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SPAZI RISERVATI AI BAMBINI E ALLE FAMIGLIE
Perché Milano è così insensibile ai bisogni dei più piccoli? Sono troppo pochi gli spazi loro riservati e troppi i divieti anche nei diversi condomini della città.
Forse per la maggior parte dei milanesi una "bella città" prevede solo abitanti adulti, silenziosi, seri e compassati, che evitano qualsiasi rumore che possa infastidire il prossimo. Così niente chiasso nei cortili condominiali, neppure per qualche ora al giorno! No ai bambini che ridono, corrono, giocano allegramente. Tutti davanti alla tv; inebetiti e narcotizzati ma almeno... zitti e fermi! Quando ci sarà, anche per la nostra città, un sindaco come Chiamparino a Torino? Ha vietato di vietare: ecco che nessun condominio cittadino può negare ai bambini (ma anche a mamme e nonni, aggiungo io) l'utilizzo del cortile condominiale per giocare allegramente nei pomeriggi estivi. Questa è probabilmente la via al ritorno delle relazioni e della socialità tra i cittadini.
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MAMMA e PAPA' INSIEME
Mamme in difficoltà psicologiche, chiedete aiuto. Papà, passate più tempo in famiglia!
Amiamo e aiutiamo a crescere bene i nostri bambini.
C'è solo la famiglia!
Mamme in difficoltà psicologiche, chiedete aiuto. Papà, passate più tempo in famiglia!
Amiamo e aiutiamo a crescere bene i nostri bambini.
C'è solo la famiglia!
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POKER COMPULSIVO
Assillati come siamo da problemi vari e importanti, come la mancanza del lavoro, il ritorno del nucleare, i serial stupratori, la criminalità organizzata e chi più ne ha più ne metta, non sentivamo veramente il bisogno del fenomeno mondiale del poker, gioco d’azzardo pericoloso, fatto apposta per rovinare le persone. Sembra che ultimamente per risolvere ogni problema di denaro o per acquisire visibilità e sentirsi importanti, senza dover andare all’Isola dei famosi, basti diventare un campione di poker, possibilità alla portata di tutti a sentire certe pubblicità. Allora sì che sarai qualcuno, che non avrai più problemi di soldi e rimorchierai donne più di Fabrizio Corona. Non sarà il caso di tornare alla realtà del quotidiano e del duro lavoro?