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  • Inchiesta di Bari: si indaga sugli imprenditori che pagavano tangenti ai partiti di sinistra

    Novità dal fronte pugliese (che da quando si è rivelato pesantissimo per il centrosinistra è finito nell’oblio). Del filone giudiziario avevamo già parlato prima che scoppiasse lo scandalo con i controlli nelle sedi di partito in estate (cosi come avevamo fatto notare il lato gossipparo/escortistico anche per la sinistra). L’inchiesta guidata dalla pm Digeronimo punta ora l’obiettivo su alcuni imprenditori

    Il pm antimafia che indaga sulla Sanitopoli pugliese ha già iniziato a spulciare i conti correnti dei vari manager e imprenditori finiti nell’inchiesta: sarebbero emerse, dai primi riscontri, «operazioni finanziarie sospette» e «distrazioni di somme» che farebbero pensare ad azioni di riciclaggio del denaro. A quale scopo? La Digeronimo non lo dice, ma sembra davvero intenzionata a capire se dietro certe voci di bilancio delle aziende (del tipo: manutenzione, spese di pubblicità e marketing…) vi siano celati strumenti di finanziamento occulto dei partiti. Oppure tangenti.

    L’ipotesi :

    è quella di fondi neri (costituiti anche evadendo il fisco) utilizzati in tutti questi anni per ottenere in cambio dal Palazzo appalti, nomine, accreditamenti e incarichi per forniture. Il lavoro di setaccio nelle banche ora si complica e i dati acquisiti andranno incrociati via via, per verificare eventuali passaggi di denaro, con quelli contenuti nei bilanci sequestrati dai carabinieri a fine luglio nelle sedi dei cinque partiti del centrosinistra che sostengono la giunta regionale di Nichi Vendola

    Il tutto gestito da

    «un’organizzazione criminale tendente a condizionare le scelte della stessa allo scopo di perseguire progetti illeciti». Un’associazione a delinquere (15 finora gli indagati) finalizzata alla corruzione e alla concussione. E ai vertici di questo comitato d’affari, secondo il magistrato, c’era Alberto Tedesco, l’ex assessore regionale alla Sanità dei Socialisti Autonomisti, dimessosi dall’incarico dopo essere stato iscritto nel registro della procura, ma ripescato poi dal Pd in Senato al posto dell’eurodeputato De Castro

    Ci sarebbero dei riscontri

    Gli imprenditori, già iscritti nel registro degli indagati nell´ambito della stessa inchiesta, sono sospettati di essere finanziatori occulti dei partiti. Gli sviluppi delle indagini si baserebbero su riscontri investigativi già ottenuti dal magistrato su quanto acquisito, all´inizio di agosto, nelle sedi baresi di Pd, Socialisti autonomisti, Sinistra e libertà, Prc e Lista Emiliano. In quell´occasione furono portati via i relativi bilanci, allo scopo di verificare l´ipotesi di illecito finanziamento ai partiti.

    Passando invece a Tarantini, nei giorni scorsi, dalla procura erano uscite ulteriori indiscrezioni sulla sua vicinanza al Pd

    Gianpaolo Tarantini e i re delle mense, i fratelli Ladisa, risultano soci in una impresa alla quale partecipa anche il consigliere regionale Pd Nicola Canonico, che avrebbe ottenuto un appalto per la fornitura di energia elettrica durante il G8 a L´Aquila.

    Insomma, nonostante la lentezza e il poco clamore, continua l’inchiesta che sta facendo impazzire dalla rabbia Vendola e apre uno squarcio sull’onestà (solo a parole) del centrosinistra.

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