**La morale privata diviene pubblica perché il sesso comprato del Presidente è istigazione alla prostituzione, il viatico per concludere affari, un criterio di selezione dei volti da presentare nelle liste elettorali, una manifestazione di potere assoluto come ha ben spiegato Stefania Ariosto.
Ebbene, i nomi che compaiono nell'inchiesta sono tanti. Vi riportiamo alcuni stralci salienti del pezzo a
pagina 10 del
Corriere firmato da Angela Balenzano e Fiorenza Sarzanini basato sulle testimonianze di Tarantini messe a verbale:
Per oltre cinque mesi, da settembre 2008 alla fine di gennaio scorso, l'imprenditore pugliese ha reclutato italiane e straniere per allietare cene e incontri nelle residenze del Presidente del Consiglio.
Alcuni nomi delle convenute: oltre a
Patrizia D'Addario, compaiono
Terry De Nicolò (retribuita anticipatamente per prestazione sessuale di cui non si ha conferma);
Vanessa Di Meglio (prestazioni sessuali con Berlusconi il 5 settembre e l'8 ottobre 2008);
Sonia Carpendone e
Roberta Nigro (Tarantini non ricorda se si siano fermate a Palazzo Grazioli);
Barbara Guerra e
Ioana Visan (alle due fu corrisposta una somma di denaro per l'eventualità che potessero avere un rapporto sessuale col premier. Di certo si fermarono a casa sua);
Manuela Arcuri (non retribuita. Tarantini esclude svolgesse attività di prostituzione come
Luciana Francioli,
Francesca Lana,
Stella Maria Novarino);
Karen e
Niang Kardiatou (preventivamente retribuite con 1.000 euro per eventuale prestazione sessuale);
Camilla Coerdiro Charao (valletta di Scorie retribuita per prestazione sessuale).
Giampaolo Tarantini poi specifica candido:
"Voglio infine precisare che il ricorso alle prostitute e alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della Pubblica Amministrazione perché ho pensato in questi anni che le ragazze e la cocaina fossero una chiave di accesso per il successo nella società".
La situazione è chiara insomma, cristallina. Ma il tentativo di sparigliare le carte è sempre in agguato. Un esempio recente: ieri
Mara Carfagna, ministro delle
Pari Opportunità che per uno strano scherzo del destino (o meglio dei consolidati ma taciti criteri di selezione del sistema italiaco) passa da Magalli al Consiglio dei Ministri ha osservato:
La violenza contro le donne «è un problema in Italia»; gli abusi sul sesso femminile dovranno essere equiparati alla violazione dei diritti umani; allo studio un piano per migliorare e aiutare la conciliazione dei tempi di lavoro per le donne. La «cultura machista in Italia c'è ma va combattuta» (a Radio Anch'io)
Fumo negli occhi. Grandi temi, sensibilità di facciata per proteggere l'immagine mentre continuano i festini con le prostitute del
Presidente che ha deciso di chiamarla dal tubo catodico al foro politico. La situazione è
ridicola.
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