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  • BOSSI: "l'inno di Mameli non lo conosce nessuno"

    Umberto Bossi continua la sua offensiva all'inno di Mameli e propone diverse soluzioni che suscitano non poche polemiche, anche nella sua coalizione: "L'inno italiano? Non lo conosce nessuno. Quando cantiamo il nostro inno, il Va pensiero, tutti lo cantano perchè tutti conoscono le parole, non come quello italiano che nessuno conosce". Secondo Bossi, il fatto che più gente conosca le parole del Va pensiero significa un maggiore attaccamento alla Lega "perché la gente ne ha piene le scatole". Per Bossi "Noi siamo nell'epoca del federalismo e chi non vuole i salari territorializzati è uno che non vuole l'applicazione del federalismo. La Lega non è nata solo per vincere le elezioni ma per liberare la nostra gente dal centralismo romano. Non andrò in pensione fino a quando non avremo liberato la nostra gente da Roma ladrona". Bossi, inoltre, lancia anche la sua proposta su giovani e lavoro: "Lo Stato regali terreni ai giovani per renderli produttivi e dare un lavoro alle giovani generazioni. In agricoltura mancano i giovani, sono tutti vecchi. I giovani qualche lavoro dovranno trovarlo. Se ci sono terreni agricoli che costano allo Stato ma non rendono allora è meglio darli ai giovani, che non li facciano costare li facciano rendere". Ma il senatur ha anche il tempo di elogiare Bersani e il Capo dello Stato: "Preferisco Napolitano a Ciampi. Napolitano è sempre stato ragionevole, non si è mai opposto al governo. È una cosa importante perchè è lui che firma le leggi. Per fortuna che il governo non l'ha mai avuto contro. Il presidente della Repubblica deve essere il più possibile neutro". Dalla Lega, inoltre, Calderoli fa sapere che la bozza di legge sul dialetto è pronta e verrà approvata presto: "L’anno scorso a Ferragosto ho portato la bozza del federalismo fiscale, che in meno di un anno è diventata legge. Oggi Bossi ha in mano la bozza di legge sui dialetti e vi garantisco che non durerà tanto di più per diventare legge". Il testo all’esame di Bossi prevede l’obbligatorietà dell’insegnamento a partire dalle scuole primarie. Ma l’ultima offensiva di Bossi ha suscitato parecchie reazioni indignate, sia nell'opposizione, che nella stessa coalizione di governo. Sandro Bondi, uno dei tre coordinatori del Pdl, è lungi dal pensare alla solita 'boutade estiva' della Lega: "È propaganda che offusca l’azione della maggio ranza. Vorrei chiedere agli amici della Lega che rapporto vi sia tra i programmi di modernizza zione del Paese, che la Lega po ne al centro della propria azione e che costituiscono il nucleo fondamentale del programma di governo, e la propaganda ad uso dei militanti della Lega". Anche Gasparri, sempre molto allineato alle opinioni della maggioranza, è categori co: "L’inno di Mameli non si toc ca. Verdi è stato uno dei punti di riferimento culturali del Ri sorgimento e il Va’ pensiero ve niva suonato prima dei comizi di Giorgio Almirante". Anche Italo Bocchino sostiene che "l’inno d’Italia è una cosa seria, non si sceglie per hit parade". Anche il portavoce del Pdl Capezzone, at tacca il Carroccio, riferendosi al dialetto nelle scuole: "Le ore di inglese sono e saranno molto più utili di qualche improbabile ora di bergamasco o di viterbe se o avellinese". E Bocchino ag giunge: "La legge sul dialetto non è nel programma di gover no: non la voteremo". Il Pd, con Cesare Damiano, parla di "governo sotto ricatto della Lega", così come l’Udc per il quale "se queste sono le riforme della Le ga poveri noi", come commenta Savi no Pezzotta.

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