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"Il ponte di Calatrava non è sicuro, il collaudo non convince"
Sul quarto ponte di Venezia progettato dall'architetto Santiago Calatrava si abbatte la scure dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici.
Nella relazione dell'Autorità, firmata dal presidente Luigi Giampaolino e dal relatore Andrea Camanzi, si dice che non è un'opera "pienamente funzionante", tant'è che per utilizzarlo il collaudatore stesso si è raccomandato che venga continuamente monitorato per assicurare "i livelli di sicurezza minimi della norma".
Nel documento, come riporta oggi il Gazzettino, si insiste sui presunti errori progettuali di Calatrava, che il Comune di Venezia non avrebbe voluto prendere in considerazione per "un'azione di rivalsa".
L'Autorità punta l'indice, in particolare sulla questione dei collaudi dell'opera, inaugurata ormai un anno fa. Un collaudo, viene rilevato, che "evidenzia non pochi lati oscuri". Si ricorda come esistano due livelli di collaudabilità: rispetto agli "stati limite ultimi" e agli "stati limiti di esercizio", ovvero condizioni capaci di garantire le prestazioni previste nell'esercizio di un'opera senza comprometterne l'uso.
E' proprio questo secondo tipo di collaudabilità che non convince l'Autorità, ritenuta dal "carattere incerto, ossia si può perdere anche repentinamente la funzionalità del ponte". "Il collaudatore - si legge ancora nella relazione - ha ravvisato una serie di riserve affatto secondarie sulle condizioni di sicurezza in esercizio dell'opera, tanto da non potersi escludere anche interventi tempestivi per ripristinare i livelli di sicurezza minimi della norma".
Assessore Rumiz: non è vero
"Non è assolutamente vero che il ponte sia insicuro": è la replica dell'assessore veneziano ai lavori pubblici Mara Rumiz ai rilievi mossi dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici sul livello di sicurezza del ponte di Calatrava, inaugurato appena un anno fa a Piazzale Roma. "Sappiamo che quel ponte va monitorato - spiega Rumiz - ma lo sapevamo sin dall'inizio".
L'assessore replica anche alle affermazioni sugli interventi di rivalsa nei confronti del progettista che il Comune non avrebbe voluto adottare. "Tutti gli incartamenti li ha la Corte dei Conti e la Procura - ricorda l'assessore - esistono degli iter da compiere: di sicuro noi non avremmo potuto, anche se avessimo voluto, intervenire direttamente". Rumiz respinge poi l'ipotesi che il prossimo intervento che sarà compiuto da Insula sui martinetti sia da mettere in relazione al livello di insicurezza del ponte.
"L'opera che farà Insula a metà mese - controbatte - era stata prevista dal progettista addirittura prima che il ponte fosse terminato. Non è motivata da rischi, era già prevista".
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