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  • LIPPI NON RICHIAMERA' TOTTI IN NAZIONALE Rinfrancato dalle gite in barca verso la Capraia a pesca di spigole che evidentemente arpiona tutte lui visto che nel Tirreno sono quasi scomparse, Marcello Lippi riprende un altro timone. In mare o sul campo ha la stessa dimestichezza: comanda Marcello. Dettando la rotta: alla famiglia e alla sua Nazionale. Lippi non è come Dino Zoff che è rimasto quello con la Coppa del Mondo sollevata a Madrid. Marcello va avanti, ha il radar incorporato, ogni tanto va alla deriva come è successo alla Confederations Cup, ma in genere trova sempre il porto. Ci vede così bene che ha capito cosa c’è da fare da qui al Mondiale sudafricano. Ovvero lavorare con coerenza e fermezza. Cioè, fiducia a chi sa che potrà ancora aiutarlo (vedi gli immarcescibili campioni del 2006) e strada sbarrata per quelli che non hanno saputo cogliere l’occasione o per chi l’occasione l’ha rifiutata e ora vorrebbe fare marcia indietro.

    «Manca un anno al Mondiale, non si può più perdere tempo e chi non ha dato certe risposte vedrà la Nazionale da casa». Alla vigilia dell’amichevole di Basilea con la Svizzera, arriva un segnale forte e chiaro. Chi non fa parte del gruppo che oggi volerà al di là delle Alpi, dovrà fare i doppi salti mortali per riconquistare un posto fra i 23 privilegiati per il viaggio africano. E forse non basterà neppure. A parte Gattuso e De Rossi, lasciati a casa per motivi diversi, ma non bocciati, fra i «cattivi» finiscono giocatori cui il ct crede di aver dato ampie possibilità di dimostrare il proprio valore e che proprio nel giugno scorso hanno gettato via la schedina vincente. Per Toni, Amelia, Legrottaglie, Gamberini e Montolivo è arrivato il momento di scendere dal carro e di cominciare a pedalare verso una meta che difficilmente raggiungeranno. Ha detto Lippi: «Queste convocazioni sono molto significative. Da settembre alla fine dell’anno ci giochiamo la qualificazione e se durante la Confederations abbiamo sbagliato, perché può capitare di incappare in un periodo balordo, adesso gli errori non sono più ammessi. E’ vero, ci sono ancora tanti giocatori del 2006, ma è su quelli che io conto sempre. Ho idee precise sul futuro. Il rinnovamento passerà per qualche giovane della Under 21, ma servono anche le vittorie. E quelle si ottengono con i giocatori di cui ti fidi. Le rivoluzioni vere servono non per le mezze delusioni e soprattutto hanno tempi lunghi. Noi, invece, abbiamo fretta di riprendere un discorso interrotto».

    La sua fiducia in Buffon, Pirlo, Gattuso, De Rossi, nel ragazzino Giuseppe Rossi, resta intatta: «Il loro carisma è irrinunciabile. Non ho mai detto che abbiamo soltanto una possibilità su un miliardo di vincere il Mondiale. Caso mai è la chance minima che do alla mia squadra. Senza i miei campioni sarebbe diverso».

    Fra i suoi fedelissimi non è mai entrato Cassano e starà ancora a spiare dal buco della serratura. «I giocatori li convoco in base alle doti tecniche e a quelle psicologiche» ha martellato Lippi tarpando ancora una volta le ali al sampdoriano, che Mourinho stima e lui non apprezza umanamente, e bocciando indirettamente anche Balotelli. Dei suoi fedelissimi faceva parte Totti, tuttavia il Pupone si è fatto del male da solo e Marcello non ama i pentimenti tardivi: «Ogni volta che gli fanno una domanda sulla Nazionale dice che mi stima e che sarebbe anche disposto a ripensarci. Ma la decisione è presa da tempo: Francesco ha detto no alla Nazionale, io confermo il mio no al suo ritorno. Come ho detto guardo avanti, mai indietro».

    Il nuovo che avanza sono Criscito e Marchisio, provati ieri in tandem sulla sinistra. Quello di domani sera potrebbe essere un 4-4-2 con Pirlo e Palombo centrali di centrocampo. In attacco sicuro Gilardino, crescono le quotazioni di Rossi su Iaquinta.

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  • Striscia la Notizia - Staffelli consegna il Tapiro a Totti

    Puntata del 16 aprile 2009.
    Valerio Staffelli consegna il Tapiro a Francesco Totti.
    Il clima nel quale si era iniziato era di fraterna alleanza verso le popolazioni abruzzesi colpite dalle tremende scosse telluriche, è finito con 3 espulsi e tanto nervosismo al limite dell'isteria!
    E' il calciatore che ha perso più derby nella storia del calcio.
    «Dodici? No, mi sembrano troppi, perdere con loro sembra strano». Francesco Totti ha risposto così a Valerio Staffelli che gli ha consegnato il tapiro doro di Striscia la notizia per essere entrato fra i calciatori che hanno perso più derby nella storia del calcio. Totti ha spiegato così la rissa nel derby perso 4-2 sabato scorso con la Lazio, proprio quando si era parlato di solidarietà per l'Abruzzo: «Le cose istintive sono così, non ci pensi. In certe partite può accadere, con la Lazio poi ci dispiace per quello che è accaduto e cercheremo di non farlo più».

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  • SPAZZATURA

    Per il problema dei rifiuti in Campania la battuta di Totti era stata: "eh basta con sti rifiuti! Li pijate e li buttate via no?" Berlusconi lo ha fatto davvero. Buttandoli da un'altra parte.


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