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  • Da settembre 2009 Badanti e Colf regolarizzate

    Da settembre 2009 Badanti e Colf regolarizzate

    Chiamatela come volete: sanatoria, regolarizzazione selettiva o «salva-colf». Di fatto, l’ultima bozza uscita dall’accordo tra il ministero dell’Interno e quello del Welfare è un salvagente per le badanti e le collaboratrici domestiche, sino ad oggi «assunte» in nero. Il testo, un articolo solo ma con 14 commi, verrà presto presentato in Parlamento come emendamento al decreto anticrisi. Questo significa che se dovesse passare, cosa molto probabile visto l’applauso anche da sinistra, le colf potrebbero riemergere dal sommerso già a settembre. Cinquecento euro, e non 300 come si era vociferato, e l’indispensabile aiuto familiare è messo in regola.

    A chi si rivolge--
    Il provvedimento è rivolto a tutte le famiglie che hanno alle proprie dipendenze, fino ad ora irregolarmente, una persona; sia essa italiana, comunitaria o extracomunitaria. Per italiani e comunitari basterà presentarsi all’Inps: si paga il contributo forfettario di 500 euro, pari a tre mesi di contributi, ed è fatta. Per gli extracomunitari occorre invece fare domanda allo sportello unico per l’immigrazione. In questo modo il lavoratore straniero potrà ottenere il permesso del soggiorno. Ogni famiglia potrà regolarizzare al massimo una colf e due badanti.
    Quando e come si fa--
    Il primo comma del testo di legge dice che è «possibile denunciare la sussistenza del rapporto di lavoro dal 1° al 30 settembre 2009». Per tutto il mese i datori di lavoro potranno autodenunciarsi e pagare l’obolo per il proprio aiuto domestico in nero. Attenzione però: il lavoratore deve svolgere le proprie mansioni almeno da aprile. La dichiarazione verrà fatta «con modalità informatica», cioè on line. Niente scartoffie, marche da bollo o raccomandate. Bisognerà compilare un modulo con i propri dati, le generalità del lavoratore che si vuole mettere in regola e gli estremi del suo passaporto, il codice della ricevuta del pagamento della sorta di «multa» di 500 euro. Fine. Lo stipendio pattuito non dev’essere, poi, «inferiore a quello previsto dal vigente contratto di lavoro collettivo nazionale di riferimento».
    Chi è senza permesso di soggiorno--
    Nel caso in cui colf o badanti da far emergere siano extracomunitari (cingalesi, ucraini, africani, ecc...) è necessario che si esprima la questura per verificare che non ci siano motivi che ostino al rilascio del permesso di soggiorno. Sempre on line occorrerà, quindi, inviare la domanda allo sportello unico per l’immigrazione della provincia ove avrà luogo il rapporto di lavoro. Ottenuto il via libera, è fatta. Il lavoratore avrà permesso di soggiorno, contributi previdenziali, ferie e Tfr garantiti.
    I paletti--
    Il provvedimento pone dei limiti ben precisi alla regolarizzazione. Non si possono sanare le posizioni di chi ha già ricevuto un provvedimento di espulsione; né regolarizzare persone segnalate come «non ammissibili» o «indesiderati» nel nostro Paese; e neppure i condannati, anche con sentenza non definitiva, per quei reati per i quali è previsto l’arresto (furto, violenza sessuale, saccheggio, rapina, truffa ecc...).
    La ratio della bozza--
    Centinaia di migliaia di persone già lavorano nel nostro Paese come colf e badanti. Più di un milione e mezzo sono regolari, gli altri sono «in nero». Già con i «decreti flusso», che riguardano però tutti i tipi di lavoratori extracomunitari, vengono presentate ogni anno centinaia di migliaia di domande. Attraverso questo provvedimento il governo sarebbe in grado di far emergere le situazioni irregolari, senza scivolare in una sanatoria a 360 gradi. Come ha detto il ministro Sacconi: «Non è possibile pensare a una regolarizzazione generalizzata». Difficile dire a quante persone potrebbe rivolgersi il provvedimento. C’è chi parla di 300mila persone e chi, sindacati e associazioni in testa, gonfiano la cifra fino al milione. La regolarizzazione, poi, avrebbe pure un effetto benefico per le casse disastrate dell’Inps.



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