Guadagna con Be Ruby ..... NON è un VIRUS è 100%SICURO BeRuby
Visualizzazione post con etichetta regista. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta regista. Mostra tutti i post
  • FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA: Samuel Maoz parla del suo FILM LEBANON
    Vincitore della 66esima Mostra del cinema di Venezia, Lebanon, il film israeliano girato dentro l’ormai arcinoto carro armato ha incuriosito pubblico e critica. Ne abbiamo parlato con il regista Samuel Maoz.

    Come è stato fare un lavoro così personale?
    Samuel Maoz: L'intero film si svolge all'interno del carro armato mentre la guerra è vista solamente attraverso il mirino ed è stata creata dalla mia mente con l'intenzione di usare le memorie del mio soggetto, questo è stato il filtro attraverso il quale ho voluto raccontare la mia storia. Non voglio che il pubblico comprenda solamente il sentimento, ma voglio che lo provi, perché in questo caso ho avuto bisogno di creare questa situazione in cui metto il pubblico all'interno del carro armato per farlo identificare completamente con il personaggio: vedi quello che vedono, sai quello che sanno, perché l'idea è che si vuole uno spettatore oggettivo che guarda di fronte a sè e che lo provi.


    È sicuro che le sue memorie non l'abbiano ingannata?
    Samuel Maoz: Parlando degli eventi per esempio, alcune cose sono accadute, altre no. Non c'è un sentimento personale nel contesto documentaristico ma ci si trova nell'esperienza emozionale. Il timone degli eventi è di provvedere o di stabilire attorno alla storia centrale quella dei quattro personaggi principali, si tratta di una memoria emozionale.
    Lebanon è un sentimento personale contro la guerra con un orribile dilemma personale sulla volontà di sopravvivere di fronte alla propria morte, una situazione in cui il conflitto tra i propri istinti primari di sopravvivenza dove la morale umana distrugge la tua anima e ti spinge a combattere per la tua vita e non hai tempo per pensare se è giusto o sbagliato.


    Avete tradotto nella versione ebraica le parole degli ostaggi?
    Samuel Maoz: Si tratta di un grande dilemma e non abbiamo ancora preso una decisione a riguardo perché come ho detto voglio che il pubblico sia dentro il carroarmato e che sappia solamente quello che sa il personaggio, dall'altra parte questa è l'unica volta in cui questa informazione possa essere data al pubblico.
    Il nostro dilemma è di tradurre quello che dicono gli ostaggi in ebraico e il film uscirà in Israele questo ottobre, quindi abbiamo ancora tempo per decidere.


    È da molto tempo che pensa di fare un film sulla guerra, perché lo ha fatto proprio adesso in questo particolare momento?
    Samuel Maoz: Perché avevo bisogno di distanziarmi da questi sentimenti come regista. La selezione degli eventi, l'ordine di apparizione, rifinire la comprensione e sopratutto la combinazione tra l'iperrealismo, la coscienza e l'inconscio, tutti questi elementi sono prodotti della mia dolorosa memoria che ho usato e sono passato attraverso ad un processo molto articolato che è servito per lasciare far fare al pubblico un viaggio nella coscienza in cui l'ignara anima del bambino è riflessa attraverso la sua anima matura.

    more
  • Venezia 66: Leone d'Oro a Lebanon e TUTTI I PREMI DELLA MOSTRA 2009 VIDEO Venezia 66: Leone d'Oro a Lebanon di Samuel Maoz - Tutti i premi del festival
    Vincono la voglia di pace e la voglia di convivenza in una democrazia degna di tal nome. E’ questo il verdetto della Giuria Internazionale della 66. Mostra del Cinema di Venezia. Il Leone d’Oro al bellissimo e forte Lebanon guarda alla memoria dei soldati che sono sopravvissuti alla guerra ma continuano a ricordare immagini terribili, traumi mai sorpassati.

    Il Leone d’Argento a Shirin Neshat per la sua elegantissima regia di Women Without Men dà l’occasione all’artista di poter ribadire ancora la pace e la convivenza con il suo popolo, l’Iran, con un film di urgente attualità. Anche il Premio della Giuria al folle e divertentissimo Soul Kitchen di Fatih Akin alla fine porta in senso lato un messaggio che si può riportare alla convivenza e alla felicità: solo volendo e credendoci si possono ottenere risultati impensati.
    Colin Firth vince meritatamente la Coppa Volpi per la sua misurata e commovente interpretazione nella sorpresa A single man di Tom Ford; faranno discutere invece - possiamo immaginare - la Coppa Volpi a Ksenia Rappoport (in realtà davvero brava) per La doppia ora e il Premio Mastroianni a Jasmine Trinca per Il Grande Sogno, che rivelazione fu forse ancora con La stanza del figlio e La meglio gioventù.

    Meritatissima l’Osella alla sceneggiatura per lo splendido Life during wartime, che sarebbe stato bello ipoteticamente poter vedere nel podio, personalmente. Altrettanto meritata l’Osella per la scenografia (finalmente non alla fotografia: un po’ di originalità) del discusso Mr. Nobody.
    Commovente il doppio premio (Orizzonti e Leone del futuro come miglior opera prima) a Pepe Diokno per il suo Engkwentro: purtroppo non ho visto il suo film, ma la convinzione dei componenti delle giurie che l’hanno premiato era tanta quanto la sua felicità ed incredulità. Si conclude così la Mostra del Cinema del 2009: tra poco un lungo post riassuntivo con voti e commenti.

    Leone d’Oro: Levanon (Lebanon) di Samuel Maoz

    Leone d’Argento (regia): Zanan Bedoone Mardan (Women Without Men) di Shirin Neshat

    Premio della Giuria: Soul Kitchen di Fatih Akin

    Coppa Volpi (femminile): Ksenia Rappoport (La doppia ora)

    Coppa Volpi (maschile): Colin Firth (A single man)

    Premio Mastroianni (rivelazione): Jasmine Trinca (Il Grande Sogno)

    Premio Osella (sceneggiatura): Life During Wartime di Todd Solondz

    Premio Osella (scenografia): Mr. Nobody di Jaco Van Dormael

    Leone Corto Cortissimo: Eersgeborene (Firstborn) di Etienne Kallos

    Leone Corto Cortissimo - Menzione Speciale: Felicità di Salomé Aleksi

    Orizzonti: Engkwentro di Pepe Diokno

    Orizzonti Doc: 1428 di Du Habin

    Orizzonti Doc - Menzione speciale: The Man’s Woman and Other Stories di Amit Dutta

    Leone del futuro: Engkwentro di Pepe Diokno

    Premio Controcampo italiano: Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli

    Premio Controcampo italiano - Menzione Speciale: Negli occhi di Francesco Del Grosso e Daniele Anzellotti

    Premio Persol 3-D: The Hole di Joe Dante






    COMMENTI:

    tanto si sa già che il leone d’oro è di lebanon

    E regia Solondz, sì, si sa tutto. Ma abbiamone la certezza in diretta, su.

    sono contenta per la coppa volpi a colin firth

    colin firth è un attore che non mi ha mai intusiasmato molto…sono curioso di vederlo in questo film,,deve avere trovato il ruolo giusto!

    tutti premi già previsti, che noia
    quanti mesi dovremo aspettare per poter vedere da noi il leone d’oro???
    Non è vero. Dei tre premi principali i rumor hanno azzeccato il Leone d’Oro (impresa facilissima: appena visto il film il 90% aveva già previsto che avrebbe vinto il premio) e non gli altri due. Akin è una vera sorpresa.

    Grande Colin!

    Non condivido la coppa volpi a Ksenia Rappoport avrei preferito a Sylvie Testud e la regia a Jayasundara per Between two Worlds o a Tom Ford per A single man

    in effetti non capisco che senso ha dare un premio rivelazione a una che e’ un’attrice piuttosto affermanta da tempo (jasmine trinca)

    faranno una finestra su Rai Cinema che lo puoi vedere sul portale di raitv

    The Hole batte Up e Colarine non me l’aspettavo

    è stata trasmessa su rai 4, provare a verificare sul sito della rai.

    Ma infatti The Hole premiato ha una motivazione secondo me abbastanza chiara che non ribadisco perché è facile intuire. Come 3D non ha davvero nulla di speciale.

    bah, intanto di questa mostra del cinema di Venezia rimarranno solo i pettegolezzi su Clooney e la Canalis, bella pagliacciata… unica nota positiva è il meritatissimo premio alla carriera per l’indistruttibile Stallone ma per il resto… poi la mia è solo un’opinione personale, non ce l’ho mica con nessuno, sto solo esprimendo un parere

    Non dimentichiamoci di SuperJohn Lasseter un premio meritatissimo

    Che schifo.

    E’ una vergogna!è il peggior palmares da quando seguo Venezia! Il film di Shirin Neshat è mediocre, con una sceneggiatura pessima e un estetismo vomitevole, quello di Akin è una commediola carina senza molte pretese, che poteta essere tranquillamente fuori concorso e nessuno avrebbe protestato! Il film di Solondz meritava almeno il leone d’argento, e ci sono almeno altri 10 film che meritavano qualcosa molto piu di Akin e Neshat: Bad liutenant di Herzog, Moore, Lourdes di Jessica Hausner, A single man, Lola e ancora, Persecution, White material, Romero, Accident ecc.. Sono davvero basito, non ho mai visto una cosa del genere, posso capire che si premino film del genere in un festival di film mediocri e deludenti, ma questo festival è stato tutt’altro, a parte gli italiani e Prine of tears e Mr nobody, qualunque altro film al posto di quei due sarebbe andato benissimo!

    more
  • ROMERO al FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA VIDEO
    Il maestro del terrore, autore di una lunga saga sui “morti viventi”
    porta alla Mostra, in concorso, il suo “Survival of the dead”
    L’horror eversivo di Romero
    “Gli zombie? Meglio degli uomini…”
    “Racconto l’ossessione per il nemico, la repressione e il razzismo”

    George Romero lo ha detto in tutte le salse, nel corso di una carriera ormai quarantennale: il suo non è semplice cinema “di paura”, non è horror fatto solo per divertire – terrorizzandole – le platee, ma ha anche un valore dichiaratemente politico. E qui alla Mostra, presentando (in concorso) il suo “Survival of the dead”, il regista ribadisce il concetto, spiegando che il film denuncia la repressione e l’ossessione per il nemico che serpeggia nelle società occidentali. “Nel corso del tempo amo sempre di più gli zombie e sempre meno gli esseri umani”, confessa, incontrando i cronisti al Casinò del Lido.

    Sesta esplorazione nel mondo di chi torna dall’aldilà (dopo “La notte dei morti viventi”, “L’alba”, “Il giorno”, “La terra” e “Il diario”), la pellicola è ambientata in una piccola isola al largo del Nord America. In cui, come sempre, i defunti si rianimano, seminando il terrore. Ma mentre la gente si rifiuta di uccidere creature che hanno comunque le parvenze dei loro cari, il soldato Crocket (interpretato da Anal Van Sprang) lo fa, eccome. Giudicato colpevole di omicidio se ne va, si unisce a un gruppo di sopravvissuti e torna ad assaltare l’isola. Dove la situazione è ormai degenerata: la popolazione convive con i mostri, e finge una vita normale…

    Il tutto in un film raccapricciante come ci si aspetta, da un maestro riconosciuto dell’horror. E in cui il messaggio politico è chiarissimo: la denuncia di un mondo, il nostro, in cui ci si difende ossessivamente dalle minacce esterne, e si è disposti a qualsiasi nefandezza pur di mantenere l’ordine costituito. “Le fonti di ispirazioni tratte dalle realtà sono numerose – spiega Romero ai giornalisti – non solo l’Iraq o l’Afghanistan, ma anche l’Irlanda del Nord, il Medio Oriente, il razzismo, le discriminazioni (anche religiose) che ci sono in America, qualsiasi forma di tribalismo. E qualsiasi altra situazione in cui non si riesce a dimenticare il nemico, in cui si è ossessionati dal nemico”.

    Ma la cornice è e resta terrorizzante.”Non so quanti film sugli zombie ancora farò – prosegue il regista – ho moltissime idee, e finché vanno bene i finanziatori non mi taglieranno mai i fondi. Ho sempre più simpatia per gli zombie: col passare del tempo, nei miei film gli esseri umano tendono sempre di più a disumanizzarsi. Amo gli zombie perché sono innocenti. E poi è meraviglioso fare critica sociale e nello stesso tempo divertirsi”. Quanto allo stile, lo definisce un mix tra “i western, sempre allegorici, centrati sulla sopravvivenza dell’individuo, e il genere che amo di più: l’horror, ovviamente”.

    Un genere eternamente vincente. Non solo nelle platee adolescenziali, ma anche qui alla Mostra. “So che qui ci sono altri film sugli zombie – conclude Romero – ma a me interessano solo i miei, di morti viventi. Comunque è un grande onore essere a Venezia: e in concorso, poi…”.

    CLAUDIA MORGOGLIONE repubblica.it

    Dietro a questo nuovo horror si trova ancora un cineasta che ha qualcosa da raccontare, ed ha ben precisa l’idea di come farlo.
    Sesto capitolo di una saga ideale dedicata ai morti viventi, ecco arrivare in concorso a Venezia 2009 “Survival of the Dead” (id., 2009) di George Romero, che con questo nuovo lungometraggio conferma ancora una volta (se mai ce ne fosse stato bisogno) di essere l’indiscusso maestro per quanto riguarda questo “sotto-genere” dell’horror.

    Già, perché a ben vedere anche quesa sua utlima fatica, poverissima e ridotta all’osso nell’uso di trucco ed effetti speciali, risulta alla fine molto più interessante e lucida di molti zombie-movie visti recentemente, anche di quelli passati a questo festival. Il fatto è che Romero riesce ogni volta a sopperire alla mancanza di budget con le idee, con una storia che ancora una volta contiene in filigrana una spietata critica all’”american way of life”. In aggiunta a questo, stavolta il geniaccio neworkese si spinge addirittura verso l’attacco frontale del genere americano/hollywoodiano per eccellenza, il western. Ambientato quasi tutto su un’isola popolata da umani che sono più mostruosi delle creature risorte, “Survival of the Dead” si presenta infatti come una variazione di western contemporaneo, lucido e stringato, in cui i personaggi si sfidano a colpi di battute virili e posseggono psicologie tagliate con l’accetta, in perfetto stile John Wayne. Il risultato però è efficace senza scadere nella parodia inerme, tutt’altro: dietro a tutto questo si trova ancora un cineasta che ha qualcosa da raccontare, ed ha ben precisa l’idea di come farlo.

    George A. Romero è davvero uno dei grandi “puri” del panorama cinematografico contemporaneo. Continua imperterrito a portare avanti il suo cinema corrosivo, nonostante sia evidente che i mezzi a disposizione sono sempre pochi, e bastano a malapena. Eppure i suoi film continuano a convincere gli appassionati, magari anche soltanto i suoi. E questo “Survival of the Dead” non fa eccezione: non sarà angosciante come “La notte dei morti viventi” (Night of the Living Dead, 1968), non sarà nichilista come “Zombi” (Dawn of the Dead, 1978), ma rimane comunque un film di Romero, e conseguentemente contiene al proprio interno abbastanza elementi di interesse per strappare un giudizio positivo.

    more
  • Venezia, giorno 9: Montaldo, Brass, Akin, Capotondi

    filippo-timi-e-kseniya-rappoport-ne-la-doppia-ora-di-giuseppe-capotondi-123315.jpg

    Il terz'ultimo giorno di festival a Venezia è dedicato a due 'grandi vecchi' del cinema italiano (per quanto diversissimi tra loro!) e a un nome nuovo, Giuseppe Capotondi, al Lido col suo film d'esordio, 'La doppia ora' con Filippo Timi e Ksenia Rappoport.
    Giuliano Montaldo e Tinto Brass non sono invece in concorso, ma le attenzioni della critica saranno anche per loro: il primo è autore di un documentario su Cuba (dopo il Venezuela di Stone, tornano i Paesi latini...), il secondo - come detto qui - è stato 'sdoganato' ed è ospite d'onore di Marco Muller.
    Infine, una nota anche per il turco-tedesco Fatih Akin e il suo 'Soul Kitchen'.  

    11:00 SALA GRANDE
    CONTROCAMPO ITALIANO
    IL PICCOLO di Maurizio Zaccaro (Italia, 78’, v.o. italiano, s/t inglese)
    14:45 SALA GRANDE
    FUORI CONCORSO
    L'ORO DI CUBA di Giuliano Montaldo (Italia, 74', v.o. spagnolo s/t italiano/inglese)
    16:45 SALA GRANDE
    VENEZIA 66
    AL MOSAFER (THE TRAVELLER) di Ahmed Maher (Egitto, 125', v.o. arabo s/t italiano/inglese) con Omar Sharif, Cyrine Abdelnour, Khaled El Nabawy
    19:30 SALA GRANDE
    VENEZIA 66
    SOUL KITCHEN di Fatih Akin (Germania, 99', v.o. tedesco s/t italiano/inglese) con Adam Bousdoukos, Motitz Bleibtreu, Birol Uenel, Anna Bederke, Pheline Roggan
    22:00 SALA GRANDE
    VENEZIA 66
    LA DOPPIA ORA di Giuseppe Capotondi (Italia, 95’ v.o. italiano s/t inglese)   con Ksenia Rappoport, Filippo Timi, Giorgio Colangeli
    00:30 SALA GRANDE
    FUORI CONCORSO
    GULAAL di Anurag Kashyap (India, 140', v.o. hindi s/t italiano/inglese) con K K Menon, Aditya Srivastav, Piyush Mishra, Mahi Gill
    13:00 PALABIENNALE
    VENEZIA 66
    ZANAN BEDOONE MARDAN (WOMEN WITHOUT MEN) di Shirin Neshat in collaborazione con Shoja Azari (Germania, 95’, v.o.persiano s/t inglese/italiano) con Pegah Ferydoni, Shabnam Tolouei, Orsi Tóth, Arita Shahrzad
    15:30 PALABIENNALE
    ORIZZONTI
    TOU XI (JUDGE) di Liu Jie (Cina, 100', v.o. cinese mandarino s/t italiano/inglese) con Dahong Ni, Ting Mei, Dao Qi
    18:00 PALABIENNALE
    ORIZZONTI
    WAHED-SEFR (ONE-ZERO)di Kamla Abou Zekri (Egitto, 105’, v.o. arabo, s/t inglese/italiano) con Elham Shahin, Nelly Karim, Ahmed El Fishawy
    20:30 PALABIENNALE
    VENEZIA 66
    SOUL KITCHEN di Fatih Akin (Germania, 99', v.o. tedesco s/t italiano/inglese) con Adam Bousdoukos, Motitz Bleibtreu, Birol Uenel, Anna Bederke, Pheline Roggan
    a seguire
    VENEZIA 66
     LA DOPPIA ORA di Giuseppe Capotondi (Italia, 95’ v.o. italiano s/t inglese)   con Ksenia Rappoport, Filippo Timi, Giorgio Colangeli
    16:30 SALA DARSENA
    ORIZZONTI
    KOROTKOYE ZAMYKANIYE (CRUSH) di Petr Buslov, Alexei German Jr, Boris Khlebnikov, Kirill Serebrennikov, Ivan Vrypayev (Russia, 95', v.o. russo s/t italiano/inglese) con Yuriy Chursin, Ivan Dobronravov, Alexei Filimonov, Karolina Grushka, Karim Pakachakov
    21:30 SALA DARSENA
    ORIZZONTI
    DOU NIU (COW) di Hu Guan (Cina, 105', v.o. cinese Shandong dialect s/t   italiano/inglese) con Huang Bo, Yan Ni
    14 :30 SALA PERLA
    RETROSPETTIVA
    NEROSUBIANCO (1969) di Tinto Brass (Italia, 76', v.o. italiano s/t inglese) con Sanders, Terry Carter, Nino Segurini, Umberto Di Grazia
    TEMPO LAVORATIVO (1964) di Tinto Brass (Italia, 8’, v.o. italiano s/t inglese)
    TEMPO LIBERO (1964) di Tinto Brass (Italia, 8', v.o. italiano s/t inglese)
    HOTEL COURBET di Tinto Brass (Italia, 18’, v.o. italiano s/t inglese) con Caterina Varzi
    17:00 SALA PERLA
    CORTO CORTISSIMO – FILM DI CHIUSURA, FUORI CONCORSO
    THE IT.ALIENS di Clemens Klopfenstein, Lukas Klopfenstein (Italia, Svizzera, 24’, v.o. italiano s/t inglese)
    CORTO CORTISSIMO - EVENTI
    RADIO di Riccardo Pugliese (Usa, Italia, 6’, v.o. inglese s/t italiano)
    LA SECONDA FAMIGLIA di Alberto Dall’Ara (Italia, 27’, v.o. italiano s/t inglese)
    UERRA di Paolo Sassanelli (Italia, 16,’ v.o. italiano s/t inglese)
    A LA LUNE MONTANTE di Annarita Zambrano (Francia, Italia, 25’, v.o. francese/italiano s/t inglese/italiano)
    RECORDARE di Leonardo Carrano, Alessandro Pierattini (Italia, 7’, senza dialoghi)
    LA CITTÀ NEL CIELO di Giacomo Cimini (Regno Unito, Italia, 28’, v.o. italiano s/t inglese)
    20:00 SALA PERLA
    ORIZZONTI
    DAIMON di David Zamagni (Italia 49’ v.o. italiano s/t inglese) con Monaldo   Moretti, Sara Masotti, Francesco Zanuccoli
    COCK-CROW di Nadia Ranocchi, David Zamagni (Italia, 55’, v.o. italiano s/t inglese) con Sara Casotti, Monaldo Moretti, Nicolò Comini
    11:00 SALA PERLA 2
    GIORNATE DEGLI AUTORI
    TEAT BEAT OF SEX - EP. SCOREdi Signe Baumane (Lettonia, Italia, 2’, v.o. inglese s/t italiano)
    a seguire
    GIORNATE DEGLI AUTORI
    BARKING WATERdi Sterlin Harjo, (Usa, 81’, v.o inglese s/t italiano) con  CaseyCamp-Horinek, RichardRayWhitman, Jon Proudstar, Aaron Riggs
    13:30 SALA PERLA 2
    SETTIMANA DELLA CRITICA
    CAFÉ NOIR di Sung-il Jung (Corea, 197', v.o. coreano s/t italiano/inglese) con Ha-gyun Shin, Jeong-hee Mooon, Hye-na Kim
    17:30 SALA PERLA 2
    GIORNATE DEGLI AUTORI
    TEAT BEAT OF SEX- EP. JOBdi Signe Baumane (Lettonia, Italia, 2’, v.o. inglese s/t italiano)
    a seguire
    GIORNATE DEGLI AUTORI 
    RAGAZZE- LA VITA TREMA di Paola Sangiovanni (Italia, 85’, v.o. italiano  s/t inglese)
    22:00 SALA PERLA 2
    GIORNATE DEGLI AUTORI
    I MAGLIARI (1959)di Francesco Rosi (Italia, 116’, v.o. italiano s/t inglese) con Alberto Sordi, Belinda Lee, Renato Salvatori, Nino Vingelli, Aldo Giuffré
    14:30 SALA VOLPI
    RETROSPETTIVA
    INFORMAZIONE LEITMOTIV. L'INFORMAZIONE È CIÒ CHE CONTA (1969) di Nato Frascà (Italia, 23', v.o. italiano s/t inglese) con Enzo Jannacci, Regnata Lunati
    a seguire
    UMANO, NON UMANO (1969)di Mario Schifano (Italia, 94’, v.o. italiano s/t inglese) con Adriano Aprà, Carmelo Bene, Franco Brocani, Mick Jagger, Alberto Moravia
    17:00 SALA VOLPI
    RETROSPETTIVA
    UN AMORE A ROMA (1960) di Dino Risi (Italia, 105', v.o. italiano s/t inglese) con Mylène Demongeot, Peter Baldwin, Elsa Martinelli, Claudio Gora
    20:00 SALA VOLPI
    CONTROCAMPO ITALIANO
    IL PICCOLO di Maurizio Zaccaro (Italia, 78’, v.o. italiano s/t inglese)

    22:00 SALA VOLPI
    RETROSPETTIVA
    CARMEN DI TRASTEVERE (1962) di Carmine Gallone (Italia, 90', v.o. italiano s/t inglese ) con Giovanna Ralli, Jacques Charrier, Dante Di Paolo

    more
  • Festival del Cinema di Venezia 2009: il doppio 'come back' di Werner Herzog
    Per la prima volta nella storia recente della kermesse veneziana, un regista concorrerà per il Leone d'Oro con non una bensì due pellicole. I titoli in questione: My son, my son, what have ye done e Bad lieutenant .

    E chi è questo pazzo?

    Stiamo parlando di Werner Herzog , regista tedesco al quale Cumuli un anno fa dedicò questo cliccatissimo articolo monografico. "Per quarant'anni Venezia non ha mai accettato nessuno dei miei film in gara, ma solo in sezioni collaterali" ha raccontato oggi Herzog. "Il direttore della mostra, Marco Muller, ha visto Bad lieutenant e gli è piaciuto. Quando gli ho rivelato che avevo un altro film, lui ha esclamato: mi serve anche questo! E così eccomi qui." (...) "A volte i festival diventano burocratici, rigidi, inamovibili, perciò quando c'è stato questo momento di pazzia ho pensato: perché no? Rompiamo pure gli schemi!". Prodotto da David Lynch , il secondo film in gara di Herzog, My son ... - che annovera nel cast Willem Dafoe e Chloe Sevigny - è dark a guisa de Il cattivo tenente e prende spunto da una storia vera: quella di un aspirante attore al lavoro su una tragedia greca che commette nella realtà ciò che dovrebbe solo recitare sul palco, cioè uccidere la madre. A tratti surreale e ironica, l'opera - molto applaudita ieri sera all'anteprima stampa - racconta le sensazioni di Brad (interpretato da Michael Shannon) attraverso flashback per spiegare come sia arrivato all'omicidio. "Volevo realizzare un film dell'orrore" ha raccontato Herzog nelle note di produzione. "Senza il sangue però, senza le seghe elettriche e senza le scene cruente, ma con una paura anonima che strisciasse piano sotto la pelle." Ricordiamo che anche l'altra pellicola del maestro tedesco, Bad lieutenant , con Nicolas Cage nei panni del poliziotto cattivo e corrotto, ha suscitato a Venezia molti entusiasmi. Per chi non lo sapesse: il Bad lieutenant herzoghiano è il rifacimento dell'omonimo film di Abel Ferrara del 1992.

    more

TUTTO mercato WEB

 
BeRuby
Aggiungi striscianotizia.com ai tuoi preferiti
Bookmark and Share
Translation services
Best Internet Post