Avvolta nella nuvola di capelli biondi,
lipstick transulcido e impeccabile, puntualizza che il suo soprannome è
Barbie o
bambolina e che chiama Berlusconi
Papi perché "
sono molto dolce" e pertanto le piace dare nomignoli alle persone "
che voglio bene". L'uso di un corretto italiano è ovviamente un optional per
Noemi Letizia. E le illazioni dei giornali su una sua
relazione con il premier sapete di chi sono colpa? La risposta è facile e ribadita più volte da Berlusconi in assenza di altri argomenti: è la
disinformazione tipica dei media
(sotto la seconda parte)
Aggiunge poi serafica: "
Non mi interessa la politica", anche se dopo la
festa di compleanno aveva dichiarato che "
ci penserà papi a candidarmi". Accantonato -pare- il sogno dello scranno alla Camera, ora
la ragazza sogna di sfondare a Hollywood e orgogliosa tuona: "
so le mie capacità" (che al resto del mondo sono ignote). Certo che dopo il megaspottone sulla bellezza dell'Italia ripreso anche da
Gisa (
"spesso guardo i documentari, i vari monumenti.. e le persone dovrebbero visitare prima l'Italia") potrebbe soffiare il posto alla Brambilla da un momento all'altro.
E Silvio, com'è?, le chiede Barak.
E' una persona molto divertente, è una bella persona. E' un leader. Facile.
Forza Noemi, dicci la menzogna più grande che è stata detta sul tuo conto, chiede la giornalista. E lei risponde:
hanno trasformato un rapporto personale in una storia morbosa. In questa storia non c'è nulla di morboso. Mi stanno attribuendo molti fidanzati (
vedi Cozzolino in posa con lei su Chi)
ma sono felicemente single (lo ripete circa
10 volte. Insomma, fatevi sotto).
Coraggiosa come poche, ha l'ardire di abbozzare qualche misero
vocabolo inglese - vista la banalità dei contenuti nella madrelingua non si può certo sperare un un miracolo con lo
shift linguistico.
Yeah, my birthday...party many people...very very good music, dice la Barbie campana
dietro una maschera di cerone e
dentro un vestito à la Coco Chanel, mentre nel montaggio dell'intervista si susseguono anche immagini in cui
Namy (per gli amici, magari quelli
nell'ombra) è al trucco o guida uno scafo con occhialoni neri anni '60 mentre fende le onde verso il sole. Ottima la
riflessione linguistica di
Francesco Nardi:
«Poi, we, siamo andati in barca». L'intervista alla giovane papilina non mi ha colpito solo per questo; apprezzabile mi è sembrata anche la sincera preferenza accordata alle bellezze d’Italia: «Molti vanno all’estero con tutte le cose belle che ci sono qui». Ben detto. Aggiungerei «please, visit Italy».Insomma Francesco Rutelli potrebe essere l'insegnante ombra della Letizia.
Grazie a Silvio anche noi abbiamo la nostra
Paris Hilton. Che vergogna.
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