-
MILAN - INTER DERBY ALLA 2° GIORNATA IN DIRETTA STREAMING
Non ci dovrebbero essere grosse sorprese di formazione. Il Milan dovrebbe giocare con Storari tra i pali, linea difensiva composta da Zambrotta, Nesta, Thiago Silva e Jankulovski. Davanti alla difesa Pirlo, coperto da due "mastini" Gattuso e Flamini. In avanti giostrerà il trio che ha fatto bene a Sinea, ovvero: Ronaldinho, Pato e Borriello, preferito all'olandese Huntelaar. Il neo acquisto rossonero giocherà la sua prima partita ufficiale con il Milan, partendo da un derby, già molto importante, almeno per il morale. L'Inter cambierà faccia rispetto alla partita con il Bari. In porta ci sarà Julio Cesar, mentre Maicon, da destra, Lucio, Samuel e Chivu dovrebbero essere i quattro difensori in linea. A centrocampo le novità di Josè Mourinho: Muntari potrebbe sedere in panchina, mentre Santon potrebbe essere schierato a sorpresa al posto dell'ex Udinese. Zanetti davanti alla difesa, Stankovic trequartista, mentre Motta e Santon saranno i due centrali. Se il portoghese non dovesse schierare il giovane laterale, sarebbe pronto Patrick Vieira. In avanti, ovviamente, Eto'o e Milito, con Balotelli che partirà dalla panchina.
MILAN (4-3-3): Storari; Zambrotta, Nesta, Silva, Jankulovski; Pirlo Gattuso Flamini; Ronaldinho, Pato, Borriello. Allenatore: Leonardo.
INTER (4-4-2 rombo): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Santon (Vieira), Motta, Stankovic; Eto'o, Milito. Allenatore: Mourinho.
TIFOSO MILAN :
Una squadra dotata di grande tecnica, che si produce in un palleggio elegante, che cerca di arrivare al gol con il gioco, che nelle giornate di grazia dei suoi fuoriclasse è bellissima e irresistibile. Ma anche una squadra troppo spesso lenta e stucchevole, che si perde in un estenuante possesso palla, che soffre contro le formazioni chiuse, aggressive, tutto pressing e ripartenze, che stenta a sfondare con le spallate in area di rigore quando il gioco non ha fluidità. In sostanza, una squadra non adatta al campionato italiano, nelle ultime cinque edizioni – al netto di Calciopoli e del Guido Rossi Football Team – finito nelle mani tozze e nerborute della Juventus di Capello (due volte) e dell’Inter di Mancini e di Mourinho (tre volte), e mai in quelle lunghe, affusolate ed eleganti del Milan del talento e della classe.
Di chi stiamo parlando? Se la domanda l’avessimo posta solo pochi mesi fa, la risposta sarebbe stata facile facile: del Milan, ovviamente. Meno scontata la soluzione del rebus a voler porre lo stesso quesito oggi, con Inter-Lazio, Siena-Milan e Inter-Bari alle spalle.
A questo punto ci vuole il classico “aiutino”: chiudete gli occhi, e provate a pensare a Milan-Bologna dello scorso anno e, in rapida sequenza, a Inter-Lazio di questa stagione. I punti di contatto non sono soltanto nell’1-2 del punteggio finale, ma anche e soprattutto nel modo in cui il risultato è maturato. Parliamo infatti, indiscutibilmente, di due sconfitte immeritate, che – nell’illusione agostana dei tifosi meno accorti – “lasciano ben sperare per il futuro, perché se giochiamo così e se creiamo tante occasioni, alla lunga vinceremo”. E invece è vero proprio il ragionamento opposto: “se non vinciamo nemmeno giocando così, cosa dobbiamo fare per vincere?”.
Ma il parallelo non finisce qui. Prendete Inter-Bari e uno a caso fra i tanti pareggi stentati del Milan dello scorso anno contro le “piccole”, di quelle partite in cui il Milan giocava col pilota automatico con irritante sufficienza: “tanto il gol prima o poi lo facciamo, siamo troppo più forti di loro”, pensavamo. E tocchettavamo, ci sbilanciavamo, perdevamo palla sulla pressione degli avversari e al più il gol lo subivamo…
Da ultimo, per individuare un efficace termine di paragone con Siena-Milan di sabato scorso, potremmo attingere a piene mani al vasto catalogo di partite addentate con i canini dall’Inter macchina da guerra dello scorso campionato. Ma evocare vittorie dell’Inter è esercizio nel quale, per carità di patria, preferiremmo non produrci…
Il delirante sentiero che stiamo percorrendo a cosa dovrebbe portare dunque, forse a dire che l’Inter di quest’anno senza quello straordinario solista di Ibrahimovic, tutta permeata del talento di Milito ed Eto’o, sia inesorabilmente destinata a naufragare al largo come il Milan della scorsa stagione? E che il Milan che ha perso la classe inarrivabile, in campo e fuori, di Kakà, surrogandola con la corsa e la “garra” che sta iniettando Leonardo – erano anni che non si vedevano i nostri difensori strattonare gli avversari nelle mischie in area sui calci piazzati, roba da non credere! – vincerà senz’altro lo scudetto? Il sole di fine agosto è ancora forte, ma non è sufficiente a giustificare un’insolazione così acuta.
Si può però registrare – senza necessariamente proiettarci troppo avanti nel futuro – che in questi primi vagiti della nuova stagione è in corso un evidente mutamento di pelle delle due milanesi, imposto dalle partenze illustri di Kakà e Ibrahimovic. Il che non vuol dire che si siano invertiti i ruoli ma che, dal punto di vista dell’impostazione e della “filosofia” di gioco, Milan e Inter non sono più agli antipodi, ma si stanno avvicinando gradualmente l’una all’altra, e saranno costrette a sfidarsi su terreni nuovi, non congeniali a nessuna delle due per tradizione e per abitudine.
A cominciare da sabato, quando dovremo essere bravi a non farci irretire dal loro palleggio, ad avere pazienza e soprattutto a non scoprirci. Tenendo la linea difensiva molto alta rischiamo di pagare i movimenti di Milito se ci rubano palla a centrocampo mentre siamo sbilanciati in avanti. Occhio al loro canale centrale: senza Cambiasso e con Lucio che tende spesso a salire palla al piede, se dovessero funzionare i meccanismi del pressing di Siena e l’asse Ronaldinho-Pato non dovesse fallire la prova del nove, potremmo davvero mettere la partita su binari a noi favorevoli. Questa volta non ci saranno due armadi come Ibrahimovic e Adriano a far saltare il tavolo, e Mourinho dovrà inventare qualcosa di nuovo rispetto alla scorsa stagione.
Il mercato, insomma, si è divertito a sparigliare le carte, e da questo rimescolamento la logica vorrebbe che sia penalizzato chi, con lo status quo consolidatosi negli anni, era abituato a vincere. A meno che non torni di moda il “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa con il suo ineffabile motto: “Cambiare tutto perché nulla cambi”.
Il destino della stagione, però, non è tutto nell’endiadi Milan Inter. C’è il rischio che mentre noi stiamo qui a lambiccarci il cervello avvitandoci su noi stessi, qualcun altro possa scoprire che, alla fine, il mazziere ha le sembianze di un piccolo brasiliano col nome di un argentino che, anni fa, le carte le distribuiva molto bene. A quel punto dovremmo rassegnarci all’idea che, senza tanti sofismi, il Milan e l’Inter si sono indebolite e la Juventus si è rafforzata. A volte – ma, per fortuna, non sempre – il calcio rischia di essere sin troppo facile…
P.S.: In coda, una segnalazione utile per tutti i “veri milanisti”: sabato 29, con collocazione inconsueta nel giorno del derby, su Milan Channel andrà in onda una puntata speciale di “Milanello Oggi”, con un gioco per i vecchi e nuovi abbonati al canale. In palio le maglie di Nesta (per gli abbonati storici, almeno dal 31 agosto 2002) e di Flamini (per coloro che sono abbonati almeno dal 1 maggio 2008 e per quanti si abbonano in quest’ultima settimana). Un bel modo per vivere l’attesa di Milan-Inter e un’occasione da non perdere, per chi ancora non è abbonato, per entrare a far parte della famiglia di Milan Channel.
Post di Vittorio
TIFOSO INTER :
TRIDENTE, PRIMA O POI. Non avrei dubbi a giocare con il rombo se Cambiasso fosse disponibile e Muntari non fosse provato dal Ramadan (ormai ho aderito anche io alla convinzione nazional popolare che i musulmani praticanti non possono giocare bene per un mese, senza che per questo rinuncino allo stipendio). Così non è e non potendo puntare su dinamismo e intensità penso a colpire i punti deboli delle avversarie: le fasce difensive. Con Eto'o centrale e Milito e Balotelli larghi. Dal primo minuto o dal sessantesimo.
SANTON INTERNO E MUNTARI TREQUARTISTA? HA UN SENSO SOLO OGGI. Ben sapendo che Mourinho non inizierà mai a giocare con il tridente da me ipotizzato, si cerca una via alternativa che ristabilisca le qualità antiche di questa squadra: difesa,recupero palla e transizione. Per questo l'ipotesi Santon sul centro destra (binario con Maicon) e Muntari (sì, quello che non si allena bene perchè non può re-idratarsi e poi forse gioca come trequartista...)vertice alto del rombo su Pirlo ha un senso sulla carta. E' una scelta di non gioco che manda temporaneamente in soffitta tutti i discorsi sulla nuova filosofia, ma al derby vale tutto.
LASCIATE LIBERO MAICON. Il 424 di domenica ha costretto il Maicon non irresistibile di questi tempi a starsene blindato dietro. Limitare il Colosso non è saggio, anche perchè la fase difensiva non è il suo forte. Ecco quindi che il binario con Santon può essere un segnale che va nella direzione opposta a quella della ripresa di Inter-Bari. L'aria del derby farà bene al brasiliano e tornerà a far male. Anche perchè alternative di gioco ne vedo poche
NON LASCIARE SOLI ETO'O-MILITO. Confido nei lanci di Stankovic e nella visione di gioco di Motta per impedire che le nostre due punte giochino 90 minuti spalle alla porta. Con il Bari si è visto che così anche Ranocchia-Bonucci, non Nesta-Silva, possono limitarli. Ok il contropiede e la immediata verticalizzazione, ma proviamo a ribattere colpo su colpo. Diversamente dovranno fare tutto da soli. O meglio: Milito dovrà creare gli spazi per Eto'o.
BALOTELLI-SNEIJDER: SFRUTTIAMO LA PANCHINA. Più leggo le formazioni più sospiro al pensiero che nella ripresa possano entrare Mario e Wesley: l'attaccante più imprevedibile e l'unico che salta l'uomo, l'unico centrocampista che segna dalla distanza e calcia bene le punizioni.
E' un derby che passa attraverso la lingua portoghese quello che fra poche ore andrà in scena a San Siro. Tra bossanova e fado, forse come non mai, visto che i due 'conducator' della panchina rossonerazzurra avranno in comune la lingua, oltre che della pelota, anche della favella. Leonardo e Mourinho, così diversi e così interessanti, così 'belli' da vedere e da gustare. Ognuno a modo suo. Sarebbe bello prenderseli sotto braccio e farci una passeggiata, sia questa su di una spiaggia brasiliana o tra le viuzze di Lisbona. Se Leonardo ti conquista subito con il suo sguardo da copertina, sono sicuro che anche Mourinho, con il suo cupo cipiglio, sotto sotto riesce a trovare un sorriso ancora più apprezzato perché quasi 'strappato' da quella maschera 'busterkeatoniana' che si applica ogni volta prima della conferenza stampa.
E' lui comunque il più interessante del derby: non sai mai dove piazzarà l'affondo, non sai mai quale corda andrà a toccare. In questo è un vero fuoriclasse, capace di dribblare il più insidioso taccuino. Un Cristiano Ronaldo della parola, questo è certo. E anche stavolta non si è lasciato pregare: chi andava a pensare che, in pieno clima derby, con il Milan a cui pensare fra poche ore, lui ti va a tirare fuori Cobolli Gigli e la sfida tra Milan e Juventus all'ultima giornata? Un fuoriclasse. L'arrivo di Sneijder gli risolve tutti i problemi? Ma scherzate? E' appena arrivato, questa è la vera sfortuna, l'Inter di quest'anno è fortemente penalizzata dal non averlo potuto fare arrivare prima per il precampionato con il resto della squadra. "Diafolo di un Mourinhen", avrebbe sottolineato Bonvi nelle sue storiche 'Sturmtruppen'. E poi l'affondo sui giornalisti sul caso Muntari: un altro show di rara intensità e ilarità. E, possiamo dirlo, meritato per tutti coloro che avevano in effetti storpiato il significato delle parole di 'Mou' su un caso talmente delicato. Tanto che l'imbarazzo era quasi palese nelle domande successive della stampa anche più rinomata.
A Leonardo va invece la palma della gentilezza e del savoir-faire, ma questo era forse più scontato. Ascoltare Leo' è come parlare con un amico con cui confrontarsi ora su questo ora su quell'argomento. Il brasiliano è certamente più sottile nei modi, ma qualche frecciata, forse anche 'non voluta', riesce a farla partire nei confronti degli avversari, che 'omaggia' del titolo di squadra fisica, automaticamente togliendo loro quello di formazione talentuosa, che invece assegna al Milan. Il che proprio non è un trattamento con i guanti, sebbene sia servito con il sorriso. Sottile anche quando chiede al Milan di giocare male per riuscire a vincere in Italia, sottolineando come i rossoneri si siano invece imposti in Europa grazie al bel gioco. Il che, con grande senso dell'oratoria, implica l'assunto che i nerazzurri, che in Europa non alzano un trofeo 'che conta' da quasi mezzo secolo, giochino male al contrario del 'bel gioco' spesso innalzato a simbolo della grande epopea milanista. Un tocco di fioretto che nessuno dei presenti si è peritato di evidenziare, forse per evitare che al neotecnico venisse subito affibbiata la patente di 'anti-Mourinho' anche nella polemica. Un ruolo che il Leonardo visto in scena in questi giorni non sembra richiedere ma nemmeno pare avere paura di sostenere. Il derby, signori, è cominciato.
PER VEDERE IN DIRETTA IL DERBY DALLE 20.00 COLLEGATEVI AD UNO DEI CANALI DI WWW.JUSTIN.TV QUI
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti: