendo quella deflattiva globale, visto che i timori iper-inflattivi di molti sono risultati errati e dalle economie reali arrivano segnali opposti. In compenso, come annunciato venerdì, l'ok di Ubs a rivelare al governo Usa i nominativi dei cittadini americani con conti segreti, ha portato un immediato risultato a Fiat. La quale, infatti, sbarca nel mercato cinese e avvia con la Chrysler la produzione della 500 a Toluca, in Messico, come annunciava ieri il Wall Street Journal.
Secondo il quotidiano finanziario, la Fiat dopo due tentativi falliti è finalmente riuscita a costituire una joint venture per operare in Cina, uno dei pochi mercati in grande espansione anche in questo momento di profonda crisi economica. Ron Bloom, alla guida della task force, ha sottolineato, secondo quanto riportava sempre il Wall Street Journal, che non è nelle intenzioni del governo entrare nei dettagli della gestione di ogni compagnia: «Se la decisione riguarda un nuovo piano o una nuova macchina, sarà la nuova Chrysler, e non il governo degli Stati Uniti, a prenderla».
Crediamoci. E infatti, guarda caso, ostacoli potrebbero arrivare dal sindacato statunitense, poiché una fonte ufficiale del sindacati auto (Uaw), che preferiva rimanere anonima, ha dichiarato che il sindacato non è stato informato del nuovo piano di produzione della 500. Questo perché le decisioni, in casa Chrysler, non sono prese da molto in alto...
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La musica online supererà presto la musica su supporto fisico
La musica su supporto digitale ha rappresentato la percentuale più elevata di consumazione fino ad oggi. Tuttavia alcune rivelazioni della IFPI mostrano come la musica digitale venduta su Internet dovrebbe pareggiare quella su supporto fisico nel 2016 (2010 negli Stati Uniti).
Le statistiche sulla musica digitale sono partite nel 2004, quando il settore raggiunse il 2% delle entrate totali. Già nel 2008 la musica digitale raggiunse il 20% con un costante aumento delle quote di mercato. Con questo passo i ricavi di musica digitale dovrebbero pareggiare i supporti fisici nei prossimi anni.
La Corea del Sud è attualmente l’unico paese dove la tendenza è già invertita: la musica digitale ha già raggiunto il 56% del totale nel 2006 e ha superato i supporti fisici. Contrariamente in Europa la musica digitale non ha ancora raggiunto quote importanti, ed è ferma all’11%.
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domenica 9 agosto 2009 : Superenalotto, niente 6 e il jackpot fa il record europeo: 127,5 milioni
Questa la combinazione vincente del concorso odierno (n. 95) del Superenalotto: 24 - 51 - 58 - 61 - 74 - 77. Jolly: 43; SuperStar: 20. Non c'è stato l'attesissimo 6. Il jackpot per il 6 del superenalotto sale per il prossimo concorso, in programma martedì 11 agosto, a 127,5 milioni di euro: è il montepremi più alto di sempre in Italia e da stasera supera anche il record europeo, pari a 126 milioni di euro, vinto in Spagna il 10 maggio 2009 con la lotteria Euromillions. Il superenalotto ha, al momento, anche il montepremi più alto al mondo per una lotteria.
In parallelo al record del montepremi c'è anche quello delle giocate che continuano a crescere di settimana in settimana: il concorso 95 ha visto quasi 86 milioni di combinazioni superenalotto (lo scorso sabato erano stati circa 80 milioni) e oltre 33 mln di combinazione superstar (31 mln il 1 agosto). Da notare che il sabato si registra un maggior numero di colonne giocate, che con l'aumento del jackpot continuano a crescere: il 18 luglio, con 100 milioni di montepremi, le combinazioni superenalotto furono 51 mln, quelle superstar quasi 20 mln.
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L'Italia e l'Europa sono assediate dalla marea migratoria
La piena non frenata d'immigrati ne richiama altri. Le sanatorie per clandestini non eliminano il difetto originario dell'entrata illegale. E' accoglibile una popolazione allogena del dieci per cento, ma non del venti per cento:l'eccessiva intensità del flusso clandestino verso l'Italia reca pure nuova criminalità ed
eventuale terrorismo. La tolleranza implica la reciprocità e il rifiuto di dogmatismo e danneggiamento. Esistono confini fra la nostra e l'altrui identità, per cui l'espressione“comunità mondiale” è pura retorica. I migranti verso gli Usa trovavano uno sterminato spazio vuoto, mentre il vecchio mondo sovrappopolato non può ricevere fiumane migratorie senza rischi e pericoli. Il pluralismo difende, ma anche frena la diversità. Spesso l'immigrato porta un'eccedenza di diversità: linguistica, etnica, religiosa e di costumi. I provvedimenti governativi mirano a frenare l'invasione. Al contrario, i buonisti affrontano il problema con faciloneria irresponsabile e incosciente: un fasullo terzomondismo accomuna sinistre e populismo cattolico.
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